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"Rumori, suoni e dolci melodie": Shakespeare e Sibelius ospiti dei Malatesta

di Lorenzo Mattei
  La tempesta
Data di pubblicazione su web 23/07/2004  
Durante le "Notti Malatestiane" – giunte, per chi non lo sapesse, alla loro V edizione – si può assistere ad un fenomeno più raro dell'eclissi lunare: a coraggiose operazioni di 'musicologia applicata' viene tributato un successo caloroso e sincero da parte di un pubblico eterogeneo per età e competenze. Il segreto risiede forse nell'onestà intellettuale che contraddistingue gli artefici del Festival (in primis l'eclettico direttore artistico Manlio Benzi insieme ad Emilio Sala, tra i più validi musicologi-uomini di teatro oggi attivi in Italia); o forse nel binomio 'musica e storia', che nasce dall'inserimento di progetti musical-multimediali nei luoghi dell'entroterra riminese più ricchi di quei monumenti lasciatici in eredità dal nostro passato. Non stupisce allora il lungo applauso risuonato nella Piazza Maggiore di Mondaino (RN) venerdì 9 luglio per premiare la serata inaugurale delle "Notti", che nel solco tracciato dalle passate stagioni anche quest'anno prendono l'abbrivo con uno spettacolo sincretico e sinestetico: un adattamento drammaturgico de La Tempesta di Shakespeare atto ad accogliere l'esecuzione integrale (in prima italiana) delle musiche di scena composte da Jan Sibelius nel 1925-26.

Il portico semicircolare che cinge la deliziosa piazzetta interna alla rocca malatestiana (quasi un semi-Globe) si è dimostrato luogo ideale per ospitare la parola shakespeariana – metaforica ed evocativa, non bisognosa di quinte né di apparati scenotecnici – recitata dai fondatori della compagnia "Le belle bandiere" di Elena Bucci (superba con la sua peculiare espressività corporea e padrona di una mimica capace di materializzare la leggerezza connessa ad Ariel, la grazia di Miranda e la grettezza di Caliban) e Marco Sgrosso (un Prospero a dire il vero un poco deconcentrato, per quanto intenso). Ad interpretare i 9 songs previsti dalla commedia di Shakespeare – nella quale la componente musicale si pone non come elemento di corredo ma ingrediente drammaturgico basilare, da Sibelius arricchito con 4 interludi tra gli atti – la giovanissima mezzosoprano Cristel Cenacchi (con una intonazione ancora immatura, ingenua e quindi idonea a dar voce allo spirito di Ariel), il soprano Monia Massetti/Giunone (impegnata nell'unico momento di canto simil-operistico previsto da Sibelius), i tenori Enrico Paro/Caliban ed Emanuele Genovese/Trinculo ed il bravo baritono (nonché attore e regista) Maurizio Leoni/Stephano (che ascolteremo nel Poème de l'amour et de la mer di Chausson il 3 e il 18 agosto).

Limitato, ma di qualità, l'apporto del coro lirico città di Rimini "A.Galli" diretto da Roberto Parmeggiani (davvero memorabile, pur nella sua brevità, l'invisibile Coro di venti); troppo esiguo invece lo spazio concesso alle luci di Vincenzo Raponi, suggestive nella realistica imitazione dei lampi (e del mare da essi illuminato, simboleggiato dai numerosi proiettori collocati sotto il palco orchestrale) nella tempesta-ouverture, ma latitanti nella Danza delle ombre (n.17) dove avrebbero di sicuro dato un contributo significativo. Intelligente la direzione di Benzi – salito sul podio con il manto da stregone, quasi alter ego di Prospero con una diversa bacchetta capace di sottomettere la magia della musica – che ha evitato di squilibrare l'orchestra con facili concessioni agli ottoni ed è stato in grado da un lato di arginare in una lettura nitida e razionale il melodismo e il bozzettismo di Sibelius, dall'altro di valorizzarne la sapienza timbrica.


Personalmente ci auguriamo che le sperimentazioni culturali nell'ambito delle musiche di scena intraprese dalle "Notti Malatestiane" abbiano lungo seguito poiché è grazie ad esse che l'ascoltatore conosce quel particolare genere di drammaturgia musicale non più solo attraverso il filtro delle suites antologiche (confezionate, beninteso, dagli stessi compositori) ma anche nella sua primigenia e ben più autentica dimensione teatrale.


La tempesta
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