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La Nuova Compagnia di Canto Popolare da Napoli all'Europa

di Michele Manzotti
  Nuova Compagnia di Canto Popolare
Data di pubblicazione su web 03/01/2005  
Fausta Vetere e Corrado Sfogli rappresentano gran parte della storia della Nuova Compagnia di Canto Popolare. Un progetto nato più di tre decenni fa grazie all'iniziativa di Roberto de Simone, figura fondamentale nel gruppo sia come musicista che come musicologo di gran pregio, e che ha riportato alla luce capolavori sconosciuti della musica tradizionale campana con protagonisti quali Eugenio Bennato, Peppe Barra, Nunzio Areni, Giovanni Mauriello, Patrizio Trampetti. La formazione nasce nel 1970 con il preciso intento di diffondere gli autentici valori della tradizione del popolo campano partendo dalla ricerca fatta sia sui documenti che nelle registrazioni sul "campo". Dopo il primo omonimo album del 1971, i grandi consensi al Festival di Spoleto del 1972 e del 1974 portano ad una straordinaria affermazione del gruppo confermata dalla partecipazione a festival di tutto il mondo (da Helsinki a Berlino, da Buenos Aires a Parigi, dalla Grecia agli Stati Uniti, dal Giappone al Brasile) e da opere sia musicali che teatrali come La cantata dei pastori, La canzone di Zeza, La perla reale, Sona sona e soprattutto La gatta Cenerentola, rappresentata per la prima volta nel 1976 a Spoleto. 
Agli inizi degli anni novanta il ritorno. Con il tempo sono via via cambiati non solo gran parte dei musicisti, ma anche il tipo di proposta, culminata in album quali Pesce d'o mare e soprattutto La voce del grano. La Nuova Compagnia di Canto Popolare di oggi è composta da Fausta Vetere, voce e chitarra; Corrado Sfogli, chitarra, mandola, bouzouki; Carmine Bruno, percussioni; Gino Evangelista, flauti, chitarra portoghese, mandolino; Gianni Lamagna, voce e chitarra; Michele Signore, violino, lyra, mandoloncello; Pasquale Ziccardi, voce e basso. Parliamo con i due componenti storici per un excursus della loro lunga carriera e per capire cosa riserva il futuro.


Nuova Compagnia di Canto Popolare
 

Quali furono le condizioni per la nascita del gruppo?
- Fausta Vetere: "Era un periodo molto favorevole: gli anni settanta hanno rappresentato un passaggio musicale molto importante e diciamo che sul mercato c'era una grande crisi. Non a caso noi, quando siamo usciti nel 1972 grazie al Festival di Spoleto, abbiamo creato i presupposti di una rivoluzione nel campo musicale. Venivamo da Napoli e di Napoli si conosceva solo la canzone classica: un'immagine stereotipata e oleografica che si trasmetteva anche all'estero. In quegli anni non ci si rendeva nemmeno conto, anche perché eravamo giovanissimi, dell'importanza che stavamo conquistando nel mondo della musica internazionale".

Per questo quando vi esibivate vi rivolgevate al pubblico come musicisti classici? Come per dire, "non siamo i soliti cantanti napoletani".
- Vetere: "Volevamo evitare il solito cliché 'pizza e mandolino'. Ognuno di noi esprimeva la propria personalità in ogni campo: c'era chi lo faceva cantando villanelle d'amore, chi con le tammurriate. Quindi ognuno di noi aveva la sua importanza all'interno del gruppo. E oggi la scelta dei collaboratori, del team, non è tanto in base alla bravura, ma anche alla personalità dell'esecutore e alla sua creatività. Non abbiamo mai sostituito nessuno, perché quelli che sono andati via non sono mai stati rimpiazzati per fare la stessa cosa dei predecessori".
- Corrado Sfogli: "Da noi sono arrivati dei musicisti che hanno sempre avuto una storia importante. Quello che voglio dire è che non ci siamo mai adagiati sui nostri successi. Il difficile è stato sempre mantenere un certo standard riuscendo ad arrivare al nuovo millennio partendo dagli inizi degli anni '70. Credo non sia una cosa semplice".

La prima Nccp era nota proprio per rielaborare le forme antiche.
- Sfogli: "Era una funzione importante, alla base c'era il lavoro di recupero e rivitalizzazione di questi brani. Oggi invece il percorso è mutato: la tradizione rimane sempre come punto di riferimento però abbiamo anche aperto le nostre esperienze. Il gruppo cambia: ci sono stati vari periodi come in tutti i percorsi artistici. Non vogliamo ripetere sempre le cose che abbiamo fatto e cerchiamo sempre di andare avanti. Io penso comunque che la Nccp come gruppo storico rappresenti la realtà più importante in Italia, perché ha dato il via al fenomeno della riscoperta della musica popolare".

Ai tempi della prima Nccp il pubblico scoprì strumenti antichi come la chitarra battente o il mandoloncello. Quando avete deciso di aggiornare la sonorità del gruppo con gli strumenti elettrici?
- Sfogli: "Intanto quegli strumenti sono rimasti, ma sono utilizzati in maniera diversa. Ad esempio il mandoloncello da accompagnatore della linea melodica oggi ha una funzione più ritmica. Sono rimasti i nostri compagni fedeli e li usiamo per interpretare musiche che sono contemporanee. Credo poi che la tradizione non debba rappresentare una riproposta pedissequa di quello si faceva nel passato, ma debba avere un'apertura a 360 gradi per non restare un ricordo e basta. Oggi quello che siamo come musicisti popolari è frutto di ciò che ci circonda. Per fare un esempio nell'ultimo disco (La voce del grano) c'è un brano dedicato al grande fotografo Sebastiao Salgado e alle tematiche che lui ha ritratto. Quindi scegliamo personaggi e argomenti contemporanei". 
 

Nuova Compagnia di Canto Popolare


State lavorando a un nuovo album?
- Sfogli: "Sì, anche a un Dvd dal vivo. Abbiamo trovato un'etichetta inidpendente per cui incidere, la Forrest Hill di Firenze: in questo momento con il mercato discografico e le crisi delle multinazionali di cui oggi si parla tanto (con ingaggi possibili solo se vengono superate le 50mila copie di vendita) crediamo che il lavoro riesca bene quando ci sono, come nel nostro caso, persone che credono in te. Meglio essere primi nell'ambito di una scuderia indipendente piuttosto che far parte del gruppo di artisti di un'etichetta alla quale in fondo non interessi. Noi crediamo nell'esistenza dell'arte in generale, anche se oggi sembra ridicolo parlare di certe cose. Però è così: noi crediamo ancora nell'espressione artistica, nel raccontare certe cose nell'ambito della commerciabilità. E questo è anche complesso per un gruppo come il nostro che esiste da oltre 30 anni. Per noi è come se fosse sempre la prima volta; qualsiasi nuovo disco tu faccia lo consideri sempre con l'attenzione che si dà all'ultimo nato, anche se molto distante chiaramente dai primi album della Nccp".

Oggi dunque da Napoli e dalla tradizione campana guardate in tutto il mondo.
- Sfogli: "L'arte è questa, è un continuo rinnovarsi. 30 anni fa c'era una formazione che si dedicava alla ricerca sul campo, nelle biblioteche, che si formava crescendo nel riproporre i pezzi della tradizione. Oggi grazie al team di lavoro che abbiamo creato, esprimiamo in modo diverso il nostro modo di essere dopo tanti anni di esperienza, di palcoscenici di tutto il mondo, di espressività, di amore verso la propria terra. Se ci fermiamo finisce tutto come diceva lo stesso Roberto De Simone".

Parlando di De Simone, viene in mente La Gatta Cenerentola, un'esperienza che consideriamo spartiacque nella vostra carriera. Ma vorremmo sapere la vostra opinione in merito.
- Vetere:"Una grande esperienza, ma va detto sinceramente che provocò anche una grande crisi. La Gatta Cenerentola è stato il momento della verità e delle scelte per alcuni di noi. Eugenio Bennato era già andato via; la crisi era originata dal fatto che lui non voleva farla. Noi invece eravamo molto stimolati da questo lavoro, che chiaramente ci avrebbe arricchiti sia dal punto di vista teatrale che musicale. Poi è avvenuto che Peppe Barra ha fatto una sua scelta di rimanere nel teatro e De Simone ha continuato per la sua strada di regista e di autore. Ma è giusto che sia così e che ognuno tiri le somme e dica "cosa faccio" musicalmente. Io, da cantante e chitarrista ho scelto il concerto e ancora di più lo studio e la ricerca in un altro campo. Così fu per Corrado e Nunzio Areni. Fu un momento di scelta e anche di stasi negli anni '80, con la musica popolare che ebbe un periodo di crisi. Successivamente c'è stata una grande voglia di riprendere e allargare un discorso interrotto, che si concretizzò con l'album Medina all'inizio degli anni '90".
- Sfogli: "Dopo la Cenerentola facemmo altri dischi, tra cui un album semi-fantasma come Le storie di Fantanasia con l'etichetta indipendente Panarecord. So che tra l'altro, dopo lo scioglimento della Panarecord, il materiale è stato acquisito dalla Emi. Ma il disco allora vendette poco e oggi è una rarità. Quello che voglio sottolineare è che oggi siamo un team che comprende me, Fausta, Pasquale Ziccardi, Gino Evangelista, Gianni Lamagna, Carmine Bruno e Michele Signore, il quale ha appena festeggiato i 21 anni di permanenza nel gruppo".
- Vetere: "In quegli anni di stasi ognuno di noi ha fatto delle esperienze a livello personale. Conobbi Michele proprio durante un lavoro teatrale che feci per un breve periodo di tempo".
- Sfogli: "Però voglio ricordare che non ci siamo mai fermati del tutto, anche se non facevamo apparizioni televisive".

E poi c'è stata anche la doppia esperienza di Sanremo…
- Sfogli: "La prima volta fummo subito eliminati ma vincemmo il premio della critica. Ricordo ancora i titoli dei giornali: "Clamoroso, con la migliore canzone la Nccp è stata eliminata". Poi la nuova apparizione del 1998: la Emi che pubblicò l'album Pesce d'o mare ci chiese di preparare un pezzo per il Festival. Noi però l'abbiamo sempre preso come un divertissement, senza pensare che ci avrebbe poi cambiato la vita".

Oggi sembra che suoniate più all'estero che in Italia.
- Sfogli: "Certo, abbiamo appena fatto una data a Belgrado riempiendo una sala di 300 persone, prima avevamo toccato i paesi scandinavi con i festival di Rejkiavik, Helsinki, Stoccolma. Poi siamo stati a Washington. Abbiamo anche il disco in preparazione e siamo sempre in continua evoluzione. Poi è interessante sottolineare un fatto: non c'è stato un concerto che non sia stato un successo, sia stato per 200 o 3000 persone. Penso che sia il miglior tipo di pillola che ti fa andare avanti".

 
 
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