drammaturgia.it
Home | Cinema | Teatro | Opera e concerti | Danza | Mostre | Varia | Televisioni | Libri | Riviste
Punto sul vivo | Segnal@zioni | Saggi | Profili-interviste | Link | Contatti

cerca in vai


Alessandro Cosentino

Esengo. Pratiche musicali liturgiche nella chiesa congolese di Roma


Roma, NeoClassica, 2019, 130 pp., euro 20,00
ISBN 978-88-9374-027-2

Il volume di Alessandro Cosentino, che inaugura la collana “musichemigranti” dell’editore NeoClassica, rappresenta uno degli esiti di una più ampia ricerca sulle pratiche musicali-religiose specifiche di comunità di fedeli cristiani immigrati a Roma. Avviata nell’ambito del progetto PRIN 2012 Processi di trasformazione nelle musiche di tradizione orale dal 1900 a oggi e condotta dall’unità di ricerca dell’Università di “Tor Vergata”, l’indagine ha portato alla creazione di un archivio contenente una straordinaria mole di documenti audiovisivi che danno conto della varietà e della bellezza di queste musiche.

Il presente volume ne svela una parte, quella connessa alle liturgie della comunità cattolica congolese che è a sua volta tra le più documentate dell’archivio (cfr. la Presentazione di Serena Facci, pp. 9-13). Il rito zairese officiato nella chiesa della Natività, a pochi passi da Piazza Navona, è musicalmente ricco e trascinante: le melodie dei suoi canti e i pattern ritmici tipici africani, di cui nel testo si fornisce una sintesi con l’ausilio di diverse trascrizioni, richiamano alle messe domenicali anche romani e turisti di passaggio, immediatamente “catturati” dal sound coinvolgente e perfettamente udibile dalla piccola piazza antistante la chiesa.

Dopo un primo capitolo dedicato alla ricostruzione della storia della religione cristiana in Congo, Cosentino indaga la comunità “romana” nei suoi molteplici aspetti: dallo spazio sacro alla realtà fluida del coro che conduce musicalmente il rito, dall’ensemble composto da strumenti amplificati e tradizionali africani fino all’analisi di brani del repertorio devozionale e di altrettanti momenti centrali dell’anno liturgico.

Di fianco all’approfondimento del ruolo carismatico di figure chiave quali il prete-compositore padre Cola Lubamba e la direttrice del coro Angela Ndawuki Mayi, risultano particolarmente interessanti i paragrafi dedicati a quelle che Cosentino definisce delle vere e proprie jam session: un’idea coerente, tra l’altro, con la stessa fluidità che caratterizza il coro e l’ensemble strumentale anche a causa della mobilità che coinvolge le comunità migranti (p. 46). Se nella «jam session liturgica», che ha luogo in determinati momenti della celebrazione, la variabilità di strofe e intermezzi musicali risulta strettamente connessa alle tempistiche del rito (p. 65), è nella «jam session devozionale» al termine della messa che la gioia della lode si dispiega in tutta la sua forza, tra canti e danze dei fedeli che si appropriano così dello spazio sacro (p. 73). 

Emerge il tema della partecipazione attiva dell’assemblea nel corso di queste celebrazioni pervase dalla musica, nonché il senso di appartenenza a una collettività i cui individui non sono accomunati esclusivamente dal luogo di provenienza ma da un medesimo modo – profondo – di vivere la fede. “Comunità” è, infatti, la dimensione che si crea nello spazio-tempo del rito e che invita ogni partecipante, ricercatore compreso, alla gioiosa condivisione attraverso il canale elitario della musica. La gioia (esengo in lingua lingala, appunto) è allora, insieme alla corporeità che la esprime, il concetto-chiave intorno a cui la trattazione si sviluppa, uno stato d’animo richiamato più volte anche nelle parole di musicisti e coristi alle cui storie individuali è dedicata tutta l’ultima parte del testo.

Il lavoro di Cosentino non può che lasciare il lettore concorde con quanto scritto da Facci nella Presentazione al testo: ovvero che le musiche delle liturgie dei migranti a Roma (e quelle della comunità congolese in particolare) stanno senza dubbio arricchendo «la sonosfera di una delle città sacre più importanti nel mondo» (p. 9). Al tempo stesso il volume testimonia l’esito felice dell’incontro tra ricercatore e protagonisti dell’indagine: un incontro in cui la condivisione dell’esperienza musicale sembra continuare a rivestire un ruolo primario. Di questo bell’esito danno ulteriore dimostrazione i documenti audio-video analizzati nel testo, disponibili per la visione sul canale Vimeo dell’editore.

 

di Antonella Dicuonzo


.

cast indice del volume


 
 
Firenze University Press
tel. (+39) 055 2757700 - fax (+39) 055 2757712
Via Cittadella 7 - 50144 Firenze

web:  http://www.fupress.com
email:info@fupress.com
© Firenze University Press 2013