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Bridget Jones: voglia di fuggire?

di Daniela Pecchioni
  bridget jones
Data di pubblicazione su web 09/11/2001  
Riceviamo e volentieri pubblichiamo

Andare al cinema per 'dimenticare', nel corso di quell'ora e mezza protetta dal buio di una sala, gli orrori che restano fuori. O almeno provarci. Per questo, indecisa tra Viaggio a Kandahar (che vedrò presto, comunque) e Il diario di Bridget Jones, dopo un'oscillazione di coscienza tipica di chi il cinema, quasi fosse una medicina, "lo prende sul serio", ho capito che non me la sentivo. Che proprio, quella sera, non mi andava di vedere burka, gambe di legno che piovono dal cielo, corse disperate con le stampelle… avevo bisogno di distrarmi un po'.

E allora eccomi lì. In mezzo a una folla di giovanissimi e non, a fare la fila per un film sul quale, in fondo, non punto più di tanto. "La solita storiella scontata". Penso - antipatica e ingiustificatamente saccente - tra me e me. Eppure, all'uscita, mi sento benissimo. Scontata. Scontatissima. Con tanto di lieto fine del genere, inequivocabile, "e vissero felici e contenti", ma in fondo cosa c'è di male. Il film è ben fatto. Ben recitato. I dialoghi sono scritti con sapiente comicità. Lo spirito del libro è mantenuto, fedelissimo, con una capacità di decodificazione di genere (dal letterario al cinematografico, ovviamente) assai rimarchevole e, ricordiamo, questo non è affatto scontato quando si passa da un romanzo ad un film. Bella la colonna sonora, molto bravi gli attori. Tutti. Da René Zellweger (Bridget) incicciottita per l'occasione come Stanislavsckji insegna, a Hugh Grant (Daniel) perfetto nel suo ruolo, sino al magistrale Colin Firth (Marc) che con perfetti giochi di sguardi rende tutta l'intensità di un sentimento non detto. Il film inoltre lancia, in un momento storico difficile, di grande smarrimento anche personale, un messaggio fondamentale.

Marc ama Bridget "così com'è". Elencandone tutti i difetti (e sono molti!) le imperfezioni, le mancanze. E non è messaggio importante, questo? Non dobbiamo sempre cercare di assomigliare a modelli irraggiungili? Soprattutto noi donne, bersagliate da ideali femminili inesistenti nella realtà: eterei, capaci, perfetti, irraggiungibili. La frustrazione è continua. La perfezione una chimera! Bridget Jones sceglie l'uomo che la ama così com'è. A dispetto di tutto. E lui la sceglie a dispetto di tutti! Forse è proprio una favola. Ma le favole fanno bene. Soprattutto quando la realtà fa orrore e spavento. 

 


 


 
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