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Nudo alla meta

di Emanuele Nespeca
  Antonio Rezza in Fotofinish
Data di pubblicazione su web 17/03/2005  
Chi non ha ancora avuto l'ardito piacere di assistere a uno degli spettacoli di Antonio Rezza e Flavia Mastrella, che vantano ormai un'attività teatrale quindicennale oltre a una intensa produzione video-cinematografica, deve vincere ogni pudore e concedersi una serata in loro compagnia. A maggior ragione se si tratta di andare a vedere Fotofinish, l'ultima geniale ideazione di questa "strana coppia" creativa, che unisce le manie contorsionistiche corporali e vocali di Antonio alle costruzioni ludico visionarie di Flavia. Ci sentiamo di consigliare quest'opera, che replica fino al 20 marzo al Teatro Out Off di Milano per poi spostarsi furtivamente in altre città italiane, non solo perché probabilmente Fotofinish è la più esuberante, crudele e futurista produzione della premiata ditta Rezza & Mastrella, ma anche perché è il tentativo disperato di rappresentare la tragica fine del tempo e dello spazio contemporaneo. Sul palcoscenico l'attore giullare grida la propria solitudine, lotta contro la propria nullità, muovendosi all'interno di una scenografia costituita da tanti oggetti che, detriti di pop art, lo costringono a evolversi, implodendo ed esplodendo contemporaneamente, ora in una storia ora in un'altra, per raccontare infine l'estenuante maratona performativa dell'uomo di oggi.

L'opera racconta di un uomo costretto a fotografarsi per sentirsi meno solo, a immortalarsi in una continua finzione che lo porta ad essere ora il fotografo, ora la fotografia stessa in un gioco di spersonalizzazione del soggetto e dell’oggetto. L'individuo si sgretola per acquisire coscienza di sé e dell'altro da sé in uno, nessuno e centomila personaggi, ma la crisi dell'identità diventa tale solo a causa dell'impossibilità di poter vivere una vita normalmente sana in un mondo (quello nostro del XXI secolo) sempre più privo di libertà sociali, economiche e politiche. Comincia, così, un delirante sproloquio, eloquio, comizio di Antonio Rezza che dal palcoscenico si candida, con la sua nudità da semidio greco, a Sindaco del Mondo intero, illustrando un programma pari – per lucido delirio – solo ai manifesti futuristi di Marinetti o alle dichiarazioni dei candidati di Forza Italia.
Antonio Rezza
Antonio Rezza


L'attore, personaggio, politico si propone ora di costruire "ospedali ambulanti che si spostano direttamente nelle case dei malati", ora di progettare minuscole Torri Gemelle che mettano al sicuro l'unico impiegato da ogni attentato terroristico, e la ragione diventa subito follia perché il personaggio, come l'uomo di oggi, non può che soccombere di fronte alle difficoltà della nostra realtà dove "se hai hai e se non hai ahi ahi"! Così se devi andare a lavorare e resistere alla routine di tutti i giorni non puoi fare a meno dello psichiatra, mentre se devi ricorrere ad un intervento ospedaliero ti ritrovi costretto a fuggire da provetti primari in carriera oppure da suore col grande cappello, capaci di convincere chiunque ad abbandonare le speranze curative della medicina per abbandonarsi alla speranza della fede. E anche quando il personaggio di questa storia decide di curare le proprie manie in una clinica psichiatrica, la malattia degenera in una voglia irrefrenabile di relazionarsi con gli altri, coinvolgendo il pubblico stesso.

 

Antonio Rezza
Antonio Rezza


Poco a poco, quindi, il racconto impazzisce e il politico seminudo cerca di farsi donna, immaginando "di uscirci insieme per rientrarsi accanto", in un estremo progresso della finzione che diventa bugia della disperazione di chi tenta di imbrogliare anche se stesso. A niente serve l'ultimo buon proposito demagogico "più case per tutti", perché la casa ambulante, il monolocale di due metri per due che si sposta con te, è l'ultima illusione di chi ancora non vuol capire che nulla è mai esistito e nulla esisterà oltre la propria incommensurabile solitudine. Solitudine che non può essere fotografata, nemmeno al fotofinish, perché è l'assenza di chi non ti è vicino. In più è già l'ora di partire per la guerra, e la guerra nonostante il suo valore negativo è il luogo dove il corpo riassume la sua putrida integrità: in guerra si combatte e si muore, in guerra ci si confronta con il sangue e lo stridore delle ossa, in guerra non si risparmia nessuno nemmeno lo spettatore che ti sta davanti, anch'egli destinato a morire sul palcoscenico di questi due grandi autori italiani.

Rezza e Mastrella danno vita in questo spettacolo, anche se il circuito ufficiale stenta a riconoscergli la giusta attenzione, a quello che sembra, senza dubbio, il risultato più interessante e il proseguimento più "funzionale" di tutte le più importanti avanguardie storiche del secolo passato, muovendosi tra cabaret, biomeccanica di Mejerchol'd, sintesi futurista e azione situazionista. Lo spettatore, però, lo sa, non può che sentirlo, ed anche se viene provocato, conturbato, per quasi due ore di spettacolo, non può che uscire dal teatro divertito, perché con Antonio Rezza e Flavia Mastrella "Tutto è candido ed etereo, lo spazio si dilata in favore del corpo che brilla nel bianco…".

Fotofinish
cast cast & credits
 


locandina
locandina


Antonio Rezza
Antonio Rezza



 
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