drammaturgia.it
Home | Cinema | Teatro | Opera e concerti | Danza | Mostre | Varia | Televisioni | Libri | Riviste
Punto sul vivo | Segnal@zioni | Saggi | Profili-interviste | Link | Contatti

cerca in vai


Hystrio, a. XXXVII, n. 1, 2024


108 pp., euro 12,00

Il doveroso omaggio a Jon Fosse apre la serie di articoli pubblicati nella Vetrina di questo nuovo numero di «Hystrio». Nello specifico Laura Bevione dialoga con Valerio Binasco, il regista più volte a confronto con il repertorio del Premio Nobel per la Letteratura 2023; il discorso si concentra sulle caratteristiche della scrittura, individuando analogie e differenze con Beckett e Pinter. Si prosegue con Bat-Bottega Amletica Testoriana, progetto formativo per attori diretto da Antonio Latella con sede al Piccolo Teatro di Milano e al Rossini di Pesaro, come informa Diego Vincenti. Michele Pascarella presenta l’attività artistica di Ateliersi, collettivo indipendente di Bologna attivo dal 2014 e con sede presso lo spazio Sì, dove si realizzano produzioni come l’ultimo e applaudito Il linguaggio degli oggetti.

Ad Arezzo, relaziona Roberto Canziani, si è svolta l’edizione 2023 del Festival dello Spettatore a cura della Rete Teatrale Aretina che si è dimostrata molto attenta all’analisi della tecnologia e della prospettiva dell’inserimento dell’intelligenza artificiale nello spettacolo dal vivo. In Vetrina Alessandro Toppi posiziona la calabrese Dracma, associazione nata nel 2005 a Vibo Valentia poi trasferitasi a Polistena; nell’Auditorium di questo centro urbano, oltre a propri progetti artistici, questo intraprendente sodalizio organizza stagioni in cui si intersecano prosa, danza e teatro per l’infanzia. Con l’intervento di Paola Abenavoli ci si sposta a Reggio Calabria dove si è svolta la settima edizione della rassegna Ragazzi MedFest organizzata da Spazioteatro e incentrata sul rapporto tra scienza e teatro, non dimenticando il centenario di Calvino.

Il viaggio di Teatromondo parte da Parigi visitata da Giuseppe Montemagno, che racconta il Festival d’Automne dal quale emerge un programma imponente e capace di sviluppare percorsi interculturali, nonché proporre spettacoli di prelibata modernità come Edelweiss (France Fascisme) di Sylvain Creuzevault, The Confessions di Alexander Zeldin e Quelqu’un se sert de mes objects familiers del collettivo Grand Magasin.

Irina Wolf e Claudia Cannella si occupano della scena viennese a partire dalla compagnia das.bernard.ensemble attiva dal 1997 e impegnata nella rivisitazione di drammi classici contaminandoli con estratti di pellicole internazionali di culto, per proseguire con la compagnia Nesterval e con la messinscena al Burgtheater di Drei Winter da parte di Martin Kusej al quale spetta anche la regia del molieriano Il misantropo, mentre al Volkstheater Antonio Latella ha affrontato il goldoniano Servitore di due padroni.  La stessa Wolf si trasferisce in Romania per dimostrare la vivacità creativa e i lusinghieri successi di pubblico e critica ottenuti da varie rassegne autunnali: il Festival dei Teatri Ungheresi al Teatro Odeon di Bucarest, il Festival Internazionale dei Giovani di Spirito a Iași e il Festival Nazionale del Teatro Romeno svoltosi nella capitale.

A Mosca, riporta Fausto Malcovati, anche se le sale sono affollate si registrano chiusure di teatri e fughe di registi di fama; tuttavia non mancano allestimenti di pregio come le cechoviane Tre sorelle per la regia di Konstantin Bogomolov al Teatro d’Arte, Guerra e pace nella versione curata da lituano Rimas Tuminas. Teatromondo si conclude al festival Under The Radar di New York visto da Laura Caparrotti che ne evidenzia il tratto connotativo di rassegna d’avanguardia di spessore internazionale.

La cura dell’interessante e dettagliato Dossier Odin Theatret 60 compete a Claudia Cannella e a Giuseppe Liotta, anche moderatore del dialogo con Eugenio Barba che sviluppa riflessioni sul teatro contemporaneo e considerazioni sull’esperienza artistica e umana del celebre gruppo di ricerca da lui stesso fondato e affermato a livello internazionale nel corso della sua storia longeva ricostruita da Franco Perrelli: dall’iniziale Ornitofilene del 1965 agli spettacoli leggendari (Ferai, Min fars hus), dall’esperienza del teatro da strada alle espoliazioni espressive di Talabot (1988) fino ad Albero (2016), si anima un percorso assai fecondo nella scena del secondo Novecento. Marco De Marinis analizza l’amicizia e il rapporto artistico tra Barba e Grotowski, individuando convergenze e divergenze nei metodi e negli obiettivi pur condividendo l’interesse, non secondario, per l’antropologia.

Le doti di Barba come maestro e pedagogo si riconoscono, spiega Gerardo Guccini, nell’ambito dell’esperienza dell’International School of Theatre Antropology (Ista) da lui stesso fondata nel 1979 e diretta con passione e competenze trasmesse a gruppi, registi e attori come Gabriele Vacis e Marco Paolini. Else Marie Laukvik, Iben Nagel Rasmussen, Roberta Carreri e Julia Varley sono le interpreti più famose dell’Odin, alle quali Laura Caretti dedica un articolo in cui, oltre a ricordare le performances più importanti, raccoglie le loro testimonianze circa il lavoro sull’attore seguito da Barba.

Giuseppe Liotta si sofferma su Torgeir Wethal, attore fedele al maestro dal 1964 al 2010, anno della sua scomparsa, soprattutto protagonista di molti spettacoli leggendari da Ornitofile all’ultimo Ego Faust del 2000.

Si enuclea, dal contatto con l’Odin Teatret, il Teatro di Pontedera avviato nel 1971 dal regista Roberto Bucci soprattutto a seguito di un viaggio a Holstebro, come doverosamente sottolinea Laura Caretti, dove avvia i primi contatti con lo stesso Barba. Le pratiche teatrali e le linee guida tracciate dall’Odin sono diventate autentiche lezioni per molti artisti dagli anni Sessanta a oggi, secondo quanto emerge dal dettagliato contributo di Michele Pascarella che riferisce le principali esperienze del cosiddetto “Terzo Teatro”, dal Teatro Tascabile al Teatro dei Venti fino a ErosAntEros. Preziosa è la testimonianza di Francesca Romana Rietti, collaboratrice assieme a Valentina Tibaldi, degli Odin Teatret Archives ideati e diretti da Mirella Schino; analogamente Franco Ungaro presenta nel dettaglio il Living Archive Floating Islands contenuto in sei sale nella Biblioteca Bernardini di Lecce.

Rapide e agevoli schede curate da Laura Bevione inquadrano dieci spettacoli dell’Odin in un arco cronologico compreso tra gli anni Settanta e oggi, indispensabili per cogliere i passaggi nodali, artistici e letterari. Nello specifico sono: Ferai (1969), Min fars hus (1972), Le ceneri di Brecht (1980), Talabot (1988), Kaosmos (1991), Ur-Hamlet (2006), La vita cronica (2011), Ave Maria (2012) e Tebe al tempo della febbre gialla (2022).

Nella sezione Ritratti della rivista milanese si legge un’intervista di Carmelo A. Zapparrata a Adriano Bolognini, giovane e talentuoso coreografo napoletano al quale si è rivolto la direttrice Eleonora Abbagnano per una partitura per il Corpo di ballo dell’Opera di Roma; l’artista spiega le caratteristiche della sua poetica e del processo creativo che ha prodotto altri spettacoli di successo quali Rua da Saudade, White Room e Dinna. Matteo Brighenti si occupa dei vent’anni di attività di Teatro Sotterraneo, gruppo rappresentato dal drammaturgo Daniele Villa, autore di testi molto interattivi con il pubblico, come l’ultimo L’angelo della Storia, vincitore del Premio Ubu.

In Nati ieri Mario Bianchi colloca Niccolò Fettarappa Sandri, giovane autore interprete di testi ironici e pungenti che bersagliano la società contemporanea, come il fortunato Apocalisse tascabile nonché titolo dell’omonimo volume pubblicato da Ronzoni in cui si raccolgono anche Solo quando lavoro sono felice e La sparanoia.

La consueta e corposa sezione delle Critiche ordina le tante recensioni degli spettacoli teatrali secondo criteri regionali. Seguono le sezioni riservate a Lirica e Danza, mentre nella ricca Biblioteca Ilaria Angelone e Albarosa Camaldo raccolgono le schede relative alle novità editoriali italiane legate alla cultura dello spettacolo. Il testo teatrale pubblicato in versione integrale è Spezzata. Rapsodia (per intercessione del Silenzio) di Fabio Pisano. Infine, le tante e utili informazioni de la società teatrale sono offerte da Roberto Rizzente.



di Massimo Bertoldi


Hystrio, a. XXXVII, n. 1, 2024

cast indice del volume


 



 
Firenze University Press
tel. (+39) 055 2757700 - fax (+39) 055 2757712
Via Cittadella 7 - 50144 Firenze

web:  http://www.fupress.com
email:info@fupress.com
© Firenze University Press 2013