Il numero di novembre di «Theaterheute» si apre con lo spazio
riservato alle Aufführungen, ossia le
recensioni delle principali produzioni dei maggiori teatri dellarea tedesca.
Si inizia con il Deutsches Theater di Berlino che ha allestito Baracke, novità della regista Claudia Bossard: il dramma della
violenza interna a una famiglia diventa metafora di una condizione sociale
riscontrabile anche nella Germania contemporanea, come interpretato
in scena da Jeremy Mockridge, Janek Maudrich, Andri Schenardi, Lisa Birke
Balzer. Anche la compagnia del Berliner Ensemble si è concentrata su un
testo inedito: Es kann doch nur doch
besser werden di Sibylle Berg,
che intreccia una bizzarra storia damore nel mondo dellintelligenza
artificiale; pubblicato in versione integrale nella sezione Das Stück di
questo numero della rivista berlinese, il testo, affidato alla regia
di Max Lindemann, è recitato da Lili Epply, Amelie Willberg, Meo Wulf e
Perra Inmunda.
Si mantiene crudele e spietato lo shakespeariano Richard III. Nella
rielaborazione del regista Michel Decar
la vicenda, ambientata nella nostra contemporaneità, assume colori grotteschi e
sinistri, secondo quanto hanno esibito sul palcoscenico dello Staatstheater di
Hannover Irene Kugler, Cino Diavid, Lukas Holzhausen e Stella Hilb impegnata nel ruolo
del titolo.
Due sono gli allestimenti di particolare importanza artistica
offerti dal Deutsches Schauspielhaus di Amburgo: Antropolis I: Prolog/Dionysos
dalle Baccanti euripidee di Roland
Schimmelpfennig per la regia di Karin
Beier, alla guida di una qualificata compagnia da cui emergono Mehmet Ateşçi, Kristof van Boven, Maximilian
Scheidt e Carlo Ljubek;
e Antropolis II: Laios, che lo stesso
drammaturgo e la stessa regista hanno affidato alle competenze espressive di Lina Beckmann, Goya Brunnert, Julia
Wieninger, Michael Wittenborn.
Si distingue per pregio culturale il programma del Thalia
Theater di Amburgo grazie a Dantons Tod
Reloaded del regista iraniano Mahin
Sadro che, coadiuvato da Amir
Reza Koohestani, adatta la celebre opera di Georg Büchner evocata nel titolo al racconto di una rivoluzione
femminista nellIran odierno; tra gli attori si notano Oliver Mallison, Pauline
Rénevier, Neda Rahmaniane e Stefan Stern. Meine geniale Freundin, testo ricavato dallomonimo romanzo di Elena Ferrante e adattato da Iga Ganczarczyk per la messinscena curata da Ewelina Marciak, è incentrato sulla vita di due donne nella Napoli
degli anni Ottanta tormentata dalla politica corrotta, dalla droga e dalla camorra.
Aufführungen prosegue con uno sguardo
indirizzato alla scena zurighese, concentrandosi su due spettacoli in visione
allo Schauspielhaus. Der Junge aus der
letzten Reihe è un testo di Juan
Mayorga il cui protagonista, uno
studente autore di scritti di contestazione alla famiglia, riesce ad
affascinare a tal punto un suo insegnante,
che da complice diventa vittima dellallievo. Guidato dalla regia di Christiane Jatahy, nel ruolo del
protagonista si è distinto Silas Lio
Glanzmann. Spicca anche il brechtiano Leben des Galilei diretto da Nicolas
Stemann, con un taglio aderente al testo e capace di
focalizzare lattenzione sul dibattito relativo allautonomia della ricerca
scientifica; Maximilian Reichert, Karin Pfammatter, Sebastian Rudolph e Alicia
Aumüller ne sono gli attori principali.
Il nome di Brecht ritorna allo Schauspielhaus di Essen per
effetto della messinscena di Der gute
Mensch von Sezuan – Die Ware Liebe del regista israeliano Sapir Heller, che attualizza
lopera soffermandosi sul consumismo globale; Christopher Heisler, Philipp
Noack, Sümeyra Yilmaz e Samantha Ritzinger risultano essere
gli interpreti principali. Nel cartellone dello stesso teatro si leggono i
titoli di altri due allestimenti: Doktormutter
Faust di Fatma Aydemir, una
riscrittura del Faust goethiano in chiave
femminista e consegnato alla regia di Salen
Kara, che si avvale della partecipazione di Silvia Weiskopf e Bettina Engelhardt; e Rausch, ricavato dallomonimo e
gettonato film di Thomas Vinterberg e Tobias Lindholm, che racconta le crisi
di mezza età vissute da quattro insegnanti; alla lucida regia dellesperto Armin Petras corrispondono le
prove assai pregevoli di Torsten
Kindermann, Stefan Diekmann, Mathias Znidarec e Mansur Ajang.
La sezione Akteure è occupata dal profilo artistico di Andreas Beck, attore di punta del Volkstheater
di Vienna applaudito soprattutto in Der
Theatermacher di Thomas
Bernhard e in Die Politiker di Wolfram Lotz,
entrambi consegnati alla regia di Kay
Voges.
Non sono mancate, come si apprende in Festivals,
proposte performative di elevato spessore artistico alla Rührtriennale curata
da Barbara Frei e dislocata in
diverse sedi (Bochum, Dortmund, Duisburg, Essen). In merito, gli esempi sono
offerti da Étude for a bell di Florentina
Holzinger con il collettivo The Third Room, la passeggiata
letteraria Raubbaufolgelyrik Bochum di Stefan Wartenberg, laccattivante Ein Sommernachtstraum di Shakespeare per
mano della stessa Frei e La posibilidad
de la ternura/Die Möglichkeit von Zärtlichkeit di Marco Layera nella versione di Theater Company La Re-sentida da lui
stesso diretto.
Sostenuto dal moto prescelto The Bright Side of Darkness,
il festival teatrale theATRIUM di Klaipeda in Lituania ha ospitato, oltre a
registi locali, una buona rappresentanza di Ucraina e Russia come Dmitry
Krymov, regista esule e pronto a raccontare in unintervista la negazione
della libertà in ambito culturale e teatrale in vigore nel suo paese.
In Theatergeschichte si pubblica
un estratto dal libro di Jan Lazardzig, Wissenschaft
aus Gefolgschaft. Der Fall Knudsen und die Anfänge der
Theaterwissenschaft (Verbrechen,
2023). Il lavoro affronta la funzione politica e sociale
della disciplina teatrale dalla Repubblica di Weimar alla Repubblica Federale
Tedesca.
di Massimo Bertoldi
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