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Una storia d'amore senza tempo

di Gabriella Gori
  Romeo and Juliet
Data di pubblicazione su web 26/11/2004  
La trasposizione in balletto su musica di Sergej Prokof'ev della più bella storia d'amore di tutti i tempi, Romeo and Juliet di William Shakespeare, è costellata di versioni classiche, moderne e contemporanee, che hanno fatto la storia dell'orchestica occidentale a partire dalle mise en danse di Vanja Psota nel 1938 a Brno in Cecoslovacchia e di Leonid Lavrovskij nel '40 al Teatro Kirov di Leningrado. Anche il teatro, il melodramma, il cinema, nel tempo hanno partecipato a quest'agone delle arti sceniche 'reiventandosi' i loro Romeo e Giulietta ma quando parole, musiche, immagini, non sono bastate più è stato il linguaggio del corpo a parlare.

E proprio l'estrema fisicità è il tratto distintivo di Romeo and Juliet di Robert North, ballerino e "coreoautore" statunitense, oggi direttore di importanti compagnie e apprezzato didatta. La coreografia, creata da North nel 1990 per il Ballet du Grand Théātre di Ginevra, è andata in scena al Teatro Verdi di Firenze con il Gyor National Ballet, l'organico ungherese che torna a quindici anni di distanza dalla sua prima apparizione cittadina alla rassegna "Danza Primavera" di Maria Grazia Nicosia.

Fondata nel 1979 da Ivan Markò e dal '91 diretta da Kiss Janos, la compagine è una delle realtà più vitali del panorama europeo e internazionale e per questa rentrée ha avuto come madrina l'Orchestra Regionale Toscana che, sotto la bacchetta di Micha Hamel, ha debuttato con successo nella musica da balletto. Robert North con la sua rivisitazione della tragedia shakespeariana ha mandato in soffitta scarpe da punta e danse d'école per dare vita a una pièce che se appare un po' datata, tuttavia è un esempio della possente modern dance di Martha Graham, regina della danza libera americana e figura di riferimento per tutta una generazione di artisti del secondo Novecento.

Proprio per questa sua inconfondibile ascendenza 'grahamiana' il lavoro del dancemaker americano a buon diritto affianca e si distingue dai dance-dramas classici di John Cranko (1958), Kenneth Mc Millan ('65) e John Neumeier ('71), dalla particolare rilettura di Rudolf Nureyev ('77) nelle vesti di "ricostruttore" dei capolavori del repertorio russo, e dalle versioni decisamente contemporanee di Fabrizio Monteverde ('89) e Angelin Preljocaj ('90). Suggestionato dalla pittura del Rinascimento italiano e dalle sfumature dell'ocra senese, North ha calato il suo Romeo e la sua Giulietta in una atmosfera luminosa, scegliendo di esaltare la "solarità" e il calore del sentimento che unisce i due amanti più che la tragica oscurità, da sempre privilegiata dalla tradizione ballettistica.

Le stesse scenografie di Andrew Storer, anche se un po' oleografiche, rendono l'idea della "città ideale" con la piazza e i palazzi rinascimentali, e perfino i costumi si richiamano a questa epoca ad eccezione di quelli femminili, al maggior parte stile Martha Graham con il classico taglio sotto il petto e la gonna lunga svasata, che compie la ruota e asseconda la contrazione e il rilassamento (contraction and release), capisaldi della tecnica moderna. Fedele al "principio di imitazione", North segue passo passo la vicenda dei Montecchi e Capuleti a cominciare dall'antefatto con lo scontro tra fazioni rivali che ci introduce in un clima di odio e violenza; di suo inserisce un prologo con i due protagonisti fanciulli in una scena velata da un sipario trasparente.

Originale appare la trasformazione della celebre Danza dei Cuscini nella dimora Capuleti in una danza di guerra, per mostrare l'efferatezza e la brutalità che caratterizza tutti i personaggi, compreso messer Capuleti che, con North, perde l'allure principesco per ridiventare, come in Shakespeare, tracotante e rozzo. Nel balletto, notevole spazio hanno le scene corali e particolare attenzione è rivolta al rapporto amicale fra Mercuzio e Romeo, colti nell'irruenza della gioventù. Il momento cruciale in cui Giulietta, dopo aver bevuto la pozione soporifera, vede il fantasma di Tebaldo inseguire il suo Romeo, ricorda quello shakespeariano incentrato sul monologo della ragazza, che si autoconvince a bere la fiala di frate Lorenzo per salvare il giovane marito.

In questo Romeo e Giulietta però la vera protagonista è la modern dance e riconoscibili sono le tipiche posizioni delle braccia (tese, curve, piegate) e delle mani con i palmi aperti, le sequenze dinamiche di passi a spirale, l'intensità dei duetti fra i due protagonisti nella mitica scena del balcone e in quella dell'addio mattutino, in una continua drammatizzazione del movimento che accentua, grazie alla contrazione, la dimensione lirica della situazione. La finlandese Mia Johansson, ospite del Gyor National Ballet, è stata una Giulietta perfetta. Solista del corpo di ballo della Staatsoper di Hannover e dancer prediletta da North nelle creazioni Eve, The Russian Story, Life, Love and Death, The Cradle will Rock, la Johansson ha messo in ombra il Romeo di Balazs Patkai, non sempre convincente. Anche il Gyor National Ballet non è apparso in forma smagliante e da cotanto nome ci saremmo aspettati qualcosa di più. Il numeroso pubblico però ha mostrato di gradire l'intera performance e lo spettacolo è stato calorosamente applaudito.

Romeo and Juliet
cast cast & credits
 




Romeo and Juliet




 
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