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Se bastasse una sola canzone...

di Federico Ferrone
  Stefania Sandrelli
Data di pubblicazione su web 03/09/2004  
Prodotto dalla Sacher di Moretti e da Angelo Barbagallo, Te lo leggo negli occhi è il film d'esordio di Valia Santella, che si era già messa in mostra con il documentario Nel nome del popolo italiano incluso nell'antologia "I diari della Sacher" e già segretaria di edizione di molti registi italiani tra cui, tra gli altri, Salvatores, Martone e Soldini.

Il film è una storia tutta al femminile sulle tre generazioni di una famiglia divisa fra Napoli e Roma incentrata su tre personaggi quasi esemplari: una nonna che non si rassegna ad invecchiare, una madre conseguentemente insicura e una nipote che le subisce entrambe. La nonna Margherita (Stefania Sandrelli, in versione sessantenne in cerca di conferme, come già vista ne L'ultimo bacio), è infatti una viziata e solare cantante napoletana, che ha sempre trascurato la timida e sensibile figlia Chiara (Teresa Saponangelo), divenuta logopedista e a propria volta madre della piccola Lucia, una bambina che soffre d'asma e sulla quale riversa tutte le sue attenzioni ed una maniacale protezione.

Intorno a queste tre figure ruotano uomini tra l'inetto e l'impacciato, ad ogni modo sottoposti ai capricci ma anche alla forza delle donne che popolano la loro vita: il marito tradito di Margherita, il suo amante e l'impresario accondiscendente.

Fulcro della vicenda è la fuga di Nonna Margherita con la nipotina, strappata dalle grinfie di una madre troppo protettiva e che serve alla cantante per dimostrare a se stessa di essere ancora giovane. Lo scherzo rischia di concludersi drammaticamente.


Teresa Saponangelo

 
Il film analizza conflitti familiari realistici, si avvale di bravi attori (soprattutto Ernesto Mahieux e Luigi Maria Burruano, perfetto nel ruolo del marito cornuto e mazziato), di musiche di qualità (di Paolo Fresu) e ha persino un cameo di Nanni Moretti che delizia il pubblico con una frase alla Moretti.

Eppure è difficile salvare l'esordio della Santella, la quale una volta tratteggiati i caratteri troppo didascalici dei protagonisti sprofonda in una fiacca vicenda morale, in cui la catarsi di madre e figlia è tanto prevedibile quanto poco lucida. Troppo emotivi i protagonisti, troppo esile la vicenda.

Senza voler caricare di colpe altrui questo esordio, Te lo leggo negli occhi è quasi l'emblema di tutto un certo cinema italiano intimista, con bravi attori e nobili sentimenti, che naufraga inevitabilmente a causa di sceneggiature insufficienti e della pochezza delle situazioni messe in scena. Strano, perché la sceneggiatura è firmata, oltre che dalla regista, da Heidrun Schleef, già autore de La stanza del figlio di Moretti e scrittore di fiducia di Mimmo Calopresti.

Il tocco della Santella non è ancora all'altezza dei due registi, forse troppo influenzato, di certo assai poco originale nel trattare una storia che si trascina fino all'imbarazzante finale all'insegna del più banale volemose bene, in cui la madre pentita Sandrelli dedica alla figlia finora trascurata, in segno di riconciliazione, la canzone di Sergio Endrigo che dà il titolo al film. Non se ne sentiva il bisogno.

 


Te lo leggo negli occhi
cast cast & credits
 



 
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