Questo numero doppio di
«Theaterheute» si apre con Aufführungen,
la sezione della rivista in cui si pubblicano le recensioni delle principali
produzioni dellarea tedesca. Due sono gli spettacoli proposti al Theater di
Basilea: Die bitteren Tränen der Petra
von Kant di Rainer Werner Fassbinder
per la regia di Anna Bergmann che
approfondisce, in linea con le prescrizioni testuali, il rapporto torbido tra
amore e ruoli sociali; vicino alla protagonista Carina Braunschmidt si riconoscono Mala Emde, Sina Kiessling,
Karin Thimm, Gabriele von Kant. Ableitung
Leben del regista Christoph
Marthaler si svolge in un ufficio dove gli spostamenti inutili di carrelli
carichi di documenti importanti parafrasano con soluzioni grottesche il senso
dellagire confuso delluomo contemporaneo come hanno raccontato in scena Ueli Jäggi, Karl-Heinz Brandt, Raphael
Clamer, Jörg Pöhl.
Si prosegue con Die Vaterlosen in visione ai
Kammerspiele di Monaco, commedia giovanile di Anton Čechov ambientata in una società in subbuglio dalla quale
emergono un eroe cinico e complessi scontri generazionali, preludio di
catastrofi; affidata alla regia di Jette
Steckel, la messinscena si basa su un gruppo di eccellenti attori, da Joachim Meyerff a Thomas Schmauer, da Katharina
Bach a Edith Saldanha. Segnali
di vivacità creativa provengono dalla scena berlinese, a partire dalla
programmazione del Maxim Gorki Theater: Planet
B di Yael Ronen e Itai Reicher trasferisce lo spettatore
in un futuro determinato dai cambiamenti climatici tantoché la terra è popolata
da nuovi e particolari umanoidi; partecipano allo spettacolo, ironico e brioso,
Alexandra Sinelnikova, Aysima Ergün, Maryam Abu Hhaled e Jonas
Dassler. In Mein Gott, Herr Pfarrer!
il regista René Pollesch si
interroga sullattualità dei dogmi religiosi disegnando personaggi doggi
carichi di dubbi interpretati, sul palco della Volksbühne, da Sophie Rois, Inga Busch, Benny Claessens
e Christine Gross.
Ampio spazio guadagnano i tanti e
importanti Festivals estivi, come le
Wiener Festwochen dirette per lultima volta da Christophe Slagmuylder che impagina un cartellone multidisciplinare
e ricco di prestigiosi artisti internazionali impegnati in centosessantacinque rappresentazioni:
spiccano Milo Rau con Antigon in Amazzonia, Susanne Kennedy e Markus Selg con Angela (a
strange loop), The Confessions di
Alexander Zeldin, la coreografa Marlene Monteiro Freitas con la novità Lulu di Alban Berg, lopera da camera Sibyl
di William Kentridge.
Si mantiene fedele al proprio
statuto artistico incentrato sulla promozione della scena indipendente lImpulse-Theaterfestival
di Düsseldorf dove si sono esibiti una serie di artisti capaci di declinare con
originalità i linguaggi di ricerca della scena contemporanea come Mariama Nzinga Diallo e Sandra Selinovic in Justitia! Identity Cases di Gin
Müller, Boglàrka Börcsök
impegnata in Figuring Age ideato da Andreas Bolm, Nadia Duesterberg nella sua performance Expect a Tiger ambientata intorno al tavolo di un ristorante, Turbo Pascal che in Verkehrte Welt si muove su una pista di
autoscontri di un luna park.
Berlino diventa punto di
riferimento teatrale degli esiliati alla luce dei continui cambiamenti globali
e dei molteplici movimenti migratori: è quanto emerge dal programma del
festival Performing Exil impreziosito da allestimenti di assoluto valore come Blind Runner di Amir Reza Koohestani con Mohammad
Hosseinzadeh e Ainaz Azarhoush
applauditi protagonisti, la novità Ancestral
Visions of the Future / Pageantry of Wailing di Lemohang Jeremiah Mosese, Idiota
di e con Marlene Monteiro Freitas.
Nella diciannovesima edizione del
Körber Studio Junge Regie al Thalia Theater di Amburgo, rassegna rivolta a
registi di ultima generazione, si sono distinti, tra i tanti, gli allestimenti
firmati da Naemi Friedmann (Die Zofel da Jean Genet), Tanju Girişken
con befristet/für immer, Puala Lynn Breuer a confronto con To Tell A Story In An Act Of Love da Wunder di Enis Maci.
In Akteure si legge il profilo di Josefine Israel: lattrice si è
formata nella compagnia dello Jugendtheater della Volksbühne di Berlino nel
periodo 2000-2012 lavorando, tra gli altri, con Dimiter Gotschieff, per poi
completare gli studi presso lUniversität der Künste. Dalla stagione 2014-2015
è attiva presso il Deutsches Schauspielhaus di Amburgo dove si è rivelata in Die Sorgosschlafenden, die
Frischaufgeblühten del regista Christoph Marthaler, in Lärm. Blindes Sehen. Blinde sehen! di Elfriede Jelinek e
nellultimo Der Mongerstern da Karl
Ove Knausgård per la regia di Viktor Bodo.
Le pagine di Nachruf sono dedicate a Margit
Carstensen, attrice di cinema e di teatro recentemente scomparsa, nota al
pubblico italiano soprattutto per linterpretazione con Hanna Schygulla del
film Le lacrime amare di Petra von Kant di
Rainer Werner Fassbinder che la impegnò anche in Chinesisches Roulette. Per molti anni attiva a Bochum e a Brema, si
è dedicata al palcoscenico ottenendo pregevoli risultati artistici anche al
Burgtheater di Vienna, impegnandosi come protagonista di Bambiland della Jelinek.
Theatergeschichte
ospita una lunga e dettagliata recensione al libro Bertolt Brecht: «Unsere Hoffnung heute ist die Kriese. Interviewes
1926-1956», a cura di Noah Willumsen
(Berlin, Suhrkamp, 2023, pp. 750).
Il testo del mese (Das Stück) è Antrag auf
größtmögliche Entfernung von Gewalt di Felicia Zeller in cui si propongono significative biografie di
donne vittime di violenza e ospiti del centro di accoglienza di Oberhausen. Nel
teatro della stessa città, la commedia (che si può leggere in versione
integrale in questo numero della rivista berlinese) ha debuttato per la regia
di Eike Weinreich e
linterpretazione di Susanne Burkhard,
Maria Lehberg, Anke Fonferek e Rosa Dahm.
di Massimo Bertoldi
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