Spetta a Die sieben Todsünden/Seven Heavely Sins,
balletto satirico con canto in sette parti di Kurt Weill
su testo di Bertolt Brecht,
aprire la serie di spettacoli recensiti in Aufführungen.
Prodotto dallo Schauspiel di Stoccarda, dominato dalla cupa
figura di Anna costretta dalla famiglia a prostituirsi, lallestimento è
affidato alla regia di Anna-Sophie Mahler e alle
coreografie di Louis Stiens che sviluppano
recitazione e movimenti dai ritmi piuttosto sostenuti, anche per il ricorso a
martellanti suoni punk-rock. Tra gli attori si sono distinti, al fianco della
protagonista Josephine Köhler, Florian Spiess, Melinda Witham e Elliot Carlton Hines.
Il nome di Brecht
ritorna nella programmazione dello Schauspiel di Hannover dove Claudia Bauer ha proposto
un adattamento di Aufhaltsamen Aufstieg
des Arturo Ui, noto dramma dedicato alla conquista feroce del potere nella nostra
contemporaneità. Sfruttando differenti toni di voce, gli attori Günther Harder, Katja Gaudard, Philippe Goos, Sebastian Weiss hanno fatto
il verso ai leader della destra
europea. Dal repertorio brechtiano attinge anche il Berliner Ensemble
commissionando a Frank Castorf la messinscena di
Galileo Galilei, rielaborazione
delloriginale Leben des Galilei
arricchito con testi di Antonin Artaud. Di pregevole
intensità e di raffinata resa artistica è risultata lesibizione di Jürgen Holtz nel ruolo
del titolo; al suo fianco Bettina Hoppe, Wolfgang Michael, Andreas Döhler.
Che la promozione
della drammaturgia contemporanea costituisca un perno della scena dei paesi di
lingua tedesca, lo confermano le recensioni di interessanti novità come Autos della giovane Enis Maci in cui si
racconta di un folle viaggio in macchina compiuto da una coppia indagata dalla
regia di Franz-Xaver Mayr con taglio
psicologico (produzione Schauspielhaus di Vienna). Si parla di sfruttamento
nellera della globalizzazione e di dipendenza dalla moda e dallelettronica in
Occidente nel dramma Sklaven leben.
Pubblicato in versione integrale nella sezione Das Stück di questo numero della rivista berlinese, il testo è alla
base di un allestimento di successo allo Schauspiel di Francoforte per la regia
di Jan-Christoph Gockel. Laltra novità è
Atlas, commedia in programma allo
Schauspiel di Lipsia. Nel testo si incrociano drammatiche biografie di
personaggi attivi tra la Germania e il Vietnam; la regia compete a Philipp Preuss.
Conquistano
rilevanza anche le proposte da Monaco. Ai Kammerspiele Olga Bach ha
consegnato al regista Ersan Mondtag la sua rielaborazione
drammaturgica di Professor Bernhardi
di Arthur Schnitzler (Doktor Alici). Una declinazione al presente in cui lospedale
diventa il quartier generale della polizia dove si animano e si esasperano
conflitti razziali ed etnici, resi sulla scena da Samouil Stoyanov, Christian Löber, Thomas Hauser e Michael Gempart. Il
Residenztheater ha proposto il cechoviano Möwe
secondo la versione di Alvis Hermanis che mantiene
lambientazione tardo ottocentesca per approfondire gli scontri e i tormenti
interiori dei personaggi affidati allestro espressivo di Sophie von Kessel, René Dumont, Mathilde Bundschuh.
Aufführungen prosegue con lallestimento di Maria, novità di Simon Stephens al Thalia
Theater di Amburgo. Si racconta la storia di una ragazza madre doggi impegnata
nella lotta per lemancipazione e contro il degrado sociale. La regia è di Sebastian Nübling, il ruolo
della protagonista spetta alla brava Lisa Hagmeister
affiancata da Thomas Niehaus, Barbara Nüsse, Tim Porath. I
dissidi interiori della coppia moderna sono rivisitati con approfondimento
psicologico da Karin Beier nellallestimento
di Wer hat Angst von Wirginia Wolf?
di Edward Albee sul palcoscenico dello Schaspielhaus con Matti Krause, Maria Schrader e Devid Striesow
convincenti e applauditi interpreti.
Il tema
dellutopia ricorre nei principali teatri di Berlino a partire dalla Volksbühne
dove Susanne Kennedy ha curato la regia di Coming Society, uninstallazione ideata
con lartista visivo Markus Selg che proietta una
comunità in un futuro caratterizzato dallintreccio armonico di natura,
spiritualità, tecnologia. Tra i vari attori impegnati è emerso lestro
espressivo di Suzan Boogaerdt, Frank Willens, Dieter Rita Scholl. La novità Status quo di Maja Zade affronta
con il linguaggio della satira e della pungente ironia il senso del potere
connesso alla società patriarcale per poi prospettare la possibilità di
importanti cambiamenti storici intorno alla conquista delluguaglianza. Nella
produzione della Schaubühne Marius von Mayenburg ha
confezionato uno spettacolo moderno e accattivante con Marie Burchard, Moritz Gottwald e Jule Böwe nei ruoli
principali.
Le pagine di Akteure sono dedicate al profilo
artistico di Linda Pöppel, attrice
berlinese formatasi alla Westfälische Schauspielschule di Bochum, poi
scritturata dal 2010 al 2013 nella compagnia del Centraltheater di Lipsia e
attualmente inserita nellorganico del Deutsches Theater della capitale. Tra
gli spettacoli in cui si è distinta ricordiamo König Ubu di Alfred Jarry (regia di
András Dömötör) e Das Missverständnis di Albert Camus (regia di
Jürgen
Kruse).
International è un esauriente reportage che analizza la risposta della
drammaturgia anglosassone alla Brexit. I testi presi in considerazione sono
laspra denuncia del liberismo scivolato nellintolleranza in The Cane di Mark Ravenhill, il
dramma nostalgico Home, Im Darling
di Laura Wade e Sweat
di Lynn Nottage.
di Massimo Bertoldi
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