È online il nuovo numero della rivista fondata da Guido
Avezzù, Silvia Bigliazzi e Alessandro Serpieri. Si registra
un dossier monografico, a cura di Piero Capelli, incentrato sul teatro ebraico in unottica storico-critica
di ampio respiro.
Allanalisi del fenomeno in età moderna si dedicano Fabrizio
Lelli, che si concentra sul
versante italiano, e Michela Andreatta, che ispeziona le confraternite ebraiche. Chiara Carmen
Scordari si occupa della figura biblica di Ester nellinterpretazione di Leon
Modena nel contesto del Seicento veneziano. Riflettono sul repertorio
drammaturgico anche Zehavit Stern e Yair Lipshitz. Se Stern si
interroga sullo scarto tra dignità del patrimonio teatrale e intrattenimento a
buon mercato analizzando due spettacoli diretti da Zygmunt Turkow di scena
allo Tsentral Teater di Varsavia (Serkele, 1923, e Der priziv,
1924), Lipshitz riflette sul ruolo simbolico della notte nella drammaturgia
ebraica moderna. Diego Rotman mette a punto una indagine multidisciplinare
sulla relazione tra tradizione e cultura moderna attraverso le rappresentazioni
teatrali yiddish in Israele tra 1948 e 2003.
Nel capitolo Miscellany, David Lucking si sofferma sulle influenze delle Metamorfosi
di Ovidio, nonché delle rispettive versioni dellopera di Geoffrey Chaucer
e Arthur Golding, in Romeo e Giulietta e in Sogno di una notte di mezza estate di Shakespeare.
Restando nellambito del dramma shakespeariano, Cristina Consiglio approfondisce
la recitazione di Edwin Booth nelle sue esemplari interpretazioni di Amleto.
Chiude il volume una sezione speciale in cui si dà
voce al dialogo tra studiosi. Patrik Gray risponde alle critiche registrate
da Paul A. Cantor nel numero precedente di «Skenè» sulla monografia Shakespeare
and the Fall of the Roma Republic. Elena Pellone e Nicola Pasqualicchio
discutono rispettivamente dei volumi Playing Indoors di Will Tosh (Londra, Bloomsbury
Publishing Plc, 2019) e Performing Architectures a cura di Andrew
Filmer e Juliet Rufford (Londra, Bloomsbury Publishing Plc, 2018).
Infine Sally Blackburn-Daniels prende in esame Il Balletto delle
Nazioni di Vernon Lee (1915).
Di seguito lindice del volume:
CONTENTS
Piero
Capelli – Foreword
Fabrizio
Lelli – Italian Jews and Theatre in Early Modern Italy
Michela Andreatta – Piety
on Stage: Popular Drama and the Public Life of Early Modern Jewish
Confraternities
Chiara Carmen Scordari – Behind
Multiple Masks: Leon Modenas Diasporic Tragedy LEster in
Seventeenth-Century Venice
Zehavit Stern – The
Archive, the Repertoire, and Jewish Temporal Imagination in Modern Hebrew Drama
Diego Rotman – Language
Politics, Memory, and Discourse: Yiddish Theatre in Israel (1948-2003)
Miscellany
David Lucking – Stony
Limits and Envious Walls: Metamorphosing Ovid in Romeo and Juliet and A
Midsummer Nights Dream
Cristina Consiglio – Hamlet
Overseas. The Acting Technique of Edwin Booth
Special Section
Patrick Gray – Shakespeare and the Fall of the Roma
Republic: A Reply to Paul A.
Cantor
Elena
Pellone – Will Tosh, Playing
Indoors: Staging Early Modern Drama in the Sam Wanamaker Playhouse, London and New York: Bloomsbury (The Arden Shakespeare), 2019, pp.
264
Nicola
Pasqualicchio – Andrew Filmer and Juliet Rufford, eds, Performing Architectures: Projects, Practices, Pedagogies, London and New York: Methuen, 2018, pp. 235
Sally Blackburn-Daniels
– A Theatrical Performance of Vernon Lees The Ballet of the Nations
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