Lultimo
numero del 2018, che raccoglie saggi di studiosi di varie nazionalità, si
configura – nello spirito della rivista da ormai dieci anni – come un
raccoglitore eterogeneo di diverse prospettive sulla danza, sia dal punto di
vista tematico che da quello metodologico, privilegiando lo sguardo verso le
realtà coreutiche contemporanee.
Di
interesse più “storico”, dedicati a circostanziati periodi dellattività di due
grandi protagonisti della danza ottocentesca, sono i contributi di Roberta Albano, dedicato a Salvatore
Viganò e alla sua attività tra il settembre 1815 e il marzo 1816 presso i Reali
Teatri di Napoli, e di Elena Cervellati,
che si concentra sulla ricostruzione di una precisa parentesi della carriera di
Maria Taglioni, quella bolognese del 1842, indagandone in particolare la
ricezione da parte della critica e del pubblico.
Roberto Fratini
Serafide,
Marie Cléren e Claudia Palazzolo approfondiscono rispettivamente tre coreografie
che hanno segnato un momento di riflessione nella coreutica dello scorso secolo
e nelle dinamiche di allestimento dellevento performativo: Café Müller
di Pina Bausch, Signes di Carolyn
Carlson e Bit di Maguy Marin.
Riguardo
alle realtà performative sperimentali a livello internazionale e alle dinamiche
odierne della formazione coreutica, Vito
di Bernardi propone interessanti prospettive sulla sperimentazione del choreocinema di Maya Deren: un genere
pionieristico di cinema “visionario”, opera performativa totale cui la regista
statunitense si dedicò fra gli anni Quaranta e Cinquanta del Novecento. Deniz Başar si concentra sulla danza moderno-contemporanea in Turchia e sullemergere
del movimento femminista nella coreutica nei primi anni Duemila con lensemble di danza Movement Atelier. Lucrezia Ottoboni riflette sulla modernizzazione
della danza Odissi attraverso la riflessione sul case study “Indian Odissi
Classical Dance || Ed- Sheeran - Shape of You”.
La
sezione Dossier. Verso una danza per
tutti è dedicata al fenomeno della “danza nel sociale”, nella doppia
accezione di “danza per tutti”, a scopo educativo e sociale, e di “danza
corale”: occasione di coinvolgimento di maestranze professionistiche e
cittadini comuni per riabilitare la danza a pratica quotidiana delluomo.
Conclude
il numero la sezione Visioni dedicata
alle creazioni della performer Cristina Kristal Rizz. di Caterina Pagnini
Trascriviamo di seguito lIndice del volume:
Editoriale
di
Eugenia Casini Ropa
STUDI
Salvatore Viganò e
lattività al teatro del Fondo di Napoli
di
Roberta Albano
Impronte sulla
carta. Epifanie e scartafacci per dire Marie Taglioni (Bologna, 1842)
di
Elena Cervellati
“Imparare dai
propri allievi”. Ideologia, ricostruzione e trasmissione del classico nelle pagine della
rivista «Balletto» (1955-1962)
di
Giulia Taddeo
Notturno di Café
Müller. Una lettura
di
Roberto Fratini Serafide
Lire les vers du
ballet. Signes dOlivier Debré et Carolyn Carlson (1997)
di
Marie Cléren
Danser la communauté
comme une danse populaire. “Bit” de Maguy Marin
di
Claudia Palazzolo
“A continuous
awakening movement”. Note sul choreocinema di Maya Deren
di
Vito Di Bernardi
“Beneath the threshold of perception”. Danza e fotografia live in “Held”, di Lois Greenfield e
Australian Dance Theatre
di
Arianna Novaga
A Feminist Archeology of Collective Memory in Turkey.
A Retrospective Look on Works of Movement Atelier with a Focus on AHHval /
cirCUMstances
di
Deniz Başar
Odissī, una
tradizione in transizione. Il case-study “Indian Odissi Classical Dance || Ed
Sheeran – Shape of You”
di
Lucrezia Ottoboni
Digressioni da
ricerca sul campo sullincorporazione della maschera in una cultura altra: il “Topeng balinese”
di
Carmencita Palermo
La creatività
motoria dei bambini in ambienti musicali “riflessivi”. Uno studio
sperimentale con il test Thinking Creatively in Action and Movement (TCAM) e la
Laban Movement Analysis
di
Anna Rita Addessi, Filomena Anelli, Marina Maffioli
Le danseur
“optimisé”. Formation intensive et bonne santé: un pas de deux contradictoire?
di
Camille Casale
La danza nella
prospettiva ontologica di una teoria documentale dellarte
di
Emanuele Giannasca
DOSSIER. VERSO UNA DANZA PER TUTTI
Le parole per
dirsi: verso un lessico condiviso della danza di comunità
di
Franca Zagatti
Vivere la danza,
danzare la vita. Danze partecipate, danze esposte
di
Elisa Guzzo
The Dynamics of an Expanding Friendship. Community
Making in the Streets of Porto Marghera
di
Ariadne Mikou
Intorno alla danza
e al movimento non professionali
di Susana
Zimmermann
VISIONI
BEEING SPACE, MY
HOME IS THE COSMO, PERFORMING IS AN HABITAT, AFTER CHOREOGRAPHY THERE IS THE
DANCE, NO MORE TITLES JUST EXPERIENCING THE SENSES OF THE WORLD, NO SITE
SPECIFIC, POLITICAL SCORES, EXPANDED CHOREOGRAPHY, MEDITATION ON BEAUTY,
MULTIPLE COMMUNISM, UNEXHAUSTED TECHNOLOGIES
di
Cristina Kristal Rizz
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