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Giro d’Italia. Die Reiseberichte des bayerischen Kurprinzen Karl Albrecht (1715/16)
Eine historisch-kritische Edition
A cura di Andrea Zedler e Jörg Zedler

Wien-Köln-Weimar, Böhlau Verlag, 2019, 694 pp., euro 52,49
ISBN 978-3-412-51361-0

Sono scarne eppure preziose le notizie legate allo spettacolo annotate da personaggi al seguito del diciottenne principe elettore di Baviera Karl Albrecht di Trausnitz in occasione del suo viaggio in Italia compiuto tra dicembre 1715 e agosto 1716. Le quattro relazioni manoscritte, tre in tedesco e una in francese, appartengono ai segretati Ehrenfried von Scholberg e Franz March, a un anonimo estensore e all’ingegnere Franz Peter Flussing. Spetta a Andrea Zedler e a Jörg Zedler il merito di averle raccolte in un corposo volume di valore scientifico e di rigore filologico, corredato da un ricco apparato di note, un glossario, una cartina delle tappe di viaggio, una ricca e aggiornata bibliografia.

Dalla lettura del capitolo introduttivo emergono i motivi del lungo “giro” voluto per riscattare l’immagine del casato bavarese dopo la fallimentare alleanza con la Francia nella Guerra di successione spagnola e, di conseguenza, per rafforzare i legami politici con le corti italiane e con papa Clemente XI.

Oltre ai doveri di rappresentanza e diplomazia, rientra nel protocollo dell’accoglienza l’organizzazione, da parte del patriziato locale, di intrattenimenti legati allo spettacolo, che presentano delle costanti tanto da permettere una mappatura dalla quale emergono interessanti elementi di continuità tra le proposte dei centri imperiali e delle realtà italiane.

A Salisburgo, per esempio, Karl Albrecht assiste ad «eine operetta (Amore vince il tutto) mit vocal und instrumental music» (p. 85); presso il Komödiehaus di Innsbruck applaude Il Tigrane di Alessandro Scarlatti su libretto di Domenico Lalli e negli ambienti del Collegio dei Gesuiti una non meglio precisata commedia e una pastorale. Di questi spettacoli non si conoscono gli interpreti, né il livello di gradimento; lo stesso vale tendenzialmente anche per quelli successivi.

Una quarantena a Chievo è allietata da musica da camera e dalla rappresentazione di Rodogune di Corneille in una residenza privata; nella vicina Verona lo spazio dell’Arena si offre a una corsa di cavalli e a un torneo cavalleresco. La visita al teatro Olimpico di Vicenza è tappa obbligatoria nella marcia di avvicinamento a Venezia, dove il principe sosta dal 4 febbraio all’11 marzo 1716. Il calendario degli intrattenimenti cui prende parte, dalla scansione quasi quotidiana, riguarda variegati generi e luoghi dello spettacolo. Oltre alle feste carnevalesche nei palazzi nobiliari con danze e musiche, Karl Albrecht si reca al teatro San Luca (Empietà castigata nella caduta di Domiziano di Giambattista Abati), al San Samuele e al San Moisè (La costanza trionfante degl’amori e degl’odii di Vivaldi), al San Cassiano e al San Giovanni Grisostomo.

Il soggiorno romano (4-22 aprile), il cui fiore all’occhiello sono le udienze papali, si concentra, tra le altre cose, in una festa a villa Borghese culminata nel canto di una pastorale, in una Passione a Santa Maria in Aracoeli, nelle luminarie accese per il compleanno dell’illustre ospite bavarese.

Quando Karl Albrecht arriva a Napoli (1° maggio) ha occasione di ammirare il corteo e le luminarie della festa di San Gennaro; prima della partenza del giorno 13, dopo balli e feste nelle dimore aristocratiche e in Castel Sant’Elmo, si reca al teatro San Bartolomeo per assistere al dramma musicale La virtù trionfante dell’odio e dell’amore di Scarlatti senior.

Un clima di festa accompagna il soggiorno fiorentino (4 giugno-5 luglio), complici anche le recenti nozze di Gastone de’ Medici con Eleonora Luisa Gonzaga la quale invita l’ospite ad assistere ad Astianatte in scena in un giardino nei pressi di San Marco. «La musique du Scarlatti, en etoit excellente, et les acteurs de mime» (p. 461), si legge nel Giro d’Italia. Oltre a frequenti balli nelle residenze aristocratiche, la città offre la festa di san Giovanni con le luminarie e il palio dei Cocchi. Sede di spettacolo è anche la villa medicea di Poggio a Caiano: vi si tengono caccie e balli, nonché la rappresentazione di un’indefinita commedia.

Nelle altre città visitate lungo la via del ritorno, da Lucca a Genova e da Milano a Parma, domina il ballo come protocollo per l’intrattenimento, mentre Mantova si distingue per una serenata in un giardino di palazzo Ducale e per Il Grand’Alessandro di Carlo Zuccari negli ambienti di villa La Favorita, definita «une comedie magnifique» (p. 554).

Infine, ancora balli e la rappresentazione di Radamisto di Francesco Feo deliziano la permanenza del principe bavarese a Innsbruck (17-23 agosto), ultima tappa di rilievo di un lungo viaggio nello spettacolo di inizio ’700.


di Massimo Bertoldi


Giro d’Italia. Die Reiseberichte des bayerischen Kurprinzen Karl Albrecht (1715/16)

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