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Theaterheute, Nr. 2, Februar 2023


72 pp., euro 18,50
ISSN 0040 5507

Le recensioni raccolte nella sezione Aufführungen posta in apertura di questo numero di «Theaterheute» dimostrano la buona condizione di salute creativa del teatro tedesco. Al Residenztheater di Monaco spicca la messinscena di Valentiniade. Sportliches Singspiel mit allen Mitteln di Michel Decar con testi da Karl Valentin, in una sorta di omaggio al grande commediografo bavarese, anche attore e cabarettista di spicco; la regia compete a Claudia Bauer mentre tra gli interpreti figurano Isabell Antonia Höckel, Lukas Rüppel, Katia Jung, Nicola Mastroberardino e Myriam Schröder

L7L – Die Sieben Irren è il titolo dello spettacolo tratto dall’omonimo romanzo di Roberto Arlt del 1929 e allestito da Alejandro Tantanian per i Kammerspiele: il filo conduttore è il complotto ideato da una misteriosa società segreta come hanno raccontato in scena, con toni aspri e duri, Christian Löber, Bernardo Arias Porras e Johanna Eiworth

Di rilievo risultano le produzioni di Amburgo: al Thalia Theater è in visione Der Wij, da un racconto di Gogol per la regia di Kirill Serebrennikov che inserisce nel tessuto narrativo visioni e scorci realistici della guerra in Ucraina animati con forza e intensità espressiva da Oleksandr Tatsenko, Falk Rockstroh e Rosa Thormeyer nei ruoli principali; per il Deutsches Schauspielhaus la scelta cade su Johanna dal dramma storico Die Jungfrau von Orléans di Friedrich Schiller che nella rielaborazione drammaturgica di Helena Eckert e nella regia di Leonie Böhm trasforma l’eroina francese in una donna sospesa tra dubbio e meraviglia, impotenza e onnipotenza; il cast, tutto al femminile, è  formato da Josefine Israel, Maja Beckmann, Wiebke Molenhauer

Si registrano due debutti assoluti di testi di Elfriede Jelinek: Daniel Lommatzsch, Sebastian Rudolph e Patrycia Ziòlkowska sono gli attori principali di Sonne, los jetzt! allo Schauspielhaus di Zurigo per la limpida regia di Nicolas Stemann, che affronta tematiche legate ai cambiamenti climatici secondo la visione catastrofica e nichilista propria della scrittrice austriaca; il testo è pubblicato in versione integrale nella sezione Das Stück di questo numero della rivista. Al Deutsches Theater di Berlino Fritzi Haberlandt, Susanne Wolf e Linn Reusse (firma la regia l’esperto Jossi Wieler) sono i protagonisti di Angabe der Person, commedia ricca di riferimenti autobiografici, dalle zone d’ombra della carriera della stessa Jelinek al ricordo dei parenti perseguitati dal nazismo, per poi divagare sul capitalismo globale e la circolazione perversa dei capitali. 

Si rimane nella capitale tedesca, precisamente al Gorki Theater, per l’allestimento di Bühnenbeschimpfung di Sivan Ben Yishai, autore emergente che sviluppa un’acuta riflessione sulla funzione e sulle caratteristiche del teatro politico odierno affidandosi a un linguaggio ironico e a tratti dissacrante, ben evidenziato dalla regia di Sebastian Nübling e dalla vivacità espressiva degli attori (Lindy Larsson, Vidina Popov, Mehmet Yilmaz e Aysima Ergün). 

Due sono i titoli iscritti nella programmazione della Voksbühne: Und Jetzt? del drammaturgo e regista René Pollesch – con la partecipazione di Franz Beil, Milan Peschel e Martin Wuttke – e Is Anybody home?, performance interattiva di Gob Squad. Aufführungen prosegue con Mauern, novità del gruppo She She Pop all’HAU Hebbel am Ufer di Berlino incentrata sulla dilatazione del tempo, in un rimbalzo dialettico tra passato e proiezioni nel futuro attraverso un percorso fantastico lungo muri urbani. 

Contiene in sé la forza dell’evento la messinscena all’Akademietheater di Vienna Zwiegespräch, ultimo lavoro di Peter Handke in cui primeggia la vitalità della vecchiaia attraverso la concatenazione narrativa di ricordi intimi; alla limpida regia di Rinke Süßkow corrisponde la prova convincente di Martin Schwab nel ruolo del protagonista affiancato da Hannah Pichler, Julia Wachsmann, Maresi Riegner, Elisa Plüs e Sara Abci

Infine si incontra lo shakespeariano Sommernachtstraum per la produzione del Theater di Basilea che nella versione firmata da Antù Romero Nunes diventa uno spettacolo dalle atmosfere notturne e oniriche; tra i tanti attori si sono distinti Gala Othero Winter, Nairi Hadodo, Sven Schelker e Anne Haug

La sezione Akteure è occupata dal profilo di Henriette Hölzel, giovane attrice proveniente dallo Schauspielstudium an der Hochschuhe für Musik und Theater di Lipsia, cresciuta artisticamente allo Schauspiel di Essen (2017-2018) e successivamente affermatasi nella compagnia dello Staatsschauspiel di Dresda dove si è distinta in Der Tartuffe oder Kapital und Ideologie di Soeren Voima da Molière (regia di Volker Lösch, 2021) e nel 2022 in Wallenstein di Schiller (regia Frank Castorf) e in Mutmassungen über Jacob (regia di Camille Dagen). 

La vetrina di International orienta l’attenzione sul teatro in Kosovo, nello specifico a Pristina dove, grazie all’organizzazione di Quendra Multimedia, si è realizzata una rassegna teatrale assai proficua per la crescita e l’assimilazione di linguaggi moderni e aggiornati da parte del teatro locale che, comunque, ha esibito spettacoli di qualità come Stiffler di Doruntina Basha oppure Death Hour di Ulpiane Maloku trasferito sul palcoscenico da Ilir Bokshi. La presentazione del Public Arts Festivals di Emthonjeni permette di entrare in contatto con la tradizione dello spettacolo nordafricano. 

Le pagine di Theaterarchitektur sono dedicate al libro di Frank Schmitz, Spielräume der Demokratie (Berlin, Mann Verlag, 2022), in cui si analizza l’evoluzione dell’architettura teatrale in rapporto alla partecipazione democratica degli spettatori prendendo in esame, tra i tanti esempi, lo Schauspielhaus di Bochum realizzato nel 1953 su progetto di Gerhard Graubner e il Nationaltheater di Mannheim inaugurato nel 1957 (architetto Gerhard Weber).


di Massimo Bertoldi


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