In
una lettera aperta al musicista e compositore Fiorenzo Carpi (Milano 1918-Roma 1997) Giorgio Strehler dichiarava: «Mai la tua musica è stata poca cosa.
Essa è il filo sottile che unisce tutta la mia storia di teatro. Il “mio teatro”
è tenuto insieme dalle tue note. Molto spesso la tua musica ha dato, allinizio
o durante il lavoro, la “chiarificazione” interna di cui aveva bisogno [...].
Perché tu, Fiorenzo, hai sempre colto quello che per me è la prima cosa
essenziale della musica di teatro. La sua “necessità” ineluttabile. Essere,
cioè, la cosa musicale giusta per quel teatro che si stava facendo» (pp.
63-64). E ancora, in un biglietto autografo non datato: «Dichiaro che Fiorenzo
è grande ed io sono colpevole di non averglielo detto» (p. 166).
Parole
inequivocabili di stima e affetto verso colui che aveva ideato le musiche di
scena della maggior parte dei fortunati spettacoli del Piccolo Teatro della
Città di Milano quali Arlecchino
servitore di due padroni, La tempesta,
Le baruffe chiozzotte, La storia della bambola abbandonata. Ma
quelle di Strehler sono solo alcune delle tante testimonianze che arricchiscono
la prima biografia di Carpi scritta a quattro mani da Stella Casiraghi e Giulio
Luciani in collaborazione con la figlia del musicista, Martina Carpi,
e con una prefazione di Dario Fo
(Skira 2015).
Un
volume che è in bilico tra ricostruzione storica e ricordo affettuoso. I
singoli capitoli tracciano un percorso cronologico attraverso la vita e la
produzione artistica di Carpi che, in cinquantanni di ininterrotta attività, svariò dalla creazione di partiture per
il teatro, il cinema e la televisione alla produzione di musica da camera e
sinfonica, di canzoni popolari, nonché di unopera incompiuta: La porta divisoria, commissionata dal
Teatro alla Scala su libretto di Strehler.
La
narrazione scorre piacevole tra fotografie, aneddoti, esempi musicali e, come
accennato, i racconti di alcuni degli artisti con cui Carpi lavorò, tra cui Franca Valeri (pp. 47-49), Nicola Piovani (pp. 55-57), Paolo Grassi (pp. 89-90) e Dario Marianelli (pp. 139-142). Uno
spaccato di vita teatrale italiana del Novecento a tratti inedito. Ma spiace la
decisione dei due autori di non fornire un inventario completo delle composizioni
del musicista. Se inserirle nel testo avrebbe inevitabilmente appesantito la
scrittura, in unapposita appendice sarebbe stato un utile strumento di lavoro.
Nel corso del volume sono comunque offerte preziose
indicazioni per chi intenda approfondire lo studio della musica di Carpi e le
sue relazioni con il mondo dello spettacolo. In particolare lesistenza, presso
il Piccolo Teatro, dellarchivio personale del compositore, generosamente
donato da Carla Colisi Rossi e dalla
figlia Martina e in ampia parte ancora da catalogare. Vi sono raccolti
partiture, ripensamenti, manoscritti originali, inediti, materiali di lavoro
per la sala di incisione e registrazioni audio. Limitandosi ai soli documenti
cartacei, si stima lesistenza di circa 17.000 fogli, a cui vanno aggiunti
quelli del fondo musicale del prezioso archivio storico del Piccolo dove, nel
corso degli anni, sono stati depositati i materiali relativi agli spettacoli qui
prodotti e allestiti. Tra questi la totalità delle regie di Strehler (un
centinaio di titoli) realizzate nellarco di cinquantanni di proficua
collaborazione con Carpi. E un rapido riscontro sullArchivio Multimediale del
Piccolo Teatro, consultabile on line, ha fornito lindicazione di 11449 file
riferibili al compositore. Un patrimonio immenso a disposizione degli studiosi
e ancora ampiamente da indagare.
di Lorena Vallieri
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