Le pagine iniziali di questo numero di «Hystrio»
sono occupate da un interessante e aggiornato Speciale Coronavirus. Claudia
Cannella solleva cruciali domande circa le faticose ripartenze nel rispetto delle
regole sanitarie e sulle connesse ripercussioni economiche nei pochi festival
estivi in cartellone. Soprattutto si proietta nella stagione 2020-2021,
pensando ai piccoli teatri, ai contributi del FUS, alla situazione contrattuale
dei lavoratori. Legittimi i dubbi espressi da Valeria Brizzi e Arianna
Lomolino riguardo alla ricaduta del Decreto Rilancio nel mondo del teatro e
gli effetti della piattaforma digitale a pagamento per la fruizione di
spettacoli on line, sul modello di Netflix, lanciata dal ministro Franceschini.
Segue uninchiesta incentrata sulla situazione economica e sulla programmazione
artistica dei vari festival italiani. Numerosi i direttori e organizzatori
interpellati.
Grande
prudenza e diversificate modalità operative accompagnano la riapertura dei
teatri nel mondo, come dimostra una breve ricerca qui proposta. In Gran
Bretagna, spiega Jacopo Panizza,
tutte le attività sono sospese; in Francia vale il principio della situazione
del contagio a livello territoriale, secondo quanto rileva Giuseppe Montemagno. I teatri tedeschi sono funzionanti per il 10% –
scrive Irina Wolf – e i posti
disponibili corrispondono al 20% della capienza, mentre in Austria sono sei i
teatri aperti con la metà delle poltrone disponibili. Davide Carnevali riferisce che in Spagna si applica il criterio
delle contingenze sanitarie regionali. La situazione in Russia, come racconta Fausto Malcovati, è contraddittoria: da
un lato il governo ha dato il via libera alla riapertura, dallaltro quasi
tutti i teatri hanno anticipato le ferie dei propri dipendenti. Nello Stato di
New York i teatri rimangono chiusi, ci dice Laura Caparrotti, mentre negli altri States lattività è ripartita.
Infine in Cina, come testimonia Beatrice
Borelli, servono i permessi governativi anche solo per lo svolgimento di
piccoli spettacoli con lobbligo di mascherine e di distanziamento sociale.
I
problemi del Piccolo Teatro di Milano, venuti a galla dopo le dimissioni di Sergio Escobar e denunciati in una
lettera pubblica dei lavoratori dellEnte, sono analizzati da Sara Chiappori nella Vetrina. In merito alla nodosa questione,
«non si tratta di trovare un nome, seguendo vecchie regole e schemi esausti, ma
di ripensare radicalmente lassetto del Piccolo alla luce di un sistema messo
in ginocchio dallemergenza Covid-19, ma in profonda crisi da molto prima» (p. 16).
Festeggia
i suoi primi venti anni la compagnia Anagoor di Castelfranco Veneto, caratterizzata
secondo Laura Bevione da un bellintreccio
di letteratura, pittura, fotografia e musica elettronica nel progetto
drammaturgico sotteso alla ricerca, tra laltro premiata nel 2018 alla Biennale
di Venezia con il Leone dargento. Matteo
Brighenti si occupa di Teatro dei Venti, compagnia modenese fondata nel
2005 attiva su più fronti: dal teatro di strada allimpegno sociale, fino
allorganizzazione di Trasparenze Festival (a partire dal 2012) in cui ha
debuttato il pluripremiato Moby Dick (2019). Provengono dalla Scuola del Teatro Nazionale di Napoli i
sei attori fondatori nel 2018 della compagnia Putéca Celidònia attiva, con
intenti sociali e culturali, nel Rione Sanità; Stefania Maraucci ne ricorda gli spettacoli, da Non cè
differenza tra me e il mondo a Dallaltra parte. 2+2=?,
semifinalista del Premio Scenario 2019. Altrettanto significativa – perché
calata in una realtà carente di tradizione teatrale come quella della pugliese
Manfredonia – la bella esperienza della Bottega degli Apocrifi raccontata da Alessandro Toppi. Con Giuseppe
Montemagno ci si sposta in Sicilia per conoscere lassociazione culturale
Latitudini. Rete Siciliana di Drammaturgia Contemporanea, condivisa da una
quarantina di realtà teatrali locali cui sono proposti spettacoli legati al
teatro di ricerca. A Palermo Emma Dante
ha riaperto La Vicaria, unex fabbrica di scarpe trasformata in un «cantiere,
più che un teatro. Uno Spazio aperto per creare, ospitare stage, laboratori,
formazione», spiega lartista in una intervista a Filippa Ilardo. Altra intervista rilevante è quella di Alessandro Serra a Marco Menini, che ripercorre ventanni di carriera soffermandosi sugli
spettacoli di maggior successo, da Macbeth a Il giardino dei ciliegi
fino a Il Principe Mezzanotte.
Lo
Speciale Franca Valeri si apre con un
intervento di Laura Caparrotti che
privilegia gli inizi della luminosa carriera dellattrice milanese; erede di Dina Galli, entra in contatto con Alessandro Fersen, si fa conoscere nel
gruppo de I Gobbi, rileva la vena comica nelle figure femminili, tra cui la
celebre Signorina Snob, ideate per la trasmissione radiofonica Il rosso e il nero. Sandro Avanzo sposta lattenzione sul versante cinematografico,
ricordando il sodalizio artistico con Alberto
Sordi e le donne sole e anticonformistiche interpretate a partire dagli
anni Sessanta, quando in parallelo avvia un proficuo, duraturo rapporto con la
scrittura. I suoi testi teatrali, ironici e satirici, fino allultimo Il
secolo della noia (2019), sono lucidamente ricordati da Andrea Bisicchia. Il legame della
Valeri con la musica e lopera lirica, affrancato da ventiquattro regie, è messo
in risalto Stefania Bonfadelli. Lo Speciale si completa con il ricordo e lomaggio
alla lezione artistica impartita dallattrice da poco scomparsa da parte di Adriana Asti, Urbano Barberini, Paola
Cortellesi, Lella Costa, Serena Dandini, Angela Finocchiaro, Paola
Minaccioni, Maria Amelia Monti, Carla Signoris, Pino Strabioli.
La
scomparsa di Yoshito Ohno permette a
Marinella Guatterini di occuparsi di butō, la danza giapponese inventata con
Tatsumi Hiji nella seconda metà
degli anni Cinquanta e poi diffusa in Europa fino alle recenti esperienze di Paola Lattanzi Linke. Teatromondo prosegue con un contributo di
Jacopo Panizza dedicato alla
compagnia scozzese Superfan, vincitrice del prestigioso Beckett Trust Award per
loriginalità con cui mette in scena linguaggi interdisciplinari (teatro,
danza, nouveau cirque, physical theatre); si pensi a spettacoli
Like Animals e il recente Nosedive.
La
corrispondenza da Vienna di Irina Wolf si concentra sulla rassegna
Europamachine al Burgtheater: dedicata alla storia violenta dellEuropa, ha
iscritto nella programmazione allestimenti di rilievo artistico come Hamletmachine
di Heiner Müller per la regia di Oliver
Frljic, da cui emerge lintolleranza presente nel neoliberismo moderno.
Nella sala del Werk-X liraniano Alireza
Daryanavard ha realizzato Blutiger
Sommer, raccogliendo interviste di sopravvissuti ad anni di prigionia e
torture. Linstallazione Gardens Speak di Tania El Khoury ha commemorato i morti della guerra civile in
Siria.
Spetta
a Giuseppe Montemagno e a Roberto
Rizzente la cura del Dossier Teatro delle migrazioni che si apre con
unintervista a Wajdi Mouawad –
drammaturgo, regista e cineasta – che ha costruito la sua carriera artistica
intorno a tematiche relative alla ricerca delle origini e dellidentità, dalla
quadrilogia Le Sang des promesses
(1999-2009) al recente Poissons pilotes.
Maddalena Giovannelli sintetizza
interessanti materiali relativi al tema dellaccoglienza (da Eschilo a Elfriede Jelinek, da Gabriele
Vacis a Moni Ovadia) e alla
paura del diverso a partire dal mito di Medea declinato da Euripide, Jahnn, Pasolini, Wilson. Personaggi dalla natura nomade, nel significato più aperto
del termine, abbondano nella letteratura drammatica, come bene illustra Giuseppe Liotta, che ricorda i comici
della Commedia dellArte, Lehman Trilogy
di Stefano Massini e Emigrati di Slawomir Mrozek come esempi di migrazione interna; mentre le
commedie di Fassbinder, Genet, Koltès, Miller riguardano
lodio razziale alimentato dallo straniero.
Simona Polvani alza il sipario
sulla drammaturgia del “teatro delle migrazioni” in alcuni stati europei. In
Francia, dove non è dimenticato il passato coloniale ed è vivo il presente
degli attentati terroristici, lintegrazione di migranti trova risposta in
alcune istituzioni allavanguardia e nella produzione di testi di denuncia
firmati, tra i tanti, da Aziz Chouaki,
Sedjro Giovanni Houansou, Karima El Kharraz, Ahmed Madani. Fondamentale è anche la creazione collettiva Le Dernier Caravansérail ideata nel 2003
dal Théâtre du Soleil guidato da Ariane Mnouchkine: dalla tragedia del viaggio attraverso
testimonianze dirette, come argomenta Laura
Caretti, si arriva alla fondazione della compagnia del Théâtre Aftaab
a Kabul da parte di giovani afgani che avevano partecipato a un laboratorio
tenuto dalla regista francese nella loro città.
Ira Rubini si occupa della
Germania che, assimilata londata migratoria turca dalla quale provengono
personaggi qualificati come Selen Kara
e Günfer Çölgeçen, ora valorizza
lestro creativo di rifugiati provenienti da Siria, Palestina e Afghanistan,
tra i quali lattore Ayham Majid Agha,
la drammaturga e regista Rana Mleihi,
la scrittrice e regista Wihad Suleiman.
Punta di diamante del teatro delle migrazioni è il berlinese Gorki diretto da Şermin Langhoff: in merito Laura Santini ricorda la costituzione
nel 2016 dellExil Ensemble formato da attori rifugiati e profughi, nonché la
produzione di spettacoli sul tema della diversità e dellinclusione (da Verrücktes Blut di Nurkan Erpulat e Jens Hillje
a The Situation di Yael Ronen). Se Berlino costituisce
lapertura, Londra post Brexit rappresenta la chiusura verso realtà migratorie
da parte dei teatri ufficiali del West End, mentre la cultura teatrale
indipendente si dimostra molto attiva e portatrice di valori inclusivi e di
solidarietà. Jacopo Panizza segnala
il Vault Festival e i progetti di Papergang Theatre, Tania Nwachukwu, Florencia
Cordeu, e altri ancora.
La
situazione inglese trova ulteriore approfondimento nella conversazione di Jacopo Panizza con Suman Bhuchar, produttrice, giornalista e drammaturga di origini
pakistane, che si sofferma sulla presenza di ruoli etnici nel teatro
contemporaneo londinese per poi analizzare la sua ricezione allestero. Anche
in Australia si è sviluppato un filone drammaturgico sul tema, sostenuto
soprattutto dai teatri indipendenti, tra i quali, come rileva Gabriella Coslovich, spicca La Mama a
Melbourne. Altra terra al centro di frequenti movimenti migratori è lAustria,
tanto che, stando a Irina Wolf, non
mancano progetti finalizzati allintegrazione attraverso il linguaggio teatrale
e pregevoli testi, come quelli in scena ai viennesi Werk-X Theater e
Theaterarche. Da Atene Maria
Chatziemmanouil racconta le ripercussioni del fenomeno dellemigrazione nella
drammaturgia moderna rappresentata da Clean City (2016) di Anestis Azas e Prodromos Tsinikoris e nellapertura di appropriati spazi per lo
spettacolo come Synergy-O.
Il
Dossier Teatro delle migrazioni prosegue con il contributo di Franco Ungaro dedicato ai paesi della
ex Jugoslavia nei cui teatri indipendenti si concentrano gli allestimenti di
testi legati alla figura dello “straniero” e allintegrazione firmati, per
esempio, dal macedone Goran Stefanovski
e dal kosovaro Jeton Neziraj. In
Romania è frequente il tema della badante immigrata (Lextraterrestre che
desiderava come ricordo un pigiama di Matei
Vișniec), oppure della condizione di sfruttamento vissuta dalle domestiche
filippine (Domesticus Products di Ioana
Păun). Tematiche presenti nel teatro spagnolo fin dagli anni Novanta e che
oggi si rinnovano con le commedie di Angelica
Liddell, José Manuel Mora, Lola Blasco, come sottolinea Veronica Orazi. Segue unintervista di Roberto Rizzente al drammaturgo e
regista José Sanchis Sinisterra i
cui spettacoli affrontano temi legati alla colonizzazione e al concetto di “frontiera”.
Antonio Attisani ripercorre la
storia del cinema e del teatro yiddish,
autentico serbatoio di racconti di diaspore e di ricerca di libertà, che trova
in Moni Ovadia il suo autorevole
rappresentante. Lo stesso Attisani con si occupa del repertorio della cultura
rom e tibetana.
Il
contributo della drammaturgia italiana è analizzato da Laura Bevione: ai lavori pionieristici di Teatro delle Albe, Marco Baliani, Teatro Officina e Teatro
Cargo, seguono importanti progetti come i percorsi laboratoriali avviati da
MigrArti, Cantieri Meticci, Carovana Smi, Teatro dellOrsa, ecc. Figure di
stranieri e situazioni legate a fenomeni migratori non mancano nel repertorio del
teatro per i ragazzi di cui parla Mario
Bianchi. I molteplici punti di vista assunti dalla drammaturgia italiana
costituiscono il leitmotiv del
prezioso scritto di Filippa Ilardo:
il «naufragio come archetipo»
(p. 74) della condizione umana contemporanea; il racconto del viaggio costruito
su cronache e documenti storici; lincontro-scontro con culture e mentalità
diverse.
Negli
Stati Uniti «chi non è americano è considerato immigrato, è un “alieno”
(definizione legale)», spiega Laura Caparrotti, che sottolinea
loperato pionieristico de La Mama etc con The Trojan Women (1974),
seguito dalle esperienze contemporanee del gruppo Peoples Theater Project e
della pluripremiata Saviana Stanescu.
A livello tematico si riconoscono molti testi con personaggi che intrecciano
storie legate ai movimenti migratori lungo il confine messicano. In merito la
scrittrice Fernanda dal Monte
ricorda Juan Carlos Rubio, Javier Malpica, Martín Acosta. Condivide lo stesso tema lapprofondimento di Raùl Uribe e Beatuz J. Rizk sulle opere di Antonio
Zùniga e di Abel Gonzàlez Melo,
due tra i principali esponenti della drammaturgia centroamericana.
Storie
di esuli e viaggi di riscatto accompagnano la storia del melodramma, come
illustra Giuseppe Montemagno ricordando la catena di scene liriche da Monteverdi a Puccini, da Gershwin a Robert Wilson e Ludovico Einaudi. Gli esempi forniti da Sandro Avanzo dimostrano la
presenza di molteplici soggetti migratori nel Musical, dalliniziale The Black Crook (1866) a America
(2013). Altrettanto ricco è il quadro della danza, in cui il tema alimenta
coreografie di pregevole qualità artistica, individuate da Lorenzo Conti nei lavori di Roberto
Zappalà, Akram Khan fino a
quelli di Simona Bertozzi emersi
nellambito del bando italiano MigrArti che affianca il progetto europeo
Migrant Bodies-Moving Borders. Spetta
a Rizzente concludere questo variegato, documentato Dossier con un contributo sulla performance.
Le
pagine della sezione Nati ieri sono dedicate
da Alessandro Toppi al percorso
artistico della leccese Factory Compagnia Transadriatica a partire dallo
shakespeariano Sogno di una notte di mezza estate (2009), continuato con
Romeo e Giulietta (2012), La bisbetica domata (2015), il molieriano
Misantropo. Di rilievo risulta anche il repertorio rivolto a un pubblico
giovane, come non trascurabile è lattività sul territorio. Alla drammaturgia
del siciliano Tino Caspanello presta
attenzione Filippa Ilardo: che il
testo sia in dialetto (Mari, ‘Ntallaria, Malastrada)
oppure in italiano (Quadri di una rivoluzione, Sottotraccia),
emerge «una parola abitata dal corpo che abita nel corpo, che rimane onda
sonora anche quando traghetta nella forma scritta» (p. 87). Questo scritto introduce la lettura di Bar Stella pubblicato in Testi. La novità di Caspanello ha
debuttato al Teatro dei tre Mestieri di Messina nel febbraio 2020.
Nella ricca e aggiornata Biblioteca Ilaria Angelone e Albarosa
Camaldo raccolgono le schede relative alle novità editoriali italiane
legate alla cultura dello spettacolo. Le tante e utili informazioni de La società teatrale sono offerte
da Roberto Rizzente.
di Massimo Bertoldi
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