“7.17 Comincia a spuntare la luce su Venezia… Sandra si sveglia… anche Andy. Poi tocca a Paolo. Gegia dorme bendata. Andy comincia a sistemare il suo letto…si veste, si fa il codino e va in cucina e subito si lagna del disordine lasciato dagli altri. Poi, decide di fregarsene e si mette a fare colazione con una mela… prova anche a tagliare un pezzo di torta ma è durissimo… e comincia a parlare della sua colazione preferita… il cornetto «altro che il dolce della Milo!». Paolo scopre che i ragazzi – stanotte – hanno mangiato la zucca… «tipica ricetta argentina» fa notare Andy e continua a mangiare la mela.”
Questo straordinario esempio di prosa alata, o di diario degno di Indiana Jones, non è nostro. Non siamo così bravi. Né abbiamo una fantasia così sfrenata da immaginarci a che ora si sveglia Sandra Milo. Anzi, se dobbiamo essere proprio sinceri, non ci è mai venuto in mente in tutta la nostra pur non breve vita. E che Gegia (chi?!) dorma bendata è una notizia che ci fa ben sperare: visto come parla, ci si augura che rimanga bendata, ma sulla bocca, anche di giorno.
Ma, ripetiamo, la prosa diaristica non è nostra. È quello che si può leggere sul (brutto) sito Rai relativamente a un programma di fronte al quale si resta sbalorditi. Trattasi di Ritorno al presente, nuovo reality show di Rai Due che va in onda tutti i giorni esclusa la domenica (meno male), diretto da Carlo Conti e con una dozzina di protagonisti impegnati nella solita (che palle!) pseudo-gara di sopravvivenza.
Geniale. Nuovo, soprattutto. Questa volta lidea è che i VIP (very insipid person) in causa debbono attraversare il tempo: dallAntica Roma a Venezia nel Settecento debbono sopravvivere eccetera eccetera. Sono insomma, sempre secondo il solito sito, dei “cronoviaggiatori”.
Onestamente non ci saremmo mai e poi mai messi a sedere di fronte a questa disperazione, se un gentile lettore non ce lavesse segnalata chiedendoci un parere. Che è il seguente: siamo senza parole. Perché, cari amici, il problema è questo: che per fare dellironia ci vuole uno spunto, un punto di partenza, unidea. Insomma: se vediamo Tyson a Sanremo e Bonolis lo definisce “una bella persona”, a noi ci viene subito lo scatto, e ci germina in mente la parodia. La cosa è così grottesca che il computer quasi si mette a scrivere da solo e ci viene un Viva Tyson! proprio dal cuore..
Ma non siamo onnipotenti. Se lo spunto è quello trascritto in apertura, neanche Giovenale redivivo troverebbe da dir nulla. Neanche Achille Campanile riuscirebbe a far resuscitare il morto. Neanche Jonesco potrebbe fare a meno di gettare la spugna e dichiararsi impotente. Neanche G.B. Shaw riuscirebbe a tirarci fuori una risata sardonica. E noi, che al massimo siamo i nipotini dei nipotini di costoro, che cosa possiamo fare?
Inorridire? Sentirsi male? Oddio, certo assistere al risveglio di Gegia e di Sandra Milo in coppia devessere unesperienza traumatica. Vedere Andy Luotto che mangia una mela è cosa che non si scorda. Assistere per ore a una serata in cui Carlo Conti, lex presentatore più abbronzato del mondo, fa il simpatico con questi fenomeni può lasciare tracce indelebili nelle nostri notti insonni. Vedere questi psicolabili che piangono a ogni piè sospinto certo ci scuote. Ma ci lascia senza parole.
Ci resta solo un grido di dolore, o una speranza. Lasciateli lì. Non fateli tornare. Metteteli ai Piombi, visto che sono a Venezia nel Settecento. Mandateci anche lAbbronzato e il Professore (chi è costui?) che fa le mossettine in diretta da studio a commento delle gesta degli eroi. Buttate via la chiave. Prestateci Tyson per unoretta e gliela facciamo vedere noi.
O almeno, se proprio Tyson è impegnato con la Clerici, per favore: rendeteci Pappalardo.
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