Con il debutto in prima assoluta
di Noch wach? si apre la serie di
recensioni pubblicate in Aufführungen,
lo spazio di «Theaterheute» riservato alle recensioni delle principali
produzioni dei maggiori teatri dellarea tedesca. Si tratta di uno spettacolo
ricavato dallomonimo romanzo di Benjamin
von Stuckrad-Barre incentrato sul movimento #MeToo, di cui sono
protagoniste tre brave attrici – Cathérine
Seifert, Julia Riedler, Oda Thormeyer – guidate sul
palcoscenico del Thalia Theater di Amburgo dalla precisa regia di Christopher Rüping.
Due le proposte del Theater an
der Ruhr di Mülheim. Philipp Preuss
legge Bakchen di Euripide in chiave rock e mette in evidenza il senso di ebbrezza,
privilegiando le scene corali; tra i protagonisti figurano Leonhard Hugger, Fabio
Menéndez, Alina Heipe, Albert Bock, Dagmar Geppert. Si rivela piuttosto interessante lArtaud-Projekt
impreziosito da Ich, Antonin Artaud - Le
mômo, collage di testi confezionato da Roberto
Ciulli che si avvale della partecipazione di Simone Tommaso, Bernard
Glose e Steffen Reuber.
Ci si trasferisce allo
Schauspielhaus di Bochum dove spicca la messinscena di Früchte der Vernunft, novità della regista Saara Turunen: domina il tema dellautocontrollo femminile
declinato in variegate sfumature come restituito in scena da Jing Xiang, Veronika Nickl, Lukas von
der Lühe e Anna Drekler. Laltra
produzione dello stesso teatro è linstallazione di Robert Borgmann ricavata da Dantons
Tod di Georg Büchner. Aufführungen si conclude con Shared Landscapes a cura di Caroline Barneaud e Stefan Kaegi (Rimini Protokoll), autori
di una performance realizzata in
campi e boschi intorno a Berlino, per riflettere sul significato e le
prospettive della pratica artistica in un ambiente naturale.
Lampio spazio redazionale
concesso ai Festival ne sottintende limportanza
culturale evidenziata dai Festspiele di Salisburgo diretti per lultima volta
da Bettina Herings che impagina un
programma di grande spessore artistico a partire da Jedermann di Hugo von
Hofmannsthal, con cui si inaugura per tradizione la manifestazione, con Philipp Hochmair nei panni del
protagonista affiancato da Dominik
Dos-Reis, Christoph Luser, Nicole Beutler, Andrea Jonasson; grandi consensi di pubblico e di critica hanno
ottenuto le novità Liebe (Amour) dal
film di Michael Haneke per la regia
di Karin
Henkel e la messinscena di Nathan
der Weise di Lessing affidata
alle competenze di Ulrich Rasche,
cui si aggiungono Die Wut, die bleibt
di Mareike Fallwickl (regia di Jorinde Dröse) e il suggestivo Der kaukasische Kreidekreis di Bertolt Brecht (regia di Helgard Haug).
La trentesima edizione di Theater
der Welt, che si è svolta a Francoforte e Offenbach, ha mantenuto vivo il suo
carattere internazionale e lospitalità di artisti portatori dei nuovi
linguaggi interdisciplinari e tecnologici. Tra le tante performance si incontrano Yoroboshi:
Der Schwächling di Satoko Ichihara,
anche autrice di Die Backen,
Holstein-Milchkühe, linstallazione Die
Werkstatt del collettivo tunisino El Warcha, fino allatteso Tiago Rodrigues con Catarina und von der Schönheit, Fascisten zu
töten. Il nome dello stesso Rodrigues ritorna in qualità di neodirettore
del Festival dAvignon, distinguendosi per una programmazione assai varia e
soprattutto basata su non poche pregevoli novità quali Garten der Lüste di Philippe
Quesne, G.R.O.O.V.E. della
coreografa Bintou Dembelé, Welfare di Julie Deliquet.
Anche nellambito della rassegna
Theaterspektakel di Zurigo sono emersi significativi spettacoli di ricerca
creati, tra i tanti, dagli argentini Onofri
Barbato e Elisa Carricajo con Vendo Humo e lindiana Mallika Taneja con Do you know this Song?
In Akteure si legge il ritratto artistico di Natalya Vorozhbyt, drammaturga ucraina autrice di testi
prevalentemente incentrati sui conflitti sociali e sulle guerre, lultimo dei
quali, Green Corridors, è stato
allestito da Jan-Christoph Gockel ai
Kammerspiele di Monaco. Le pagine di Theatergeschichte
sono occupate dalla recensione del libro di Hans-Joachim Seidel, Alexander
Granach, der Schauspieler aus Galizien (Berlin, Verlag am Park, 2020):
figlio di genitori ebrei, Granach si
afferma nei primi anni Venti alla Volksbühne di Berlino e parallelamente in
campo cinematografico, per poi fuggire, con lavvento del nazismo, prima in
Russia poi negli Stati Uniti.
Due sono i ricordi pubblicati in Nachruf, la sezione della rivista
berlinese in cui trovano posto personaggi dello spettacolo recentemente
scomparsi: il primo è Maria
Müller-Sommer, drammaturga e importante figura in campo editoriale; il
secondo immortalato è il brasiliano Zé
Celso Martinez Correa, fondatore e direttore del Teatro Oficina di San
Paolo.
Il testo del mese (Das Stück) è Juices di Ewe Benbenek
già autrice del dramma Trägedienbastard
allestito in prima assoluta allo Schauspielhaus di Vienna. Questa seconda
opera, pubblicata in versione integrale in questo numero di «Theaterheute», è
una sorta di invito ad andare oltre le barriere etiche e sociali. Affidata alla
regia di Kamila Polívková, ha
debuttato con successo al Nationaltheater di Mannheim.
di Massimo Bertoldi
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