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Danza pura senza tempo

di Gabriella Gori
  Split Sides
Data di pubblicazione su web 17/02/2005  

Sono davvero pochi ormai coloro che possono fregiarsi dell’epiteto di "grandi vecchi" della storia della danza del secondo Novecento e Merce Cunningham è fra questi. Nato nel 1919, Cunningham ancora oggi è considerato il "maestro e il classico" per eccellenza della coreografia contemporanea, per essere stato il primo a far interagire la danza con le video-tecnologie e averla liberata dai condizionamenti narrativi, psicologici, musicali e spaziali del tardo Ottocento, compresa la soverchia drammatizzazione della poetica moderna di Martha Graham. Con il piglio inconfondibile di un giocatore di football, che va dritto alla meta, Merce ha contribuito ad una vera svolta dell'arte tersicorea, rigenerando i vocabolari della danse d'école e della modern dance e ridisegnando lo spazio ballabile che, in ossequio alla teoria della relatività di Einstein, è diventato "curvo", pluridimensionale, centrifugo e centripeto.

Split Sides



Influenzato dalla Pop Art e aperto alle collaborazioni di artisti visivi come Andy Warhold, Robert Rauschenberg, Jasper Johns, Franck Stella, Marcel Duchamp, il nome del coreografo statunitense è indissolubilmente legato a quello del musicista John Cage, "l'allievo ribelle di Arnold Schonberg", con il quale Cunningham dal 1942 al 1992 ha stretto un fecondo sodalizio umano e artistico paragonabile a quello tra Petipa e Ciajkovskij alla fine del XIX secolo e a quello tra Balanchine e Stravinskij nella prima metà del Novecento. Con Cage e la Merce Cunningham Dance Company, fondata nel 1953, il dancemaker americano ha iniziato una ricerca coreografico-musicale che non solo ha svincolato la danza dal condizionante rapporto con le note scritte sul pentagramma, ma l'ha anche arricchita di gesti quotidiani e sequenze statiche per rendere in scena i corrispettivi rumori e silenzi delle composizioni di Cage. Nella geniale parabola di questo connubio restano famosi balletti come The Seasons (1947), Antic Meet ('58), Field dances ('63), How to Pass, Kick, Fall and Run ('65), Landrover ('72), Un jour ou deux ('73), Roaratorio ('83), Five Stone Wind ('89), Beach Bird for camera ('92), fino al celebre Ocean pensato insieme ma, per la scomparsa di Cage nel '92, realizzato da Cunningham nel 1994 con la musica di David Tudor, stretto collaboratore di John.

Ma Merce, spirito indomito, non si è mai lasciato 'imbrigliare' dal talento dell'amico e altri musicisti d'avanguardia hanno partecipato alle sue produzioni come Morton Feldman per Summerspace ('58), La Monte Young per Winterbranch ('64), David Tudor per Rain Forest ('68) e Enter ('92), John Driscoll per Breakers ('94), Gavin Bryas per Biped ('99), che negli anni hanno arricchito il suo sterminato "canzoniere" coreografico. E proprio questa esigenza di mettere a fuoco le infinite e inesplorate relazioni tra partitura musicale e partitura danzata è alla base di Ground Level Overlay, una creazione del '95 su musica di Stuart Dempster, e di Split Sides, uno spettacolo del 2003 accompagnato dal rock del noto gruppo inglese degli Radiohead e della band islandese dei Sigur Ròs.


 

Ground Level Overlay



Le coreografie, presentate dalla Merce Cunningham Dance Company, hanno inaugurato alla grande la stagione di danza del Teatro Romolo Valli di Reggio Emilia che, il 4 febbraio 2005, ha registrato il sold out e presentato in prima nazionale Split Sides. Di indubbia originalità, Split Sides è il frutto della cosiddetta chance operations, un metodo utilizzato da Caunningham e Cage per lasciar decidere al Caso, sollecitato dal tiro dei dadi, la combinazione e l'ordine di due delle possibili trentadue sequenze della coreografia, l'esecuzione delle musiche dei Radiohead o dei Sigur Ròs, la scelta dei costumi in bianco e nero o colorati di James Hall, le scene di Catherine Yass o Robert Heishman. Contrariamente a quanto è avvenuto alla Brooklyn Academy of Music (BAM) di New York, dove alla presenza del Maestro furono lanciati i dadi sul palcoscenico e deciso davanti al pubblico l'ordine delle 'operazioni', al Valli il rito dei cubetti si è consumato dietro le quinte e la successione dei pezzi è stata annunciata da una voce fuori campo.

Così l'appuntamento con la Merce Dance Cunningham è iniziato con la sequenza che prevedeva i danzatori vestiti in bianco e nero, le musiche dei Sigur Ròs e le scenografie di Catherine Yass con i grattaceli cerulei. Della prima parte colpisce in modo particolare la resa sonora, frutto di una combinazione di rumori, raschii, colpi sordi, strisciate, realizzati dal vivo grazie ad una serie di scarpette da punta rosa inserite su aste di ferro e adoperate come uno xilofono. E la "danza ontologica" del metteur en danse statunitense mostra tutta la sua astratta limpidezza e ariosa levità quando inanella figurazioni geometriche che si snodano in soli, duetti, terzetti, insiemi, focalizza gli studi di equilibri nella classica posa 'alla Cunningham' (en fondu con la gamba è stesa en avant, il tilt del bacino che si contrae e ruota indentro, le braccia in diagonale in linea con l'arto teso), reitera i tipici plongées in arabesque a novanta gradi con le braccia in seconda, punta sulle disallineate posizioni in attitude e i forti ed estremizzati pliés à la seconde, da cui prendere l'impulso per il passo successivo. E se questa prima sezione di Slipt Sides si caratterizza per una elegante e controllata dinamicità, la seconda, esaltata dal caldo fondale marrone chiaro di Robert Heishman e dalle tute dai cangianti cromatismi del rosso e del fucsia, innervate di nero, vede la Compagnia 'dibattersi' nella musica rock dei Radioead e la danza accumulare energia. I corpi, in continua cinesia, diventano padroni dello spazio che, persa la percezione prospettica, diventa 'ensteiniano' e a climax si sommano lifts, prese, posizioni en dedans, launchs, sautés, splits.



 

Ground Level Overlay




Ground Level Overlay,
firmata da Cunningham nel '95, è una coreografia accompagnata dalla singolare partitura di Stuart Dempster che, insieme a dieci trombonisti, ha registrato la sua musica dentro un'enorme cisterna vuota di Seattle. All'orecchio i suoni risultano ovattati, quasi marini, e l'atmosfera è quasi irreale, misterica, se non fosse per un'imponente rete calata dall'alto e ricettacolo di objects trouvés, ideata da Leonardo Drew, e la presenza dei ballerini. Ma anche loro, come "rapiti d'ignoto contento", si muovono sulla scena con una calma quasi serafica, accentuando gli avvitamenti centripeti e centrifughi e privilegiando la figurazione del duetto.

Spettacoli degni di essere visti e apprezzati per la facilità con cui il corpo traccia una sua partitura nello spazio come la musica sul pentagramma, Ground Level Overlay e Slipt Sides mostrano cos'è la cosiddetta "danza pura" e/o "astratta" codificata dal grande "veglio" che, a dispetto dell'età, continua ancora a inventare originali "scrittura di danza". E se il tempo non sembra aver scalfito il suo genio, altrettanto non possiamo dire della Merce Cunningham Dance Company che, pur nella pregevole performance del Teatro Valli, sembra aver perduto lo smalto di un tempo. L'atletismo e la perfezione fisico-tecnica, che fin dagli anni Settanta hanno contraddistinto l'ensemble, ora lasciano il posto ad una scarsa 'pulizia' del movimento e i danzatori, eccetto alcuni, non ostentano più quella 'tenuta' muscolare che, insieme alla bravura, aveva letteralmente folgorato le platee di tutto il mondo.

Split Sides / Ground Level Overlay


Split Sides
cast cast & credits
 


Ground Level Overlay
cast cast & credits
 
 

 


 

Ground Level Overlay




 

 
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