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Abracadabra

di Roberto Fedi
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Data di pubblicazione su web 10/06/2003  
Visto che di santi, beati, gente in odore di santità, madonne che piangono, miracoli e miracolati abbiamo fatto il pieno soprattutto in televisione, e che magari qualcuno forse comincia a pensare che si sta un po' esagerando, ora siamo ai veggenti. Ha cominciato Vittorio Messori, saggista cattolico full time, che sul "Corriere della Sera" di qualche giorno fa in prima pagina ha riparlato di Rol. Che si chiamava Gustavo, era un aristocratico che viveva a Torino, ed era solito intrattenere amici altolocati con le sue doti di 'sensitivo'. Caspita.

Fin qui, pazienza. Sui giornali si legge di tutto. Ma Bruno Vespa, che non sarà un sensitivo ma è furbo mica male, ha subito colto la palla al balzo e ne ha fatto un teatrino a Porta a porta del 5 giugno (Rai Uno, naturalmente).

 

Si è discusso di paranormale, di 'spirito' che sovrasta la materia, di collegamento fra il divino e l'umano, e insomma di tutto ciò che ondeggia fra cielo e terra: dove, come diceva quello, ci sono più cose di quante non ne immagini la nostra filosofia. Il Vespa esibiva vari esperti: una 'famosa' maga, che si è fatta un paio d'ore di indebita pubblicità a spese della Rai (e ha candidamente confessato che lei non paga le tasse, tanto ci sono sempre i condoni: preveggenza facile), il succitato Messori, il mago Silvan e un maghetto che svelava i trucchi del buon Rol, la querula antropologa Gatto Trocchi, che riuscirebbe a rendere involontariamente comico anche un funerale, una ignota teosofa, Alba Parietti in collegamento, una giovane giornalista che ha lo stesso cognome di un noto giornalista torinese (l'unica preveggente della compagnia, visto il mestiere che ha scelto di fare), e il prof. Tecce in collegamento. Il quale era il solo che sapeva quel che diceva, e infatti non ha quasi potuto aprir bocca - ma cosa c'era andato a fare? Poco preveggente.

Fin qui, niente di peggio di quello che si vede di solito in quel salottino. Il mago Silvan ha fatto lì per lì un trucco con una forchetta; il maghetto ne ha spiegati un paio che possono tornare buoni per qualche serata moscia; le signore strillavano; Vespa si divertiva. La teosofa ha fatto sentire una breve registrazione del Rol, il meglio di sei ore di colloquio che lei gelosamente conserva come la Rivelazione: da cui in tutta onestà è sembrato che il poveretto non ci stesse tanto con la testa. Se quello era il meglio, figuriamoci il peggio.

Il Messori che, ogni volta che va in televisione o scrive, è come se portasse attaccato al collo il cartello "sono un saggista cattolico e ho scritto un libro col papa", pacatamente insinuava che, in fondo, il laicismo ha dei limiti e che, chissà, questi sensitivi forse potrebbero anche essere il segno di qualcosa che sta al di là. Rol, naturalmente, era un supercattolico. Così tutti hanno dichiarato fermamente il proprio cattolicesimo DOC, e anzi Silvan, pur svelando i trucchetti rolleschi, ha detto quasi scusandosi di essere cattolico e praticante; la giornalista con il cognome era addirittura dell' "Avvenire". Mancava solo che evocassero padre Pio. Cosa poi c'entri il cattolicesimo con i maghi e i sensitivi non s'è capito, ma tant'è: anche noi, come voi, non siamo né veggenti né preveggenti. Al massimo, quando siamo in forma, post-veggenti.

La Parietti, che ormai girovaga in trasmissioni le più improbabili esibendosi in ospitate imbarazzanti (ahimè: si rinvia al nostro grido di dolore Alba al tramonto), ha dichiarato senza mezzi termini di avere avuto sogni preveggenti. Ormai scatenata, sul finale ha citato anche i miracoli, e in particolare quello delle nozze di Cana, dove Gesù secondo lei avrebbe moltiplicato i pani e i pesci. Ohibò. Il bello è che fra tutti quei cattolici praticanti e praticoni nessuno ha avuto nulla da obiettare. Neanche Vittorio Messori, sospeso fra cielo e terra. Ahi ahi ahi signora Parietti, avrebbe invece detto quel Grande: lei mi è caduta sul pesce. 

 


Porta a porta

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