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La tv da rassegnazione

È vero che, come diceva un grande, bisogna avere un cuore di pietra per non scoppiare a ridere,davanti a certi programmi televisivi. Ma è pur vero che lo stesso grande sosteneva anche che i propri affari annoiano a morte, dunque meglio quelli degli altri. Di qui forse il successo spregiudicato di trasmissioni che definirei di rejoining, di ricongiungimento morboso e quasi perverso e permettetemi anche noioso. Chissà quanti di quei ritrovati da Carramba a C’è posta per te, avrebbero preferito non essere ritrovati e ricongiunti! Non c’è buco argentino o tedesco che non possa esser scovato dai segugi ficcanaso/pettegoli Carrà/De Filippi!

Ormai è risaputo il piacere, quasi sessuale, che si prova nel tuffarsi tra le narrazioni patetiche, sventurate e sfigate della vita altrui. Si raggiunge quasi l’acme del piacere nello scoprire che c’è uno sventurato che sta peggio di te. Per questo motivo si ripropongono questi format. Il pianto fa audience e intrattiene con successo. Perché continuare a scandalizzarsi? C'è solo da rassegnarsi!

Per quanto riguarda l’età dei conduttori, beh, non sarei così cattiva, come il nostro. La vecchiaia è saggezza(o cosi dovrebbe essere!)e, nel lavoro,vuol dire professionalità consolidata. Onestamente, preferisco la Carrà alle pallide Balivo, Maya o peggio ancora Bianchetti, inviata Cei alla rai.

Come preferisco il Pippo nazional popolare ai tanti sbiaditi epigoni:il lampadato Carlo Conti, lo spettinato Giletti, il parrucchino Cucuzza, lo strasimpatico-finto Bonolis, etc. etc.

Per concludere, preferirei tutti in pensione, preferirei il nulla al vuoto televisivo ma, data l’impossibilità, sostengo che è meglio attenersi al vecchio finché è buono, e passare al nuovo appena il nuovo è meglio.

Intanto, non fingete un cuore tenero: ridete tanto di questa TV e divertitevi dei suoi eccessi, senza inacidirvi!

Un saluto alla redazione e buon Natale

 

Graziella


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Gent.mo Roberto Fedi

il mio nome e' Enzo Paterno', ho 29 anni. Proprio ora ho letto un  suo articolo dove critica Carramba che fortuna e sono rimasto veramente indignato. Posso capire che non a tutti possa piacere il programma, i gusti sono gusti, ma offendere una professionista come Raffaella è un'indecenza. Ammetto che ora ha una certa età ma rimane sempre in forma , con una grinta, una motivazione che dovrebbe essere invidiata oltre ad avere una grande umanità. Mi accorgo che il lei forse ha  una vita tutta rose e fiori o almeno senza grosse sofferenze ma le persone che Raffaella fa ricongiungere con familiari alle spalle hanno dei passati a volte tragici e riabbracciare un caro dopo tanto tempo è qualcosa di magico che se riesce rende felici...una felicità vera e non sempre questo puoò accadere per mancanza di tipo economico!

Io una famiglia che ha avuto una sorpresa del genere la conosco e mi creda, sig.re Fedi , che la sofferenza di questi amici era tale e la potevi leggere negli occhi...dopo che hanno ritrovato chi cercavano tutto si è trasformato, è riapparsa la voglia di vivere, sognare, di fare progetti. Ma che ne sa lei che vuol

dire essere abbandonati ,strappati via o dovere lasciare chi ami con il dubbio potrò mai rivederli...oppure dire tornerò mai nella mia terra...

Altra cosa far incontrare una ragazzina con il proprio idolo è una cosa bella perché caro signor Fedi sognare non è assolutamente in reato anzi... e in un mondo come il nostro, con tanti dolori, qualche sogno non guasta. Forse bisogna avere un cuore duro per essere insensibili!

Ultima cosa il paragone tra Raffaella e Maria de Filippi è orrendo. Raffaella è vera, e il pubblico questo lo capisce.

Si dovrebbe vergognare a giudicare in modo così volgare il lavoro di un'artista...io non la conosco ma le dico una cosa dovrebbe innanzitutto apprendere da persone come lei e dovrebbe riflettere un po' su come svolge il proprio lavoro.

Enzo Paternò







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Questione di gusti

Roberto Fedi

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