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Meglio il lunedì

di Roberto Fedi
  Un'immagine del film "Fuga per la vittoria" di John Huston
Data di pubblicazione su web 25/10/2004  
Ci dispiace tornare su un argomento che già altre (e forse troppe) volte abbiamo toccato: la cosiddetta Domenica sportiva (Rai Due, ore 22 e mezzo circa). Che ha toccato, ieri 17 ottobre, forse il punto più basso e oscuro della sua storia recente.

Due parole di premessa: si tratta, come si sa, di un programma a suo modo storico. Nel tempo si è modificato, naturalmente; e, via via, si è trasformato da resoconto filmato delle partite di calcio (e di pochi altri sport) della giornata appena conclusa, in quello che purtroppo è ora: due-tre ore dedicate esclusivamente al calcio, con discussioni, dibattiti, chiacchiere a ruota libera, e pochi minuti di 'servizi' filmati sulle partite, per altro relegati nella seconda parte della serata.

È una sciocchezza: se dobbiamo ridurre lo spettacolo a chiacchiera da bar, allora lo fa benissimo già Biscardi il lunedì su La7, senza bisogno che la Rai lo imiti - in peggio. Il conduttore, che è il Mazzocchi reduce dalle Olimpiadi dove non ci era dispiaciuto, per quel ruolo è inadeguato: si vede benissimo che se fosse per lui avrebbe della cosa un'idea anche un po' goliardica, e che invece gli tocca fare il serio in giacca e cravatta peggio del Bizzotto (serissimo e impettito come un conferenziere imbranato) la sera prima, a Sabato sprint.

Ora, del cosiddetto sport sarebbe bene avere un'immagine giocosa, e non seriosa. E invece questi qua, non si capisce bene perché, sono solo capaci di discettare di un gol di Vieri come se si trattasse di un decreto legge, e di una partita come se fosse un incontro per la pace in Iraq. Nessuna ironia (mai visto gente così poco dotata di sense of humor come i calciatori e i giornalisti cosiddetti sportivi), nessuna leggerezza, neanche un sorriso a pagarlo.

Il Mazzocchi si vede che ci soffre. E allora perché invita gente come quella di ieri sera? Dove si sono collegati per un'ora il Moggi della Juventus e il Della Valle, presidente della Fiorentina. Che, senza alcuna pietà per l'ascoltatore, hanno discusso fra di loro sia pure in collegamento (erano in città diverse) del problema dell'elezione del Presidente della Lega.

Alzi la mano chi ne sa qualcosa; anzi, alzi la mano chi sa cos'è la Lega. Anzi-bis: alzi la mano colui a cui gliene frega qualcosa. Trattasi di una questione, ci è sembrato, rigorosamente iniziatica, che riguarda Galliani del Milan e Della Valle, che magari giustamente ha lamentato il fatto che il Galliani, vicepresidente del Milan, forse avrebbe potuto risolvere questo piccolo conflitto. Ma, come abbiamo detto, chissà come stanno le cose.

Ora, ammettiamo pure che una trasmissione che allo sport (!) si intitola ne debba parlare. E che per questo ritardi di oltre un'ora i servizi filmati sulle partite. Ma allora dovrebbe farci capire qualcosa: non lasciare lo schermo a Moggi e Della Valle per disquisizioni più o meno criptiche (Moggi in questo è peggio di Andreotti), allusioni sibilline, e terminologia da happy few. A un certo punto, si è avuta l'impressione che fosse Moggi, e non Mazzocchi, a dirigere il programma, a dire chi doveva intervenire e su cosa, a dare la parola e a decidere quanto ancora si doveva parlare della faccenda.

Mazzocchi, visibilmente imbarazzato, lo ha lasciato fare. Sudditanza psicologica, si dice degli arbitri. E allora di solito si cerca di cambiarli, la volta dopo. E allora: cambiate il Mazzocchi. Quanto al resto, si spostiamo direttamente al lunedì.

La domenica sportiva

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