drammaturgia.it
Home | Cinema | Teatro | Opera e concerti | Danza | Mostre | Varia | Televisioni | Libri | Riviste
Punto sul vivo | Segnal@zioni | Saggi | Profili-interviste | Link | Contatti
cerca in vai

Una tragedia a lieto fine

di Paolo Gallarati
  Maometto II
Data di pubblicazione su web 10/02/2005  
Dopo la ricostruzione, il teatro La Fenice gira ormai a pieno regime, con una stagione ben equilibrata che ha il suo titolo di punta nel Maometto II di Rossini, andato in scena con regia, scene e costumi di Pier Luigi Pizzi, e la direzione orchestrale di Claudio Scimone. Si tratta di un'opera imponente, dominata da una tematica patriottica che, nel 1820, anticipava il Risorgimento. Creata a Napoli, fu poi trasformata e un po' rovinata per la rappresentazione veneziana del 1822 in cui Rossini, oltre a tagliuzzare la partitura e sostituire brani precedenti con pezzi non necessariamente migliori, cambiò lo straordinario finale tragico in un banale lieto fine: invece del suicidio di Anna, che sacrifica se stessa e il suo amore per salvare la patria, l'opera presenta un bel matrimonio tra la ragazza e il suo corteggiatore italiano, mentre il nobile e solenne Maometto, protagonista dell'opera, ad un certo punto sparisce senza lasciar traccia. Ve lo immaginate Verdi trasformare, per una rappresentazione qualsiasi, il finale de La traviata e concludere l'opera con le nozze di Alfredo e Violetta? Ma, negli anni '20, il melodramma serio era ancora una rappresentazione di affetti unversali, non di vicende individuali, e tutto poteva essere mutato, senza grossi danni.

Maometto II

Maometto II non è un capolavoro. Ora che queste opere serie di Rossini, dopo averci stupito per la loro riscoperta, cominciano ad entrare in repertorio, mostrano bellezze e limiti. Molte pagine, qui, si alimentano ad un formulario ripetitivo, tranne la meravigliosa preghiera di Anna Giusto cielo in tal periglio e i notevoli cori, in chiusura del primo atto. Ma il nuovo finale, costruito trapiantando il rondò conclusivo de La donna del lago, è posticcio e quasi imbarazzante. Su quest'opera eminentemente statica Pier Luigi Pizzi ha costruito una scenografia su due piani mobili; il sopra e il sotto scorrono verticalmente, apparendo e sparendo con effetti di sorpresa. Architetture ellenistiche semidiroccate, volte e archi di mattoni grigi, fanno da cornice ai costumi in sfumature color pastello, mentre il manto color ruggine di Maometto squilla sul grigio-azzurro del fondo. La regia arreda un'azione quasi inesistente, con gesti sobri ed esplicativi. Impossibile e controproducente sarebbe fare di più.
 

Maometto II


La compagnia di canto è buona. Ormai lo stile acrobatico del belcanto rossiniano si è diffuso, producendo parecchi cantanti che volteggiano come funamboli. Così sono Carmen Giannattasio (Anna) e Anna Rita Gemmabella (Calbo) nei panni della coppia protagonista. Il basso Lorenzo Regazzo come Maometto II è stato splendido: voce, portamento, chiarezza di dizione, precisione nelle colorature ne fanno un cantante rossiniano che non teme i personaggi più impegnativi. Il direttore, Claudio Scimone, conduce quest'operona pesante e monumentale in una navigazione sicura, ma maggior brio ed elasticità di fraseggio sarebbero necessari. Alla fine, ciò che resta impresso nella memoria dello spettatore sono le acrobazie delle due protagoniste, la regalità vocale e scenica di Lorenzo Regazzo e alcune trovate dello spettacolo. In particolare, l'apertura del sipario sulla visione dell'harem (applauso a scena aperta) con le donne vestite in burka dai colori pastello, tali da convincerci che questa bistrattata toilette femminile non sia poi tanto male: ma solo se disegnata e dipinta dal magico pennello di Pier Luigi Pizzi.

Maometto II
Dramma per musica in due atti


cast cast & credits
 

 

Da "La Stampa"
del 1 febbraio 2005

 


 

Maometto II




 

 
Firenze University Press
tel. (+39) 055 2757700 - fax (+39) 055 2757712
Via Cittadella 7 - 50144 Firenze

web:  http://www.fupress.com
email:info@fupress.com
© Firenze University Press 2013