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Theaterheute, Nr. 6, Juni 2020


72 pp., euro 17,00
ISSN 0040 5507

L’attore e drammaturgo pakistano-americano Ayad Akhtar consegna alla redazione di «Theaterheute» una lunga lettera pubblicata nella sezione Szene Corona: racconta la condizione della cultura e della vita teatrale a New York soffermandosi sulle ricadute delle posizioni di Trump nella società, soprattutto per quanto riguarda i ceti popolari e l’impoverimento patito dalla chiusura dei teatri. Si passa poi alla considerazione della condizione parigina esaminando lo stato delle cose e le alternative elaborate da Théâtre de La Colline, Comédie-Française, Chaillot-Théâtre de l’Europe.

Stefanie Carp, intendente del festival Ruhrtriennale, rilascia un’intervista in cui polemizza con le normative anti-Covid imposte dal governo tedesco. Riflessioni e proposte di valorizzazione della cultura dello spettacolo quale mezzo di riscatto e di rigenerazione dalla crisi pandemica emergono dal contributo di Constanza Macras, prestigiosa coreografa argentina attiva alla Volksbühne di Berlino. In rappresentanza del teatro indipendente parla Haiko Pfost che spiega il programma della trentesima edizione del festival Theater Impulse di cui è il direttore artistico. Questo appuntamento, intitolato Geschichte wird gemacht e impreziosito dalla presenza di Rimini Protokoll e Florentina Holzinger, si svolge su piattaforma on line.

Il trasferimento del teatro in formato digitale in tempo di pandemia è approfondito nella sezione Theater im Stream, attraverso l’analisi dei repertori tratti dagli archivi dei corrispettivi Thalia Theater di Amburgo, Schauspielhaus di Lipsia, Kammerspiele di Monaco, Schauspielhaus di Zurigo. Tali iniziative hanno ottenuto ampio consenso di pubblico.

Si ricorre anche ai canali YouTube, come successo a Spy on Me # curato da Annemarie Vanackere presso Hebbel am Ufer (Hau) di Berlino, che si avvale della partecipazione, tra i tanti, di James Bridle e Thomas Rychewaert.

È attiva dal 2019 l’Akademie für Digitalität und Theater fondata a Dortmund dalla regista Kay Voges, con lo scopo di operare per l’innovazione digitale, la ricerca artistica, l’istruzione e la formazione orientata alla tecnologia, come spiega l’articolo pubblicato in Digitale Akademie.

In Akteure si legge un profilo di Alexander Giesche: il regista si è formato allo Stadttheater di Brema dove è emerso negli allestimenti di Lost e di Torture the Artist, per poi affermarsi ai Kammerspiele di Monaco con 8 ½ Millionen dal romanzo di Tom McCarthy, e infine consacrarsi nell’ultima edizione di Theatertreffen con la partecipazione a Der Mensch erscheint im Holozän.

Il testo del mese è Die Lage di Thomas Melle, che si può leggere in versione digitale nella sezione Das Stück. Nell’intervista l’autore parla del teatro al tempo del Coronavirus e della situazione economica tedesca, complicata dalla carenza degli alloggi e da questioni di ingiustizia sociale.

Le pagine di Identitätspolotik ospitano estratti dal libro di Florian Malzacher, Gesellschaftsspiele - Politisches Theater heute (Berlin, Alexander, 2000).


di Massimo Bertoldi


Theaterheute, Nr. 6, Juni 2020

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