drammaturgia.it
Home | Cinema | Teatro | Opera e concerti | Danza | Mostre | Varia | Televisioni | Libri | Riviste
Punto sul vivo | Segnal@zioni | Saggi | Profili-interviste | Link | Contatti
cerca in vai

L'antichità e le memorie

di Giacomo Villa
  Manifattura italiana o francese, Busto di Caterina de' Medici, 1533-1540, onice, oro e rubini, Firenze, Museo degli Argenti
Data di pubblicazione su web 22/06/2010  

“Le pietre dure son materia che vi si intaglia drento ogni sorta di lavoro, e per quelle si conserva di più l’antichità e le memorie, che in altra materia”. Le parole del Vasari introducono un aspetto importante del collezionismo di cammei e di pietre intagliate, la possibilità di queste ultime di resistere più di altri manufatti artistici all’usura del tempo. È questo il motivo conduttore della mostra “Pregio e bellezza. Cammei e intagli dei Medici”, un percorso lungo più di due secoli alla scoperta della ricchissima collezione glittica della famiglia fiorentina. Una mostra che innanzi tutto mette in luce la complessa vicenda della raccolta, ora divisa tra il Museo degli Argenti di Palazzo Pitti, il Museo Archeologico di Firenze e quello di Napoli, e che si avvale di prestiti di musei italiani e stranieri.

Icaro e Dedalo, Pasiphae e Artemide, I sec. a. C.,
niccolo, Napoli, Museo Archeologico Nazionale
 

Fin dal Quattrocento i Medici mostrarono una straordinaria predilezione per le pietre dure intagliate ed i cammei; tradizionalmente la raccolta di preziosi viene fatta iniziare con Cosimo il Vecchio e il figlio Piero, che li considerarono, all’interno della politica di promozione sociale della famiglia, un importante fonte di prestigio; raccolti nello studiolo del Palazzo di via Larga, sede del potere politico ed eccezionale luogo di esibizione delle meraviglie raccolte dalla famiglia (oltre a monete antiche, sculture, gioielli e pitture), servirono da ispirazione figurativa per artisti e incisori. Lorenzo il Magnifico ampiò in modo significativo il tesoro della famiglia, con l’acquisizione di numerosi pezzi che ebbero un’influenza determinante sull’ambiente artistico fiorentino. Motivo di prestigio, vero e proprio repertorio figurativo, all’interno degli ideali del circolo laurenziano, ma anche simbolo pubblico di una famiglia, se è vero che Lorenzo de’Medici fece eseguire a Donatello e bottega le copie ingrandite delle gemme più importanti, collocandole nei tondi sopra il colonnato del Palazzo di via Larga.

Dioskourides (attr.), Apollo, Marsia e Olimpo,
fine I sec. a.C.-inizio I sec. d.C., corniola,
Napoli, Museo Archeologico Nazionale
 

La mostra si sofferma sul valore che questa collezione aveva per gli artisti fiorentini della seconda metà del Quattrocento, intenti a riproporre l’antico in forme moderne: un esempio su tutti quello di Botticelli che utilizzò il motivo iconografico del Sigillo di Nerone, la famosa corniola d’età augustea, punta di diamante della collezione di Lorenzo, incastonato nel pendente al collo di Simonetta Vespucci nel celebre ritratto e rielaborato in modo del tutto personale e originale nella Nascita di Venere. Un doppio registro di imitazione, dunque, che si ritrova anche in alcune opere di Donatello, come nel David, che riporta, sull’elmo di Golia, un trionfo d’Amore, derivato direttamente da un cammeo entrato nella collezione grazie all’interesse di Lorenzo de’ Medici. La mostra prosegue in modo cronologico, offrendo, nelle altre sale, i frutti del collezionismo dei membri successivi della famiglia Medici: dal cammeo col ritratto di Cosimo I, Eleonora di Toledo e figli, alle raccolte di Ferdinando I, Leopoldo, Gian Gastone e Anna Maria Luisa

Giovanni Antonio de' Rossi, Il Duca Cosimo de' Medici, la Duchessa Eleonora di Toledo e cinque figli, 1556-1558, onice,
 Firenze, Museo degli Argenti di Palazzo Pitti (particolare)
 

Eccezionale la galleria di gemme intagliate: all’interesse di Cosimo I si deve l’acquisizione del raffinato cammeo Icaro e Dedalo, Pasiphae e Artemide della prima metà del I secolo a.C., fonte per un dipinto di analogo tema attribuito ad Andrea del Sarto. Dettagli impeccabili e precisi impreziosiscono la Testa di Lorenzo il Magnifico di Giovanni Antonio de’ Rossi, in agata contornata da sottili orli dorati, così come il cammeo che raffigura Tritone, Venere e due Amorini. Singolare nel suo bagliore sanguigno la corniola raffigurante Apollo, Marsia e Olimpo, nota anche come il Sigillo di Nerone, raffigurante il dio seminudo in posizione frontale, vincitore su Marsia, seduto su una roccia. L’oggetto, come già accennato, ebbe un’enorme fortuna, il motivo iconografico fu ripreso in molti altri cammei coevi e successivi, oltre che da Botticelli, persino nel frontespizio dell’edizione fiorentina del Canzoniere e dei Trionfi del Petrarca curata nell’ultimo quarto del XV secolo da Gherardo di Giovanni.

Manifattura tedesca, Leda e il cigno, prima metà del XVII secolo,
agata svizzera, rame dorato, Firenze, Museo degli Argenti di Plazzo Pitti (particolare)
 

Eccelsa la fattura de La caduta di Fetonte, appartenuto a Cosimo III de’ Medici o L’Imperatore che sacrifica alla speranza, cammeo in onice e metallo dorato di notevoli dimensioni appartenuto a Ferdinando de’ Medici o Leda e il cigno, acquistata dal cardinale Leopoldo de’ Medici. La mostra dedica una sezione anche agli ultimi Medici, da Cosimo III a Giangastone, a Maria Luisa Elettrice Palatina (spicca, appartenuta a quest’ultima, l’opera in onice e oro Apollo e fauno). Ricca anche la sezione dedicata ai gioielli, in cui si segnalano il Busto di Caterina de’Medici, in onice, oro e rubini e il Busto di Filippo II di Spagna

Domenico Compagni, Febo su quadriga, 1570-1580, onice e oro,
 Firenze, Museo degli Argenti di Palazzo Pitti

 

Un accenno al criterio espositivo: due delle quattro sale a piano terra del Museo degli Argenti, in cui si snoda la mostra, sono state pensate per accogliere l’esposizione di oggetti senza togliere spazio ai cicli di affreschi che si sviluppano verticalmente, concentrando al centro delle stanze pannelli e vetrine espositivi. Un rapporto osmotico lega il minuto cammeo intagliato alle dimensioni dilatate dell’affresco senza interferire con le precipue caratteristiche dell’uno e dell’altro, facendo assaporare la varietà delle due tipologie artistiche. Il catalogo, a cura di Riccardo Gennaioli, anch’esso, rimanendo in tema, prezioso almeno quanto gli oggetti che riporta, è ricco dal punto di vista dei contributi inseriti all’interno, che seguono fedelmente la scansione cronologica data alla mostra, offrendo uno spaccato del collezionismo mediceo dal Quattrocento a metà del XVIII secolo.

 

Pregio e bellezza. Cammei e intagli dei Medici

 

Giovanni Antonio de' Rossi, Testa di Lorenzo il Magnifico, 1556-1558, agata e oro, Firenze, Museo degli Argenti


 

 

 

 


 

Tritone, Venere e due Amorini, I-II sec. d. C., calcedonio e oro, Firenze, Museo Archeologico Nazionale


 

 

 


 

Sandro Botticelli, Ritratto femminile, Stadel Museum, Francoforte sul Meno


 

 

 

 


 

Francesco Petrarca, Canzoniere, Trionfi, edizione curata da Gherardo di Giovanni, sec. XV, Firenze, Biblioteca Nazionale Centrale


 

 

 


 

Giampaolo Poggini, Busto di Filippo II di Spagna, 1556, onice, oro e smalti policromi, Firenze, Museo degli Argenti





 

 
Firenze University Press
tel. (+39) 055 2757700 - fax (+39) 055 2757712
Via Cittadella 7 - 50144 Firenze

web:  http://www.fupress.com
email:info@fupress.com
© Firenze University Press 2013