Per chi ama i numeri, sessanta edizioni per un festival non sono di certo poche e neanche settecento opere tra film in concorso, sezioni laterali, eventi speciali, omaggi e retrospettive. Ma chi passerà sui tappeti della Berlinale 2010, che aprirà i battenti l11 febbraio?
La giuria, presieduta da un grande e quasi vecchio Werner Herzog (a quanto pare sempre più avvezzo alle occasioni festivaliere e che riesce a partecipare con due film alla volta, vedi Venezia 2009) mette accanto Francesca Comencini, il produttore spagnolo José Maria Morales, lo scrittore somalo Nuruddin Farah, Renée Zelwegger e la collega cinese Yu Nan. Leterogenea compagine sarà chiamata a giudicare venti film provenienti da 18 paesi, dove loccidente (in senso lato) conta ancora molto.
Tra i più attesi senzaltro The Ghost Writer (titolo italiano Luomo nellombra) di Roman Polanski che in caso di premio, come sappiamo, sarà impossibilitato a ritirarlo personalmente, The killer inside me di Michael Winterbottom, The First Gun di Zhang Ymou, e Tuan Yuan di Wan Quanaan a cui spetterà lonore di inaugurare la rassegna. Per chi ama i rimandi, proprio il da lui diretto Il matrimonio di Tuya, vincitore dellOrso doro 2007, aveva come protagonista la giurata Yu Nan. Va detto però, che se di trepidazione si può parlare, sarà tutta per Martin Scorsese e Leonardo DiCaprio ospiti e latori del travagliato Shutter Island (Fuori concorso).
Dal nostro angolo di osservazione si fa notare la latitanza dellItalia nella sezione principe ma tanto vuoto è (forse) compensato oltre che dal potere concesso a Francesca Comencini da una buona presenza nella moltiplicazione delle sezioni laterali.
Silvio Soldini sarà presente nella sezione Special Gala con Cosa voglio di più (sia detto senza pregiudizio, ma ancora una volta, come ha già fatto notare qualcuno, il cinema italiano tenta di esportare coppie urlanti e infedeli), Mine vaganti di Ferzan Ozpetek, promessa di corale ritratto di famiglia stravagante e Due vite per caso di Alessandro Aronadio esordiente palermitano di studi americani, nella sezione Panorama. Nella sezione Generation ce la fa a entrare anche La pivellina di Tizza Covi e Rainer Frimmel, racconto di Italia emarginata, con un biglietto da visita da classi agiate: il premio della Quinzaine des Réalisateurs a Cannes 2009. La bocca del lupo di Pietro Marcello (nel comparto Forum) non è da meno perché è il vincitore dellultima edizione del Torino Film Festival. Dal Sundance chiuso a fine gennaio arriva invece Io sono lamore di Luca Guadagnino con Tilda Swinson, incluso in Culinary Cinema (ormai come i peggiori telegiornali pare che anche i festival debbano avere una sezione dedicata al cibo) e, a chiudere litalica cordata, Giardini di luce di David e Lucia Pepe selezionato tra i cortometraggi. Degni dinteresse anche gli spazi Play it again…!, sguardo retrospettivo sulla storia del festival che trova una giustificazione nel sessantesimo anniversario, Perspektive Deutsches Kino 2010, termometro del cinema tedesco contemporaneo e gli omaggi a Hanna Schygulla e allo sceneggiatore e regista Wolfgang Kohlhaase.
Insomma, prima che i tepori di maggio riscaldino la passerella di Cannes almeno della quantità si è certi.
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