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La ricerca del "Tesoro" sulla scena della fantasia

di Carmelo Alberti
  Tesoro
Data di pubblicazione su web 08/01/2007  

Da tempo si è stabilita una magnifica intesa tra le poetiche invenzioni del regista-autore Marcello Chiarenza e del circense e scopritore di talenti Alessandro Serena, che continuano a modulare una traversata originale lungo il tracciato del teatro-circo. Dopo il successo di Ombra di luna (2003) e Creature (2004), entrambe recensite su drammaturgia.it, completa la trilogia la rappresentazione di Tesoro, uno spettacolo di teatro acrobatico caraibico, con le musiche originali di Carlo Cialdi Capelli, prodotto da Arcipelago Circo Teatro e da Pantakin di Venezia. È una realizzazione che ha già avuto un buon riscontro anche in una tournèe sia italiana, sia in Spagna.

Sono proposte che sollecitano nello spettatore la predisposizione a giocare e, soprattutto, ad immaginare sulla scia di simbologie elementari; stavolta, gli autori invitano a intraprendere un viaggio sulle rotte delle storie descritte dai più noti e conosciuti romanzi d'avventura.  

La nave
La nave


 

Tesoro s'affida a una varietà di spunti che rimandano all'Isola del tesoro, a Peter Pan, a Robinson Crusoe, da Moby Dick a Il vecchio e il mare, e inoltre all'Odissea e al piacere di ascoltare racconti di terra e di mare, di compiere voli fantastici e navigazioni impossibili, d'inseguire episodi magari sognati nel riquadro di una finestrella, in una casettina, in un villaggio piccolo piccolo, in un luogo del mondo uguale a tanti altri. 

Attraverso una successione di quadri, che fondono insieme l'invenzione clownesca del bizzarro Emanuele Pasqualini, la gradevole vocalità di Claudia Facchini, le acrobazie volanti, difficili e rischiose da eseguire nell'angusto spazio di un palcoscenico, de Los Fables, sei ragazzi e una ragazza cubani che provengono dal Circo Nazionale di Cuba dopo essere transitati come allievi dalla scuola del Circo di Mosca, si evoca un mondo fantasioso e simbolico, fatto di elementi semplici, lievi e leggeri. In tal modo, lunghi bastoni si trasformano in radure e foreste, bianchi velieri dallo scafo di bambù volano sopra un mare tempestoso. Una miriade di pesci di ogni dimensione e maestose meduse di carta velina volteggiano sulle teste degli spettatori. Sopra un manto punteggiato da stelline volteggia un angelo prigioniero, che ricorda le icone di Chagall; la tovaglia di una tavola pantagruelica si trasforma nel lenzuolo-sudario di un letto da incubo, sul quale passeggia lo scheletro della morte.

La tessitura delle suggestioni, valorizzata dai bravi interpreti, ha incantato i presenti, grandi e piccoli, sollecitando una varietà di emozioni, dalle più ingenue alle più complesse. Sono tante le corde dello spettacolo, che rassicura e, insieme, indica i rischi, fa sorridere e intenerisce. Così, gli equilibristi, mentre sfidano le leggi della gravità, costruiscono piramidi umane, oscillano sull'altalena prima di spiccare un triplo salto mortale, volteggiano entro il cerchio di fuoco, s'arrampicano agilmente sulla pertica. Le melodie dei Caraibi s'intrecciano con i ritmi della favola; i diversivi ridicoli del clown manifestano senza timore la loro ingenuità. Poi, mentre le ante della finestra si rinchiudono sopra un paesaggio inesistente, in alto spunta una luna, una palla di luce dalla quale si srotola una scala che, come una firma, spettacolo dopo spettacolo invita chi assiste a volgere lo sguardo oltre l'incertezza del vivere.

 

 





Tesoro
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Tesoro
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Tesoro
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Gli acrobati
Gli acrobati


 

Gli acrobati
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