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Artus-Sage e il Nijinsky-Gala alla Staatsoper di Amburgo

di Gabriella Gori
 
Data di pubblicazione su web 04/09/2007  

Detiene e deterrà ancora per molto il record di sei ore e mezzo il trentatreesimo Nijinsky Gala, andato in scena nella raffinata cornice della Staatsoper di Amburgo con l’ottima Philarmoniker Hamburg diretta da KlausPeter Seibel.

Ispirato quest’anno al mito e alla fiaba, il florilegio coreografico amburghese è l’ultimo degli appuntamenti coreutici della città anseatica che, puntualmente a luglio, apre le porte alla danza e al balletto presentando un pacchetto di spettacoli con lo Hamburg Ballett. Il corpo di ballo cittadino diretto da John Neumeier.
Nell’arco di quindici giorni per la gioia di ‘ballettofili’ e ‘balletomani’ è possibile assistere ad altrettante creazioni di Neumeier e, dulcis in fundo, bearsi del raro privilegio di vedere riunito il fior fiore della danza internazionale. Una rosa di ospiti che, ormai da oltre un trentennio, decreta l’immancabile successo del gala e richiama nella città tedesca appassionati ed esperti da ogni dove.

Ma se l’eccezionale soirée ha tenuto avvinti gli spettatori per un tempo lunghissimo e li ha visti omaggiare i protagonisti con numerosi fasci di fiori, anche il balletto Artus-Sage, messo in scena la sera precedente, ha rappresentato un evento non trascurabile, confermando ancora una volta il genio creativo di John Neumeier, “coreo-regista” e insigne esponente del dance drama del secondo Novecento.

Creato nel 1982 per lo Hamburg Ballet, la compagnia diretta dal dancemaker americano dal 1974, il balletto è un tuffo nel Medioevo fantastico e ripercorre la saga di re Artù tenendo presente le leggende del ciclo bretone a cominciare da Lancillotto o il cavaliere della carretta, poema francese di Chrétien de Troyes del XII secolo, Lanzelet, poema epico in lingua alto-medievale tedesca di Ulrich von Zatzikhofen, composto intorno al 1220, e La ricerca del Santo Graal del poeta Robert de Boron, scritto negli ultimi anni del 1100.

Lo spettacolo, diviso in due parti, si apre e si chiude con le nebbie dell’isola di Avalon che all’inizio avvolgono il mare, Merlino, Excalibur, e alla fine inghiottono Artù e il figlio Mordred, morti in duello, e circondano la solitudine di Lancillotto e Ginevra. Il tutto arricchito da una colonna sonora di rara bellezza, composta da canti tibetani e da musiche di Sibelius e di Stephan Micus. Neumeier, rispettoso della leggenda, ripercorre la storia di Artù, figlio di Uter Pendragon e dell’adultera Ygerne, che otterrà, grazie a Merlino, Excalibur, la spada simbolo del potere regale. Si assiste all’arrivo di Lancillotto, all’amicizia di Artù e del “cavaliere della carretta”, alla seduzione di Morgana che, sorella di Artù, avrà dal fratello Mordred, il figlio destinato ad uccidere e ad essere ucciso dal padre. Non manca l’amore tra Ginevra e Artù e tra la regina e Lancillotto e c’è anche l’incontro tra Lancillotto e la principessa Elaine che, sotto le sembianze di Ginevra, sedurrà il “perfetto cavaliere” dandogli Galaad, il futuro conquistatore del Graal.

Balletto complesso, pur nella linearità di fabula e intreccio, nell’Artus-Sage sono evidenti i richiami all’iconografia medievale e il racconto si caratterizza per l’atmosfera fiabesca, resa da un elegante gioco di luci chiaroscurali e da ondate di fumo espanso. Soprattutto colpisce la capacità di Neumeier di sposare la danza di matrice classica con la cosiddetta danza antica o storica e la danza moderna di ascendenza ‘grahamiana’, e l’alternarsi di questi diversi stili di danza contribuisce a narrare gli eventi dando corpo e movimento a sentimenti ed emozioni, specie femminili.

E se belle sono le scene corali dell’inizio, animate da eteree danzatrici che ballano una sorta di carola medievale, e altrettanto d’impatto risultano quelle finali della guerra con i soldati di Artù, che si scontrano con i seguaci di Mordred in una danza maschia di stampo accademico, sono i passi a due che costituiscono il clou dello spettacolo. Nei duetti di Uter e Ygerne, Artù e Ginevra, Artù e Morgana, Lancillotto e Ginevra, Lancillotto e Elaine, diventa emblematico l’utilizzo o meno delle scarpe da punta per esprimere le passioni dei personaggi, sontuosamente vestiti dai costumi ideati da Neumeier. In un continuo avvicendarsi di coppie, la danza diventa protagonista e riconoscibile è l’omaggio alla lezione di Martha Graham nella performance di Ygerne e della stessa Ginevra che, come Morgana ed Elaine, alterna il linguaggio accademico alla modern dance.

Lo Hamburg Ballett si conferma un’eccellente compagnia composta da notevoli individualità a cominciare da Ivan Urban, Merlino, Yaroslav Ivanenko, Uter Pendragon, Laura Cazzaniga, Ygerne, Lloyd Riggins, re Artù, Carsten Jung, Lancillotto, Joelle Boulogne, Morgana, Alexandre Biabko, Mordred, Heather Jurgensen, Ginevra, Silvia Azzoni, Elaine. Tutti elementi di notevole preparazione tecnica e capacità interpretativa che portano impresso il ‘marchio’ del loro mentore John. E questo mentore è stato anche il perfetto cerimoniere del Nijinsky Gala, presentando ad uno ad uno i pezzi del repertorio classico, moderno e contemporaneo, inseriti nel programma di sala.

Il gala, diviso in tre parti, è iniziato con il Prologo e il Grand Pas de deux della Bella Addormentata con la coreografia di John Neumeier, ispirata a quella ottocentesca di Marius Petipa su musica di Tschaikowsky, scene e costumi di Jurgen Rose. Il Prologo ha visto in azione Alexandre Riabko, Hélène Bouchet e Peter Dingle, mentre Barbora Kohoutkova e Otto Bubenicek hanno dato vita al passo a due, mostrando tutti e cinque una tecnica sopraffina e tenendo alto il nome dell’Hamburg Ballett nella ripresa di un titolo storico del repertorio ballettistico occidentale.

Hélène Bouchet e Thiago Bordin, sempre del Balletto di Amburgo, hanno interpretato il Pas de deux da Cindarella Story nella versione di John Neumeier, su musica di Sergej Prokofjew e i costumi dell’onnipresente Jurgen Rose. Ideata per l’Hamburg Ballet nel 1992, questa Cenerentola privilegia l’aspetto psicanalitico del passaggio dall’adolescenza alla maturità sentimentale visto attraverso le figure del padre, che muore, e del principe che sarà per Cenerentola il nuovo punto di riferimento. Hélène e Thiago, per la prima volta nelle vesti dei protagonisti, sono stati molto intensi e hanno saputo rileggere questi personaggi da fiaba alla luce di un umano percorso di formazione.

Ancora due danzatori del Balletto di Amburgo, Georgina Broadhurst e Yohan Stegli sono stati protagonisti per la prima volta del Pas de deux tratto da Daphins und Chloe di Neumeier su musica di Maurice Ravel e costumi di Jurgen Rose. Firmato per l’Hamburg Ballet nel 1985, anche questo balletto è un rilettura di Neumeier della celebre favola pastorale di Daphins and Chloe che Michael Fokine mise in scena per i Balletti Russi di Diaghilev nel 1912 con Vaslav Nijinskij e Tamara Karsavina. Ambientato all’epoca in cui Ravel scrisse la musica, questo Daphins und Chloe ‘neumerieriano’ esalta la scoperta dell’amore e dell’erotismo da parte di alcuni giovani inglesi che si recano in Grecia e Georgina e Yohan non hanno deluso le aspettative.

Silvia Azzoni e Alexandre Riabko dello Hamburg Ballett, al loro debutto nei ruoli di Ofelia e Amleto, hanno interpreto magnificamente il Pas de deux dall’Amleth di Neumeier, un balletto del 1985 su musica di Michael Tippett, scene e costumi di Jurgen Rose, che si concentra sulla follia di Ofelia e l’eccessiva spensieratezza di Amleto, condannato a scontrasi con la dura realtà.

Un vera chicca è stato il Pas de deux da Il Lago dei cigni di Marius Petipa su musica di Tschaikowsky con i più che bravi Polina Semionova e Wieslaw Dudek, entrambi dello Staatsballett di Berlino. E la stupenda Polina è stata protagonista, insieme a Michael Banzhaf, sempre dello Staatsballett di Berlino, del passo a due da Ring um den Ring di Maurice Béjart su musica di Wagner. Un lavoro del 1990 che omaggia il Ring  wagneriano con una danza fluida e sensuale.

Ancora un classico ha tenuto banco con la meravigliosa Uljana Lopatkina del Balletto Mariinsky-Kirov di San Pietroburgo che ha avuto come partner Edvin Revazov del Balletto di Amburgo. Insieme hanno danzato il Passo a due dallo Schiaccianoci nella versione di Neumeier su musica di Tschaikowsky e costumi di Jurgen Rose. In scena per la prima volta nel 1974 con l’Hamburg Ballet, il balletto è una rivisitazione a 360° del testo ’petipatiano’ in cui Drosselmeier è un redivivo Petipa e la ballerina che prova alla sbarra è la sorella di Clara e ha le sembianze di Anna Pavlova, star dei Balletti Russi di Diaghilev.

La Lopatkina ha poi regalato momenti di intenso pathos con La morte del cigno, una coreografia di Michail Fokine su musica di Camille Saint-Saens del 1907. Nata per Anna Pavlova, La morte del cigno è ancora oggi un cavallo di battaglia e Uljana ne ha dato un’interpretazione magistrale, pari a quella di Schéhérazade, il balletto creato da Fokine nel 1910 per i Ballets Russes di Diaghilev su musica di Rimskij-Korsakow. In coppia con Ivan Koslov del Balletto di Amburgo, la stella del Kirov ammalia nel ruolo della favorita del sultano che irretisce lo Schiavo d’oro e resta impressa per il carattere felino e sinuoso dei suoi movimenti, confermandosi ancora una volta padrona della scena.

Ideale raccordo con l’Artus-Sage della sera precedente è stato Parzival-Episoden und Echo di Neumeier su musica di John Adams, “The Cahirman dances”, e Richard Wagner, “Vorspiel zu “Parsifal”, con scene di Peter Schmidt. Creato nel 2006, questo balletto ha visto in scena l’Hamburg Ballet ed è stato particolarmente intenso il passaggio della madre che ripensa al marito morto in guerra in un vero atto di denuncia contro l’inutilità di tutte le guerre.

Poi è stata la volta di uno dei capolavori di Martha Graham, Errand into the Maze, un balletto del 1947 ispirato al labirinto di Cnosso e alla storia di Arianna e Teseo con i costumi disegnati dalla stessa Graham, le scene di Isamu Naguchi e le musica di Gain Carlo Menotti. Interpretato da Miki Orihara e Tadej Brdnik della Martha Graham Dance Company, il pezzo è stato un’occasione per rimmergersi nella temperie artistico - culturale di quegli anni e riapprezzare l’originaria cifra poetico - stilistica di una delle maestre della modern dance.

Un inno alla danza primitiva e ancestrale è stato Letztes Solo da Le Sacre di Neumeier su musica di Strawinsky con Niurka Moredo del Balletto di Amburgo. Datato 1972, questo solo, come tutta La Sagra ‘neumeieriana’, si caratterizza per il vigore e la forza fisica e brava è stata la protagonista, che, lasciate le scene, è diventata maitre de ballet della compagnia. Da Sylvia di Neumeier, un balletto creato per il Ballet de l’Opéra National de Paris nel 1997 su musica di Léo Delibes con scene e costumi di Yannis Kokkos, è andato in scena il Pas de deux di Diana ed Endimione, Laura Cazzaniga e Carsten Jung dell’Hamburg Ballett, e “Abshieds: Pas de deux” con Silvia, Joelle Boulogne, e Aminta, Lloyde Riggins. Due duetti che confermano ancora una volta l’indiscutibile tocco ‘neumeieriano’ nel tratteggiare con la danza la forte sensualità e l’intensità del rapporto di coppia.

Diana und Acteon: Pas de deux, si è inframmezzato ai due brani di Sylvia riportandoci indietro nel tempo. Coreografo da Agrippina Vaganova nel 1935 su musica di Cesare Pugni, questo passo a due è un vero banco di prove per il suo virtuosismo accademico e ne sono stati interpreti la brava Carolina Aguero del Balletto di Amburgo, nominata prima ballerina dopo il Nijinsky Gala, e l’étoile argentina Maximiliano Guerra.

Heather Jurgensen e Carsten Jung del Balletto di Amburgo hanno interpretato il delicatissimo Valse lente, una coreografia di John Neumeier su un’inedita musica di George Balanchine. Rappresentato per la prima volta nel 2005, questo passo a due in stile neoclassico è un tributo coreico-musicale di Neumeier al prediletto Balanchine. La coppia d’oro della danza made in Italy, Alessandra Ferri e Roberto Bolle, ha portato in scena il passo a due da Romeo e Giulietta di Amedeo Amodio su musica di Hector Berlioz, una creazione nata per l’Aterballetto nel 1987. Il Pas de deux ha messo in luce la rara intensità interpretativa di Alessandra Ferri e il carisma di Roberto Bolle, un bellissimo e ineccepibile Montecchi.

Opus 100 – for Maurice di Neumeier su musica di Simon & Garfunkel con Ivan Urban e Alexandre Riabko dell’Hamburg Ballet, è un accattivante omaggio al grande Béjart da parte dell’amico Neumeier che, nel 1996, con questo splendido duo maschile ha voluto celebrare il grande coreografo marsigliese e il fascino dell’ambiguità. Rondo-Finale, un pezzo di Neumeier sulla Settima Sinfonia di Mahler, ha chiuso alla grande il Nijinsky Gala presentando l’Hamburg Ballett al completo. Messo in scena per la prima volta nel 2005 dalla compagnia e riproposto in seguito, questo Rondo-Finale ha il carattere del divertissement ed esalta la bravura degli interpreti.

Un commento e un ricordo a parte merita il gran finale dello spettacolo che ha visto gli interpreti letteralmente sommersi da applausi e fiori e soprattutto il commiato dalle scene di Heather Jurgensen, ballerina del Balletto di Amburgo, e della stessa Alessandra Ferri, stella internazionale, che sta per appendere le scarpette al chiodo. John Neumeier da vero gentlement ha consegnato personalmente i fiori alle due tersicoree in un generale tripudio misto ad una malcelata malinconia e a qualche lacrima.





Artus-Sage di John Neumeier e il Nijinsky Gala XXXIII (Mythen und Märchen-Miti e Fiabe)


Artus - Sage
cast cast & credits
 


Bella Addormentata: Prologo e Grand Pas de deux
cast cast & credits
 


A Cindarella Story: Pas de deux
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Daphins und Chloe: Pas de deux
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Amleth: Pas de deux
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Lago dei cigni: Pas de deux
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Schiaccianoci: Pas de deux
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Parzival-Episoden und Echo
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Errand into the Maze
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Letztes Solo da Le Sacre
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Sylvia: Pas de deux
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Diana und Acteon: Pas de deux
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Sylvia: “Abshieds: Pas de deux”
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Der sterbende Schwan (La morte del cigno)
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Valse lente
cast cast & credits
 


Romeo e Giulietta: Pas de deux
cast cast & credits
 


Schéhérazade
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Ring um den Ring
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Opus 100 – for Maurice
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Rondo-Finale da “Nachtwanderung”
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