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Apre la Berlinale

di Paolo Grassini
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Data di pubblicazione su web 07/02/2010  

Per chi ama i numeri, sessanta edizioni per un festival non sono di certo poche e neanche settecento opere tra film in concorso, sezioni laterali, eventi speciali, omaggi e retrospettive.  Ma chi passerà sui tappeti della Berlinale 2010, che aprirà i battenti l’11 febbraio?

La giuria, presieduta da un grande e quasi vecchio Werner Herzog (a quanto pare sempre più avvezzo alle occasioni festivaliere e che riesce a partecipare con due film alla volta, vedi Venezia 2009)  mette accanto Francesca Comencini, il produttore spagnolo José Maria Morales, lo scrittore somalo Nuruddin Farah, Renée Zelwegger e la collega cinese Yu Nan. L’eterogenea compagine sarà chiamata a giudicare venti film provenienti da 18 paesi, dove l’occidente (in senso lato) conta ancora molto.


 

Tra i più attesi senz’altro The Ghost Writer (titolo italiano L’uomo nell’ombra) di Roman Polanski che in caso di premio, come sappiamo, sarà impossibilitato a ritirarlo personalmente, The killer inside me di Michael Winterbottom, The First Gun di Zhang Ymou, e Tuan Yuan di Wan Quana’an a cui spetterà l’onore di inaugurare la rassegna. Per chi ama i rimandi, proprio il da lui diretto Il matrimonio di Tuya, vincitore dell’Orso d’oro 2007, aveva come protagonista la giurata Yu Nan. Va detto però, che se di trepidazione si può parlare, sarà tutta per Martin Scorsese e Leonardo DiCaprio ospiti e latori del travagliato Shutter Island (Fuori concorso).

Dal nostro angolo di osservazione si fa notare la latitanza dell’Italia nella sezione principe ma tanto vuoto è (forse) compensato oltre che dal potere concesso a Francesca Comencini da una buona presenza nella moltiplicazione delle sezioni laterali.  

Silvio Soldini sarà presente nella sezione Special Gala con Cosa voglio di più (sia detto senza pregiudizio, ma ancora una volta, come ha già fatto notare qualcuno, il cinema italiano tenta di esportare coppie urlanti e infedeli), Mine vaganti di Ferzan Ozpetek, promessa di corale ritratto di famiglia stravagante e Due vite per caso di Alessandro Aronadio esordiente palermitano di studi americani, nella sezione Panorama. Nella sezione Generation ce la fa a entrare anche La pivellina di Tizza Covi e Rainer Frimmel, racconto di Italia emarginata, con un biglietto da visita da classi agiate: il premio della Quinzaine des Réalisateurs a Cannes 2009. La bocca del lupo di Pietro Marcello (nel comparto Forum) non è da meno perché è il vincitore dell’ultima edizione del Torino Film Festival.  Dal Sundance chiuso a fine gennaio arriva invece Io sono l’amore di Luca Guadagnino con Tilda Swinson, incluso in Culinary Cinema (ormai come i peggiori telegiornali pare che anche i festival debbano avere una sezione dedicata al cibo) e, a chiudere l’italica cordata, Giardini di luce di David e Lucia Pepe selezionato tra i cortometraggi. Degni d’interesse anche gli spazi Play it again…!, sguardo retrospettivo sulla storia del festival che trova una giustificazione nel sessantesimo anniversario, Perspektive Deutsches Kino 2010, termometro del cinema tedesco contemporaneo e gli omaggi a Hanna Schygulla e allo sceneggiatore e regista Wolfgang Kohlhaase.

Insomma, prima che i tepori di maggio riscaldino la passerella di Cannes almeno della quantità si è certi.

 



Werner Herzog
Presidente della giuria
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 




 
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