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Il ciclista ungherese e l'ipofisi lituana

di Gianni Cicali
  un'immagine da La Coquille et le Clergyman di Germaine Dulac (Francia, 1928)
Data di pubblicazione su web 30/05/2004  
Non è una strana storia d'amore, né un'esotica perversione di un magiaro su velocipede. Quella che sembra una traccia per un film presa dai 'modelli' del Diario minimo di Eco è invece una storia più sordida. Un ciclista ungherese contrabbandava sostanze dopanti in Italia; ormoni della crescita che, estratti dalle ipofisi di cadaveri, venivano confezionati in laboratori clandestini lituani (!).

Tra le cronache sul doping, che con regolarità sospetta riemergono in occasione del Giro d'Italia, è comparsa tra le righe anche questa strana connection ungaro-lituana che ispirerebbe un succulento e perverso raccontino di necropornofilia: un ciclista ungherese che non contrabbanda prostitute rumene o albanesi o ucraine ma.... ipofisi lituane. Un sublime inserto surrealista, la trama per un filmino da proiettare nel palazzo dei visconti di Noailles di fronte al gotha dei dadaisti, dei surrealisti, dei banchieri ebrei mecenati, degli scrittori 'automatici' ecc. ecc.: Il ciclista ungherese e l'ipofisi lituana, meglio de La Coquille et le Clergyman di Germaine Dulac (Francia, 1928).

Le investigazioni sul doping sono adesso oggetto anche della Direzione Investigativa Antimafia (DIA) del giudice Vigna. Ovvio che il ciclismo rimane lo sport più tartassato dalle forze dell'ordine, così come il calcio rimane il più intoccabile (quando mai si sono buttati già dal letto alle 4 di mattina i giocatori della Juventus, poveri!, ci vorrebbe una dispensa papale controfirmata dalla presidenza della repubblica!). Il fenomeno emergente è il 'doping del dilettante' che ha effetti ancor più letali di quello per così dire professionista.

Per giungere a una 'morale', dal punto di vista italiano, possiamo solo dire questo: ma di che doping ci vanno parlando? Doping nello sport? Ah, capisco, è importante. Ma c'è solo quello? Nel nostro ameno paese c'è solo quello? Non sono forse 'dopati' i processi, le elezioni, l'informazione, i concorsi (anche quelli per le veline!), le pensioni, l'edilizia, l'energia, la telefonia ecc. insomma quasi tutto? Francamente, nonostante il losco e criminale mercato sottostante (che ci auguriamo sia duramente punito), il doping mi sembra la cosa meno grave. In fondo nella maggior parte dei casi i dopati sanno bene cosa stanno facendo (escludo naturalmente gli innocenti minori spinti, per ingenuità, insicurezza o altro, all'uso di queste droghe: loro vanno solo tutelati e protetti, sempre).




 
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