drammaturgia.it
Home | Cinema | Teatro | Opera e concerti | Danza | Mostre | Varia | Televisioni | Libri | Riviste
Punto sul vivo | Segnal@zioni | Saggi | Profili-interviste | Link | Contatti
cerca in vai

La tragica commedia della vita

di Marco Luceri
  Chiwetel Ejofor e Radha Mitchell
Data di pubblicazione su web 10/01/2005  
Melinda e Melinda è senza dubbio, insieme ad Accordi e disaccordi (2000), il miglior film realizzato da Woody Allen nel nuovo secolo. Il prolifico maestro di Manhattan, con il suo ultimo film, fa il punto su quello che è forse il dilemma più importante della sua attività di cineasta, e cioè la sempiterna domanda se l'essenza vera della vita sia comica o tragica. Sin qui, apparentemente, niente di nuovo. Infatti in quasi tutti i suoi film Allen ha sempre cercato di innestare su una struttura tragica uno sviluppo lieve ed ironico; è stata questa la cifra stilistica delle sue commedie e più in generale del suo umorismo, condito con la solita buona dose di intellettualismi, nevrosi, spunti autobiografici. Sotto la semplicità delle scelte e delle situazioni drammatiche inventate, sotto la comicità ironica, fatta di battute e di gags perfette e divertenti fino alle lacrime, sotto tutto quello che insomma ha reso immediatamente riconoscibile l'impronta di Allen sul cinema è sempre stata presente un'amarezza di fondo, un'inquietudine sotteranea, un mondo di pulsioni autodistruttive che hanno reso la comicità del regista americano un caso quasi unico nel cinema moderno.

Will Ferrer e Radha Mitchell
 
Inserirsi nei meccanismi della vita, nella sua dimensione di scarto tra commedia e tragedia, è una tendenza visibile nell'intera filmografia del regista, non solo nei suoi capolavori (Manhattan, Io & Annie, Hannah e le sue sorelle, Crimini e misfatti, Accordi e disaccordi) in cui essa salta subito agli occhi, ma anche in film altrettanto geniali anche se più 'leggeri' come Zelig, Provaci ancora Sam e Pallottole su Broadway. La passione smisurata per Bergman e un certo fatalismo presente nella sua cultura ebraica hanno sempre condito i suoi film di questo doppio registro. In Melinda e Melinda sembra che questa tendenza si concretizzi finalmente nell'espediente drammaturgico di raccontare due storie parallele nello stesso film, con protagoniste due donne che hanno lo stesso nome (Melinda, come suggerisce il titolo del film), ma che sono molto diverse, seppur interpretate dalla stessa attrice (una superlativa Radha Mitchell, molto a suo agio in entrambi i ruoli). L'ambiente è il solito, cioè quello dell'alta borghesia intellettuale di Manhattan, liberal e progressista, forse il pezzo di America che più di ogni altro ha scontato lo smacco della sconfitta elettorale subita dal 'suo' candidato democratico John Kerry alle recenti elezioni presidenziali del 2 novembre. Allen, nelle interviste che hanno accompagnato l'uscita del film, soprattutto in Europa, ha spesso sottolineato questo senso di smarrimento della 'sua' America di fronte alla deriva estremista dell'altra metà del Paese, quella che si è stretta intorno al presidente Bush.

Inevitabilmente il doppio personaggio di Melinda risente di questo forte senso di disagio ed infatti la situazione che dà inizio al film è proprio l'ingresso di Melinda nella tormentata vita di due giovani famiglie della Upper East Side newyorkese. In realtà il racconto nasce dalla fantasia di due scrittori (uno 'comico' e uno 'tragico'), che durante una cena con amici, da un medesimo spunto narrativo (una ragazza irrompe inaspettatamente in casa di una coppia di amici che non vede da tempo), partono per un racconto opposto, seguendo ognuno le proprie inclinazioni drammatiche. Naturalmente, Allen fa tutto tranne che cadere nei facili schematismi ed in questo risiede forse il maggior pregio del film; ogni aspetto tragico della vita ha sempre i suoi risvolti comici e paradossali e viceversa, così come l'arte (soprattutto quella di raccontare) non arriva mai ad acquisizioni definitive. In un certo senso la società che da tanti anni Allen ci racconta nei suoi film viene così a restituirci tutta la complessità che le è propria.

Brooke Smith, Radha Mitchell, Chloe Sevigny
 
Ancora una volta però il modello drammatico è quello delle coppie in crisi, in questo caso due. La prima è formata da un giovane, bello ma sfortunato attore di teatro (Johnny Lee Miller) sposato con una viziata e spendacciona Chloe Sevigny; l'altra é quella formata da una Amanda Peet nei panni di una giovane aiuto regista spregiudicata e pronta a tutto pur di sfondare nel mondo del cinema, sposata ad un imbranatissimo ed irresistibile Will Ferrell. Inutile dire che è la seconda la coppia protagonista della parte più riuscita del film; non solo perché, nonostante tutto, il registro comico è quello che più si addice alla bravura di Allen, ma anche perché il personaggio interpretato da Ferrell ci regala una serie di battutte e di gags degne del miglior repertorio del regista newyorkese. Pur non prestando stavolta voce, volto e corpo in prima persona, Allen concentra indirettamente su di lui la propria figura autobiografica, presente anche stavolta, come sempre nei suoi film. L'intrusione di Melinda nella vita di queste coppie porta a galla, con il suo carico di problemi e sentimenti, un paesaggio interiore fatto di meschinità, bugie, segreti, fragilità ed incomprensioni. Il fatto che queste vengano raccontate con la solita lievità pungente non ne sminuisce affatto la profondità della loro portata, per certi versi catartica. E', questo, un modo forse unico per continuare ad arrovelarsi sull'essenza della vita: comica o tragica? Tutt'e due, naturalmente. 




Melinda e Melinda
cast cast & credits
 



 


 




 

 
Firenze University Press
tel. (+39) 055 2757700 - fax (+39) 055 2757712
Via Cittadella 7 - 50144 Firenze

web:  http://www.fupress.com
email:info@fupress.com
© Firenze University Press 2013