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Le Nozze fra opera buffa e realismo romantico

di Giovanni Fornaro
  Le nozze di Figaro
Data di pubblicazione su web 01/12/2004  
Il complicatissimo intrigo de Le nozze di Figaro è stato ancora una volta dipanato, per quanto è possibile in quest'opera, con una coproduzione tra Teatro Comunale di Treviso e Fondazione Lirico Sinfonica Petruzzelli di Bari, con la regia di Maurizio Scaparro. Dopo il notevole successo trevigiano a novembre, è ora la volta delle rappresentazioni al Teatro Piccinni di Bari, in cui però tutto cambia, tranne la regia, le scene ed i costumi, per cui si può ragionevolmente parlare di "prima" a tutti gli effetti.


 


Le nozze di Figaro



L'opera buffa di W.A. Mozart, su libretto di Lorenzo Da Ponte – tratto dalla commedia di Beaumarchais Le mariage de Figaro – presenta caratteristiche che la rendono non facile all'allestimento, soprattutto a causa della sua essenza innovativa e "di confine", non più esclusivamente "buffa", ricca dei prodromi di quel romanticismo in musica che di lì a qualche anno avrebbe pervaso l'opera lirica ma che, nel 1786 (anno della sua prima rappresentazione al Burgtheater di Vienna) le sue contemporanee ancora dovevano recepire, al contrario che per altre espressioni artistiche come la letteratura ed il teatro non musicale. Ecco dunque personaggi non più intruppati nelle rigide macchiette settecentesche ma delineati a tutto tondo (e si conosce quanta importanza abbia assunto il musicista nella scelta e nella definizione del libretto delle Nozze), ricchi di contraddizioni, di accenti diversi, di languori amorosi – essendo Eros il vero protagonista della trilogia che il duo Mozart-Da Ponte realizzò, aggiungendo a quest'opera il Don Giovanni e Così fan tutte – come d'ira e d'orgoglio, di comica spavalderia e di popolare scaltrezza (nei personaggi non aristocratici), senza per questo apparire contradditori o far cadere la tensione drammaturgica. Si riflettono, i protagonisti, negli specchi che sono in bella vista nel I e nel II atto, rimbalzare metaforico di caratteri che, essi stessi, scoprono polivalenti e contrastanti, così come accade nella vita reale.

Come si vede, compito difficile per Maurizio Scaparro, più che degnamente assolto da par suo, anche se una minore rigidità dei rapporti prossemici avrebbe forse dato immediatezza al complicato intreccio e, soprattutto, avrebbe favorito l'attenzione del pubblico per un'opera che, non dimentichiamolo, è composta da ben quattro atti. Grandemente facilitato è stato, il regista, dalle eleganti scenografie, realizzate da Lele Luzzati e dal suo allievo Roberto Rebaudengo, con un giardino-foresta che, atto dopo atto, diviene sempre più incombente fino a essere, nell'ultimo, l'unica presenza scenografica e, soprattutto, intrigato e misterioso coprotagonista, quasi più bosco wagneriano che naturale multi-alcova settecentesca. In linea con il cromatismo di Luzzati, Santuzza Calì ha realizzato dei costumi molto raffinati, con accostamenti di sfumature dello stesso colore che, riprodotti con variazioni per i vari personaggi, ne sottolineavano il ruolo nei complicati e precari equilibri che di volta in volta si formano in scena.



 

Le nozze di Figaro




L'aspetto sonoro della rappresentazione barese ha visto Arnold Bosman nella doppia veste di direttore dell'Orchestra della Provincia di Bari e di direttore musicale della Fondazione, sicuro nel gesto e nel dare la giusta dimensione sinfonica ad una meravigliosa partitura, eclettica e multiforme. La sorpresa più stimolante delle Nozze è stato il cast vocale: è raro che un alto livello nella prestazione scenica, come in quella vocale, sia mantenuto praticamente da tutti i cantanti, molto equilibrati nell'emissione quanto duttili nell'adattarsi ai diversi caratteri ed atteggiamenti che, come si diceva, ogni personaggio impone. Le "punte" di queste interpretazioni sono state, ad ogni modo, le due protagoniste femminili, un'elegantissima ed aristocratica Eteri Gvazava (Contessa d'Almaviva, soprano), stella internazionale che proprio in primavera ha impersonato lo stesso ruolo, diretta da Zubin Mehta, al Maggio Musicale Fiorentino, dalla voce eterea e cristallina ma capace di assolo da applauso – vedi quello del III atto, nell'aria E Susanna non vien! – e la sanguigna, perfetta Susanna Eugenia Brayanova (soprano), la cui emissione era sempre spiegata e sicura.

Notevole anche l'interpretazione dei due ruoli principali maschili, Davide Damiani (Conte d'Almaviva) e Wojtek Gierlach (Figaro) entrambi baritoni, ma di diversa coloritura, e dalla importante presenza scenica. Gli altri cantanti, quasi tutti pugliesi, hanno molto ben figurato, in particolare Pietro Naviglio (Don Bartolo, basso) e Gabriella Sborgi (mezzosoprano), irrequieto Cherubino, come di pragmatica ruolo en travesti. Coro Associazione l'Opera, omogeneo e ben preparato da Elio Orciuolo.

Le nozze di Figaro
Opera buffa in quattro atti


cast cast & credits
 
trama trama
 

Le nozze di Figaro
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 
 
 

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