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Theaterheute, Nr. 8-9, August-September 2023


72 pp., euro 18,50
ISSN 0040 5507

Questo numero doppio di «Theaterheute» si apre con Aufführungen, la sezione della rivista in cui si pubblicano le recensioni delle principali produzioni dell’area tedesca. Due sono gli spettacoli proposti al Theater di Basilea: Die bitteren Tränen der Petra von Kant di Rainer Werner Fassbinder per la regia di Anna Bergmann che approfondisce, in linea con le prescrizioni testuali, il rapporto torbido tra amore e ruoli sociali; vicino alla protagonista Carina Braunschmidt si riconoscono Mala Emde, Sina Kiessling, Karin Thimm, Gabriele von Kant. Ableitung Leben del regista Christoph Marthaler si svolge in un ufficio dove gli spostamenti inutili di carrelli carichi di documenti importanti parafrasano con soluzioni grottesche il senso dell’agire confuso dell’uomo contemporaneo come hanno raccontato in scena Ueli Jäggi, Karl-Heinz Brandt, Raphael Clamer, Jörg Pöhl

Si prosegue con Die Vaterlosen in visione ai Kammerspiele di Monaco, commedia giovanile di Anton Čechov ambientata in una società in subbuglio dalla quale emergono un eroe cinico e complessi scontri generazionali, preludio di catastrofi; affidata alla regia di Jette Steckel, la messinscena si basa su un gruppo di eccellenti attori, da Joachim Meyerff a Thomas Schmauer, da Katharina Bach a Edith Saldanha. Segnali di vivacità creativa provengono dalla scena berlinese, a partire dalla programmazione del Maxim Gorki Theater: Planet B di Yael Ronen e Itai Reicher trasferisce lo spettatore in un futuro determinato dai cambiamenti climatici tantoché la terra è popolata da nuovi e particolari umanoidi; partecipano allo spettacolo, ironico e brioso, Alexandra Sinelnikova, Aysima Ergün, Maryam Abu Hhaled e Jonas Dassler. In Mein Gott, Herr Pfarrer! il regista René Pollesch si interroga sull’attualità dei dogmi religiosi disegnando personaggi d’oggi carichi di dubbi interpretati, sul palco della Volksbühne, da Sophie Rois, Inga Busch, Benny Claessens e Christine Gross

Ampio spazio guadagnano i tanti e importanti Festivals estivi, come le Wiener Festwochen dirette per l’ultima volta da Christophe Slagmuylder che impagina un cartellone multidisciplinare e ricco di prestigiosi artisti internazionali impegnati in centosessantacinque rappresentazioni: spiccano Milo Rau con Antigon in Amazzonia, Susanne Kennedy e Markus Selg con Angela (a strange loop), The Confessions di Alexander Zeldin, la coreografa Marlene Monteiro Freitas con la novità Lulu di Alban Berg, l’opera da camera Sibyl di William Kentridge

Si mantiene fedele al proprio statuto artistico incentrato sulla promozione della scena indipendente l’Impulse-Theaterfestival di Düsseldorf dove si sono esibiti una serie di artisti capaci di declinare con originalità i linguaggi di ricerca della scena contemporanea come Mariama Nzinga Diallo e Sandra Selinovic in Justitia! Identity Cases di Gin Müller, Boglàrka Börcsök impegnata in Figuring Age ideato da Andreas Bolm, Nadia Duesterberg nella sua performance Expect a Tiger ambientata intorno al tavolo di un ristorante, Turbo Pascal che in Verkehrte Welt si muove su una pista di autoscontri di un luna park. 

Berlino diventa punto di riferimento teatrale degli esiliati alla luce dei continui cambiamenti globali e dei molteplici movimenti migratori: è quanto emerge dal programma del festival Performing Exil impreziosito da allestimenti di assoluto valore come Blind Runner di Amir Reza Koohestani con Mohammad Hosseinzadeh e Ainaz Azarhoush applauditi protagonisti, la novità Ancestral Visions of the Future / Pageantry of Wailing di Lemohang Jeremiah Mosese, Idiota di e con Marlene Monteiro Freitas

Nella diciannovesima edizione del Körber Studio Junge Regie al Thalia Theater di Amburgo, rassegna rivolta a registi di ultima generazione, si sono distinti, tra i tanti, gli allestimenti firmati da Naemi Friedmann (Die Zofel da Jean Genet), Tanju Girişken con befristet/für immer, Puala Lynn Breuer a confronto con To Tell A Story In An Act Of Love da Wunder di Enis Maci

In Akteure si legge il profilo di Josefine Israel: l’attrice si è formata nella compagnia dello Jugendtheater della Volksbühne di Berlino nel periodo 2000-2012 lavorando, tra gli altri, con Dimiter Gotschieff, per poi completare gli studi presso l’Universität der Künste. Dalla stagione 2014-2015 è attiva presso il Deutsches Schauspielhaus di Amburgo dove si è rivelata in Die Sorgosschlafenden, die Frischaufgeblühten del regista Christoph Marthaler, in Lärm. Blindes Sehen. Blinde sehen! di Elfriede Jelinek e nell’ultimo Der Mongerstern da Karl Ove Knausgård per la regia di Viktor Bodo

Le pagine di Nachruf sono dedicate a Margit Carstensen, attrice di cinema e di teatro recentemente scomparsa, nota al pubblico italiano soprattutto per l’interpretazione con Hanna Schygulla del film Le lacrime amare di Petra von Kant di Rainer Werner Fassbinder che la impegnò anche in Chinesisches Roulette. Per molti anni attiva a Bochum e a Brema, si è dedicata al palcoscenico ottenendo pregevoli risultati artistici anche al Burgtheater di Vienna, impegnandosi come protagonista di Bambiland della Jelinek. 

Theatergeschichte ospita una lunga e dettagliata recensione al libro Bertolt Brecht: «Unsere Hoffnung heute ist die Kriese. Interviewes 1926-1956», a cura di Noah Willumsen (Berlin, Suhrkamp, 2023, pp. 750). 

Il testo del mese (Das Stück) è Antrag auf größtmögliche Entfernung von Gewalt di Felicia Zeller in cui si propongono significative biografie di donne vittime di violenza e ospiti del centro di accoglienza di Oberhausen. Nel teatro della stessa città, la commedia (che si può leggere in versione integrale in questo numero della rivista berlinese) ha debuttato per la regia di Eike Weinreich e l’interpretazione di Susanne Burkhard, Maria Lehberg, Anke Fonferek e Rosa Dahm.


di Massimo Bertoldi


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