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Provaci ancora no global

di Gianni Cicali
  un immagine della manifestazione
Data di pubblicazione su web 19/11/2002  
Sono tempi in cui possiamo essere contenti di poco. Il mondo sta cancellando razionalità, laicità, rispetto e moderazione. Quasi ogni individuo dell'Occidente industrializzato lamenta la scarsità di tempo (in cui poter spendere il proprio denaro o alleviare la propria frustrazione nevrotica). Ogni individuo del resto del pianeta, non industrializzato, lamenta la scarsità di cibo e medicine. Nei paesi occidentali riscopriamo la spiritualità e nuove dame di S. Vincenzo del Lifting si sbrodolano, pagatissime, con santi new age. Nella maggior parte degli altri paesi accendono candele votive, offrono frutta esotiche alle divinità perché i bambini non muoiano di denutrizione, tubercolosi e altro.

Nella loro ingenua superficialità politica, i giovani, e non più giovani, del Social Forum hanno ottenuto un risultato politico eccezionale: hanno riportato sul palcoscenico della società italiana il logos, il discorso, il ragionamento o, se vogliamo usare un termine ammiccante, il 'dibattito'. Nell'antico teatro greco il logheion era quell'area della scena in cui gli attori 'agivano' la parola, in cui svelavano, mischiando danza, oralità e gestualità, il fatto narrato. Dal palcoscenico della nostra miseria politica nazionale, dominato soprattutto da scimmie ammaestrate e, in molti casi, intrinsecamente prezzolate, il logos è stato oramai bandito. Non più ragione o svolgimento di una trama: solo spezzoni di emotività falsa, solo brama di 'fare colpo', solo genuflessioni ostentate a santi non già cristiani ma pagano-capitalistici.

Nelle notti d'inizio novembre Firenze era una città deserta, fredda, spazzata da una pioggia fastidiosa. Uniche consistenti presenze le forze dell'ordine e i ragazzi e le ragazze che con sacchi a pelo (ebbene sì esistono ancora), zaini, kefiah, cappellini rastafari o similperuviani e tutto l'armamentario estetico-politicizzato raggiungevano gli ostelli messi a disposizione dal comune o si aggiravano per la città in cerca degli amici 'dispersi'. Il sospetto e il timore (e, da parte di chi scrive, anche un certo fastidio per la massificazione del look) li circondavano. Oggi possiamo dire che li circondava anche la calunnia di cui sono stati vittime. Calunnia che almeno in un caso porta in calce una firma: una giornalista già persecutrice di un'altra giornalista più grande di lei, l'indimenticata Camilla Cederna. Tralasciando il merito contenutistico delle proposte politiche no global, a mio avviso troppo ideologizzate, unidirezionali e, a volte, scarsamente pragmatiche, la sensazione generale offerta da questi giovani è stata quella di una speranza.

Forse, sottolineo forse, dietro il look rivisitato ci sono davvero gli eredi dell'utopia degli anni Sessanta, dei primi ecologisti, dei pionieri dell'amore libero, della smilitarizzazione e del pacifismo. Forse, sotto quei 'cenci' troppo comuni(sti) si celano anime e corpi gentili, aperti all'amore, assetati di informazione, desiderosi di non rendersi complici di questo massacro generale perpetrato ai danni del Terzo mondo ogni qualvolta una massaia fa la spesa in un supermercato di Dallas o di Cologno Monzese.

Forse, dietro questo spirito 'panterino', dietro l'entusiasmo della gita 'tutti insieme' sotto la bandiera della pace, ci sono delle creature che pensano che il mondo possa essere più delicato e giusto, impastato di colori e d'armonia. Forse.

Di sicuro, invece, molti bambini sono stati concepiti durante queste notti no global fiorentine: sarà uno dei più bei risultati di questo Social Forum.

Dopo la manifestazione pacifica e pacifista svoltasi in una giornata dal meteo pascoliano, il movimento no global ha messo una seria ipoteca sul monopolio dei raduni-spettacolo di massa 'giovanili', finora detenuto dai papaboys. E non si capisce perché quelle adunanze siano sempre state ben accette (e di danni ne hanno fatti anch'esse, a Parigi come a Roma, e di soldi ne sono costati ai contribuenti, specialmente italiani) e queste no. I 'nostri', almeno, non predicano la verginità e l'astinenza come unici strumenti anticoncezionali e anti aids. Provaci ancora no global...

PS
Non solo i monumenti fiorentini non erano in pericolo, ma ho potuto verificare che tra i visitatori della Galleria Palatina, e della mostra sul manierista Domenico Puligo, c'erano diversi giovani delegati del Social Forum (povero Silvio, il 'suo' David non era dunque così a rischio, e certo lo era molto meno di quanto non lo sia in balia dei teppisti del calcio tanto perdonati, coccolati e assolti). Inoltre dei ragazzi partecipanti al forum hanno scritto sulle blindature di alcuni negozi fiorentini: "Chiuso per lusso". Un calembour geniale, più efficace di un intero reparto d'assalto.




 
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