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Stella Casiraghi, Giulio Luciani

Fiorenzo Carpi “Ma mi”. Musica, Teatro, Cinema, Televisione

In collaborazione con Martina Carpi. Prefazione di Dario Fo

Ginevra-Milano, Skira, 2015, 167 pp., 24,00 euro
ISBN 978-88-572-2587-6

In una lettera aperta al musicista e compositore Fiorenzo Carpi (Milano 1918-Roma 1997) Giorgio Strehler dichiarava: «Mai la tua musica è stata poca cosa. Essa è il filo sottile che unisce tutta la mia storia di teatro. Il “mio teatro” è tenuto insieme dalle tue note. Molto spesso la tua musica ha dato, all’inizio o durante il lavoro, la “chiarificazione” interna di cui aveva bisogno [...]. Perché tu, Fiorenzo, hai sempre colto quello che per me è la prima cosa essenziale della musica di teatro. La sua “necessità” ineluttabile. Essere, cioè, la cosa musicale giusta per quel teatro che si stava facendo» (pp. 63-64). E ancora, in un biglietto autografo non datato: «Dichiaro che Fiorenzo è grande ed io sono colpevole di non averglielo detto» (p. 166).

Parole inequivocabili di stima e affetto verso colui che aveva ideato le musiche di scena della maggior parte dei fortunati spettacoli del Piccolo Teatro della Città di Milano quali Arlecchino servitore di due padroni, La tempesta, Le baruffe chiozzotte, La storia della bambola abbandonata. Ma quelle di Strehler sono solo alcune delle tante testimonianze che arricchiscono la prima biografia di Carpi scritta a quattro mani da Stella Casiraghi e Giulio Luciani in collaborazione con la figlia del musicista, Martina Carpi, e con una prefazione di Dario Fo (Skira 2015).

Un volume che è in bilico tra ricostruzione storica e ricordo affettuoso. I singoli capitoli tracciano un percorso cronologico attraverso la vita e la produzione artistica di Carpi che, in cinquant’anni di ininterrotta attività, svariò dalla creazione di partiture per il teatro, il cinema e la televisione alla produzione di musica da camera e sinfonica, di canzoni popolari, nonché di un’opera incompiuta: La porta divisoria, commissionata dal Teatro alla Scala su libretto di Strehler.

La narrazione scorre piacevole tra fotografie, aneddoti, esempi musicali e, come accennato, i racconti di alcuni degli artisti con cui Carpi lavorò, tra cui Franca Valeri (pp. 47-49), Nicola Piovani (pp. 55-57), Paolo Grassi (pp. 89-90) e Dario Marianelli (pp. 139-142). Uno spaccato di vita teatrale italiana del Novecento a tratti inedito. Ma spiace la decisione dei due autori di non fornire un inventario completo delle composizioni del musicista. Se inserirle nel testo avrebbe inevitabilmente appesantito la scrittura, in un’apposita appendice sarebbe stato un utile strumento di lavoro.

Nel corso del volume sono comunque offerte preziose indicazioni per chi intenda approfondire lo studio della musica di Carpi e le sue relazioni con il mondo dello spettacolo. In particolare l’esistenza, presso il Piccolo Teatro, dell’archivio personale del compositore, generosamente donato da Carla Colisi Rossi e dalla figlia Martina e in ampia parte ancora da catalogare. Vi sono raccolti partiture, ripensamenti, manoscritti originali, inediti, materiali di lavoro per la sala di incisione e registrazioni audio. 

Limitandosi ai soli documenti cartacei, si stima l’esistenza di circa 17.000 fogli, a cui vanno aggiunti quelli del fondo musicale del prezioso archivio storico del Piccolo dove, nel corso degli anni, sono stati depositati i materiali relativi agli spettacoli qui prodotti e allestiti. Tra questi la totalità delle regie di Strehler (un centinaio di titoli) realizzate nell’arco di cinquant’anni di proficua collaborazione con Carpi. E un rapido riscontro sull’Archivio Multimediale del Piccolo Teatro, consultabile on line, ha fornito l’indicazione di 11449 file riferibili al compositore. Un patrimonio immenso a disposizione degli studiosi e ancora ampiamente da indagare.



di Lorena Vallieri


La copertina

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