Le
ricerche pubblicate da Thalia Brero in questo volume – versione allégée (p. xxvi) della tesi di
dottorato discussa dalla studiosa nel 2013 allUniversità di Losanna e insignita
del prestigioso Prix de français de la
Société académique vaudoise – si apprezzano per almeno tre ragioni.
In
primo luogo, per lo sforzo di storicizzare il fenomeno della produzione di
descrizioni delle cerimonie dinastiche dei duchi di Savoia nella sua
complessità e globalità, considerando sia le problematiche relative alla
committenza delle scritture encomiastiche, alla loro stampa e diffusione tra le
corti europee, sia le questioni inerenti allo sviluppo letterario di tali
cronache nel Rinascimento.
Come
si apprende dalla lettura del capitolo II, se nel primo Quattrocento questi
testi si presentavano quali semplici resoconti di avvenimenti straordinari,
come lingresso a Basilea di Amedeo VIII
nel 1440 dopo lelezione al pontificato, nel corso del secolo lelaborazione
artistica delle descrizioni dei festeggiamenti di casa Savoia si fece più
ambiziosa, fino a definire i canoni di una raffinata prosa doccasione. Si
pensi ai livrets commemorativi
redatti nelletà di Carlo II
(1504-1553) per tutti gli eventi dinastici della famiglia del principe, come le
sue nozze con Beatrice di Portogallo
(1521) e il battesimo dei figli Adriano
(1522) e Emanuele Filiberto
(1528).
Nel
considerare il corpus delle
descrizioni pervenute, Brero traccia la mappa delle relazioni veicolate dalla
circolazione di questi testi tra le corti di Savoia, Francia, Borgogna, Austria
e Portogallo, ricostruendo un quadro dettagliato della diplomazia del
principato negli anni dei duchi Filippo
II (1496-1497), Filiberto II
(1497-1504) e il citato Carlo II. In questepoca – fino a oggi poco
indagata, alla cui storia è dedicato il capitolo I, – il ducato, sprovvisto di eserciti e di ampie risorse economiche,
seppe mantenere la propria indipendenza politica grazie ad accurate strategie
matrimoniali, in cui la magnificenza del cerimoniale doveva ricordare ai
contemporanei lantico prestigio di cui tale ducato aveva goduto nel
Medioevo.
Il
secondo merito del volume è offerto dalle accurate analisi delle descrizioni
dei matrimoni, degli ingressi solenni, dei battesimi e dei funerali dei membri
della famiglia ducale savoiarda, condotte sulla base dei documenti inventariati
dalla studiosa e sostenute dalla consultazione di una ampia e aggiornata
bibliografia scientifica. Si apprezzano la finezza con cui sono state
ricostruite le vicende storiche che fecero da sfondo agli eventi; lattenzione
alle variazioni introdotte nel cerimoniale principesco durante letà in esame;
la segnalazione di giostre, tornei, rappresentazioni sceniche, tableaux vivants tra gli intrattenimenti
di quelle giornate festive.
Il
capitolo III considera la stipula delle alleanze nuziali nelleconomia dei
vantaggi recati alla diplomazia e alle finanze del principato. Si prenda, ad
esempio, lo sposalizio, inviso a Francesco
I di Francia, di Filiberta di Savoia
con Giuliano de Medici (1515): tale
evento rese possibile la creazione delle sedi arcivescovili di Chambéry e Bourg
da parte di Leone X, che staccò i territori savoiardi dalla
dipendenza spirituale e fiscale dalle diocesi di Lione e Grenoble. Pari
attenzione è riservata allorganizzazione dei cortei, dei rituali e delle feste
nuziali, di cui restano preziose testimonianze iconografiche. Tra queste si
segnala una tela conservata al National Maritime Museum di Greenwich (riprodotta
in appendice) che immortala larrivo di Beatrice
di Portogallo a Villafranca nel 1521 a bordo del Santa Caterina do Monte Sinai, il vascello fatto sfarzosamente
arredare da suo padre re Emanuele
con tappezzerie di broccati dorati, mobili e oggetti preziosi.
I
capitoli IV, V e VI – dedicati rispettivamente agli ingressi, ai battesimi e ai
funerali – mettono a confronto le cerimonie ducali savoiarde con quelle in uso
presso le corti di Francia e Borgogna. La validità di tale approccio,
affrancata dalla similarità degli eventi festivi di riferimento, è rafforzata
da una serie di documenti che provano lo scambio di informazioni riguardo
allorganizzazione dei cerimoniali. Basti menzionare il Ce que on a acoustumé de fere en France pour le baptesme des enfans de
Roys dellArchivio di stato di Torino, resoconto delle feste per il
battesimo di Francesco di Valois
(1518) inviato a Carlo II. Tale documento fu probabilmente impiegato come
modello per ideare i festeggiamenti degli eredi del duca.
Il
tentativo di rispondere alla domanda che fa da titolo al capitolo VII (Le cérémonial princier, un système?)
costituisce il terzo merito del volume.
Mediante unefficace analisi dei documenti e delle loro vicende produttive, la
studiosa ha potuto formulare ipotesi sulle modalità con cui, tra XV e XVI
secolo, il cerimoniale della corte di Savoia fu sottoposto (specie sotto il
duraturo ducato di Carlo II) a un processo di semplificazione e di
strutturazione modellato sulle esigenze comunicative del principe. In particolare, Carlo II si servì dellaiuto
dellaraldo Bonnes Nouvelles e del
procuratore ducale François de Myozinge
per progettare i programmi celebrativi per lattribuzione a Laurent de Gorrevod del titolo di conte di Pont-de-Vaux (1521),
per il battesimo di Emanuele Filiberto di Savoia (1528) e per i funerali di Filippo di Savoia-Nemours (1534),
richiedendo loro anche la scrittura di prose commemorative degli eventi.
Con
la regia sapiente del duca, nella prima metà del secolo XVI i gesti e i momenti
della ritualità dinastica divennero dunque un apparato ben organizzato di
comunicazione politica. Nelle conclusioni, Brero si interroga su come questo
“sistema cerimoniale” abbia consentito ai Savoia di costruire una sfarzosa ma
convincente messa in scena del potere, capace di confermare lautorità del
dominio ducale nel cuore di unEuropa in tumulto per le Guerre dItalia tra gli
eserciti imperiale e francese, e di legare le sorti dellaristocrazia savoiarda
alla fedeltà alla casa regnante grazie allattribuzione del titolo di cavaliere
dellAnnunciata, antichissimo e prestigioso ordine creato da Amedeo VI nel 1364.
Chiudono
il volume tre appendici che facilitano la consultazione del testo: gli alberi
genealogici di casa Savoia, la carta geografica del ducato allinizio del
Cinquecento e un repertorio biografico che raccoglie le notizie sui numerosi
personaggi citati nel testo.
di Claudio Passera
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