Questo numero di «Theaterheute» si apre con il
saggio (Essay) di Thomas Oberender – direttore artistico dei Festspiele
di Salisburgo dal 2007 al 2011 e intendente dei Berliner Festspiele dal 2012 –che
si interroga su cosa rimane oggi di vita quotidiana, nella mentalità e nella
cultura, nei territori della ex DDR a trentanni dalla riunificazione delle due
Germanie. La ricca sezione di Aufführungen, in
cui sono raccolte le recensioni degli spettacoli più importanti prodotti in
area tedesca, inizia dai Kammerspiele di Monaco con lo shakespeariano König Lear di Stefan Pucher su rielaborazione
drammaturgica di Thomas Melle che trasforma la tragedia in farsa comica
contemporanea affidandola allinterpretazione di Samouil Stoyanov, di Thomas
Schmauser nel personaggio del titolo e di Gro Swantje Kohlhof. Con la
messinscena di Die Bakchen (Le Baccanti) di Euripide firmata da Ulrich
Pasche si apre il mandato di Martin Kušej
alla direzione del Burgtheater di Vienna. Lo spettacolo si svolge su un palco
vuoto; il suo respiro corale è garantito da un gruppo di attori molto
affiatato. Segue Vögel, novità del
franco-canadese Wajdi Mouwad i cui sono protagonisti una biologa araba e uno
studente ebreo, coinvolti in una tormentata storia damore ostacolata dai rispettivi
genitori. The Party, testo originale
di Sally Potter per lomonimo film girato nel 2017, è adattato per il palcoscenico
da Anne Lenk, la cui regia calibra il ritmo dello spettacolo in rapporto ai
momenti di leggerezza e di profondità consegnandolo a una compagnia di
apprezzati attori tra i quali Peter Simonischek, Regina Fritsch, Markus Hering,
Barbara Petritsch, Katharina Lorenz e Christoph Luser. Guarda al repertorio classico la
programmazione dello Schauspielhaus di Hannover: il romanzo epistolare Die Leiden des jungen Werthers di Goethe
è trasformato in copione da Nora Khuon e da Lilja Rupprecht, anche regista di
un allestimento trasferito nella nostra contemporaneità, con Sebastian Nakajew
intenso e coinvolgente nella parte del personaggio in titolo. In Platonowa Stephan Kimmig attualizza la
tormentata figura dellimprenditore Anton Petrow del cechoviano Platonow (la drammaturgia è di Hannes
Oppermann), mettendo in evidenza le dinamiche sentimentali e le pulsioni
erotiche dei vari personaggi affidati alle abilità espressive di Nicolai Gemel,
Amelle Schwerk, Anja Herden, Mohamed Achour e Viktoria Miknevich. Il tema della facile fuga dalla realtà
costituisce il fulcro narrativo intorno al quale ruota Zeit aus den Fugen, dallomonimo romanzo di Philip K. Dick,
consegnato alla regia di Laura Linnenbaum che si dimostra originale e lineare
nellorchestrare i dialoghi e i silenzi di Sabrina Ceesay e Torben Kessler. La trasposizione teatrale di un romanzo è la
strada seguita anche al Deutsches Theater di Berlino con la messinscena di Ausweitung der Kampfzone di Michel Houellebecq
da parte di Ivan Pantellev che parafrasa nella depressione del protagonista, un
giovane ingegnere informatico, la crisi e le contraddizioni del neoliberismo.
Vicino al mattatore Samuel Finzi si segnalano Lisa Hrdina, Jeremy Mockridge, Marcel
Kohler. Un altro prestigioso teatro
berlinese, il Berliner Ensemble, ha prodotto Die Möglichkeit einer Insel dello stesso scrittore e sceneggiatore
francese. Vi si parla di fallimenti esistenziali contaminati da visioni
apocalittiche, come ha saputo approfondire la regia di Robert Borgmann,
valorizzata da una compagnia di attori importanti tra i quali Constanze Becker,
Peter Molzen, Wofgang Michael, Johanna Kempf. Il nome di Houellebecq si legge anche nelle
locandine del Deutsches Schauspielhaus di Amburgo. Serotonin, suo ultimo romanzo, è allestito da Falk Richter e
interpretato da Samuel Weiss, Tilman Strauss, Jan-Peter Kamp e Carlo Ljubek. Con la rappresentazione di Odyssee si ritorna a Berlino,
precisamente alla Volksbühne, in cui Örn Arnasson ha creato una gabbia
narrativa sulla base di estratti da Omero alternando pathos e ironia e inserendo nel testo molte allusioni
alle guerre doggi. Gli attori declamano il testo immobili davanti a un
microfono, accompagnati da un trio di musicisti. Tra le altre produzioni tedesche spicca anche Dantons Tod di Büchner per la regia di Armin
Petras che ha letto il dramma in chiave storico-politica per fare emergere il furore della Rivoluzione francese e
per sviluppare azioni corali frenetiche, vicine alla danza. Il pubblico dello
Schauspielhaus di Düsseldorf ha applaudito le esibizioni di Wolfgang Michalek
(Danton), Henning Flüsloh, Lieke Hoppe, Kilian Land e Caroline Adam Bay. Nello
stesso teatro Simon Solberg ha affrontato Bungalow
dallomonimo romanzo di Helene Hegemann, storia di una ragazza smarrita in un
mondo apocalittico soprattutto nelle relazioni famigliari. Impegnata nella
parte della protagonista, Lea Ruckpaul ha reso con efficacia le ansie e i
turbamenti del personaggio; non meno rilevanti sono risultati Judith Rosmair, Florian
Lange, Sebastian Tessenow, Jonas Friedrich Leonhardi. In Akteure si legge un dettagliato
profilo di Bastian Trost, attore cresciuto alla Westfälische Schauspielschule
di Bochum e poi allo Schauspielhaus di Düsseldorf, per poi entrare nel 2003 nel
gruppo Gob Squad. In parallelo si è affermato in campo cinematografico, dove ha
debuttato nel 1994 raggiungendo la piena maturità artistica a partire da Schläfer nel 2005 (regia di Benjamin
Heisenberg). Oltre a ricordare i passaggi significativi della sua carriera, Trost
spiega linfluenza di Pina Bausch nella definizione del suo stile espressivo. Larticolo successivo è dedicato a Gerlind Reisenhagen
(1926-2019). Autrice di testi radiofonici e di spettacoli per bambini, nel 1968
scrisse il suo primo dramma Doppelkopf
e diventò popolare nel 1976 con il dramma in parte autobiografico Sonntagskinder in cui racconta la vita
quotidiana durante il nazismo con gli occhi di una bambina. Il testo, allestito
da Alfred Kinchner nel 1976, apre una trilogia di cui fanno parte Frühlings Fest (1980) e Tanz Marie! (1989).
Il testo del mese, pubblicato in versione
integrale in Das Strück, è IKI.
radikalmensch, novità
di Kevin Rittberger presentata in prima assoluta nellambito dellottava
edizione del festival Spieltriebe di Osnabrück.
di Massimo Bertoldi
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