Aprono questo numero di «Theaterheute» le pagine di Aufführungen, la consueta rassegna
dedicata alle recensioni degli spettacoli più importanti di recente produzione
nei paesi di lingua tedesca.
Spicca il Theater di Basilea con due interessanti
allestimenti. König Arthur (King Arthur) di Henry Purcell e John Dryden, nella rielaborazione
drammaturgica di Ewald Palmetshofer per la regia di Stephan Kimmig, attualizza
il tema del conflitto bellico attraverso il ricorso al teatro di varietà. Tra
gli interpreti si distinguono Riccardo Fassi, Sarah Brady, Lisa Stiegler e Max
Mayer. Tartuffe oder Das Schwein der
Weisen, adattamento della celeberrima commedia di Molière da parte del dramaturg Peter Licht, presenta un
linguaggio surreale di tipo dadaista in perfetta armonia con le linee di regia di Claudia
Bauer. Degne di nota le prove di Florian von Manteuffel, Nicola Mastroberardino,
Myriam Schröder.
Severe critiche al capitalismo contemporaneo e allo
squilibrio nella distribuzione planetaria della ricchezza emergono con forza da
No President, sorta di teatro-danza
firmato dal gruppo Nature Theater of Oklahoma, applaudito allo Schauspielhaus
di Düsseldorf.
Non manca di originalità il progetto condiviso dal
Berliner Ensemble e dallo Schauspielhaus di Dortmund: nella stessa serata sono
andati in scena contemporaneamente Die
Parallelwelt di Kay Voges (al Berliner Ensemble) e Auf der Straße di Karen Breece (allo Schauspielhaus), entrambi
incentrati sulla vita del protagonista Fred percorsa dalla nascita alla morte (Die Parallelwelt) e a ritroso (Auf der Straße).
Ci si sposta al Deutsches Theater della capitale
tedesca per dare notizia di Let Them Eat
Money di Andres Veiel e Jutta Doberstein. Grandi schermi fanno da sfondo ai
movimenti acrobatici degli attori (Paul Grill, Kathleen Morgeneyer, Thorsten
Hierse e Jürgen Hut), interpreti di una storia fantastica ambientata nel 2028 ricca
di riflessioni e di analisi non molto incoraggianti sulleconomia europea e sulla
globalizzazione.
Allo Schauspielhaus di Colonia, Stefan Bachmann ha
adattato per il palcoscenico la riduzione di Tyll, celebre romanzo di Daniel Kehlmann in cui si raccontano gli
orrori della guerra dei Trentanni attraverso le visioni di corte del buffone Till
Eulenspiegel (un espressivo Peter Miklusz). Nello stesso teatro ha ottenuto
consensi di pubblico e di critica anche la messinscena di Bewohner di Christoph Held per la regia di Moritz Sostmann, che
muove gli attori (Anna Menzel, Sebastian Fortak, Christoph Levermann, Magda Lena
Schlott) come marionette per simulare la condizione di corpi malati affidati
alle cure di un medico.
Aufführungen termina al Residenztheater di Monaco. Del ricco programma in cartellone si segnala Marat/Sade di Peter Weiss riletto da Tina
Lanik in chiave contemporanea per meglio riflettere sulla connessione tra
cinismo e ideali politici. Alla riuscita dellallestimento hanno contribuito attori di livello: Michele Cuciuffo,
Wolfram Rupperf, Pauline Fusban e Götz Schulte. Tratto
dallomonimo racconto di Heinrich von Kleist incentrato su una rivolta popolare
scoppiata ad Haiti nel 1791, Die Verlobung in St. Domingo propone una
lettura in chiave umoristica della rivoluzione, con la regia di Robert Borgmann
e lottima interpretazione di Mathilde Bundschuh e Marcel Heuperman, affiancati
dalla cantante Marie-Christiane Nishimwe.
Si prosegue con Starts,
in cui si prendono in esame gli spettacoli inaugurali della nuova stagione del
Nationaltheater di Mannheim. Su commissione del nuovo direttore Christian Holtzhauer,
Christian Weise ha realizzato lallestimento di Die Räuber di Friedrich Schiller, con la partecipazione di Marìa Munkert,
Christoph Bornmüller, Sarah Zastrau, Almut Henkel e Nicolas Fethi Türksever.
Segue Die
Elefantengeist, novità dello svizzero Likas Bärfuss pubblicata in versione
integrale nella sezione Das Stück. Si
tratta di un testo dedicato alla vita privata di Helmut Kohl, capace di mettere
a fuoco temi e problemi relativi alloperato del cancelliere nellambito della
riunificazione delle due Germanie.
Abilmente guidati dalla regia di Sandra
Strunz hanno portato in scena questa parabola grottesca Laszlo Branko Breiding,
Matthias Breitenbach, Jacques Malan, Viktoria Miknevich e Martin Weigel.
Jan Philipp Gloger sceglie tre allestimenti dello Staatsschauspiel
di Norimberga. Ein Stein fing Feuer è
un collage di testi di Ionesco affidato alla regia di Gloger e alle performances di Suheyla Ünlu, Annette
Buschelberger e Sascha Tuxhorn.
Die Möwe
(Il gabbiano) di Čechov è affrontato
in chiave psicologica da Anne Lenk che riesce ad attualizzare lopera anche
grazie alla limpida interpretazione di Ulrike Arnold,
Pauline Kästner, Stephanie Leue e Thomas Nunner. Aufführung einer gefälschten Predigt
über das Sterben di Boris Nikitin è il titolo della performance di Malte Scholz accompagnato
da Yascha Finn Nolting e dal coro gospel della
città.
In Akteure
si legge il profilo di Annika Meier, attrice che dopo aver maturato importanti
esperienze formative nei teatri di Lucerna e di Oberhausen si è affermata con la
compagnia della Volksbühne di Berlino, ottenendo lusinghieri risultati con le
interpretazioni di Murmel Murmel di Herbert
Fritsch (2012), del collage di testi di Konrad Bayer der die mann (2015) e del recente Ballroom Schmitz di Clemens Sienknecht e Barbara Bürk.
Le pagine di Nachruf
sono dedicate al ricordo di Ignaz Kirchner, attore recentemente scomparso che
ha scritto importanti pagine dello spettacolo tedesco. Si pensi alle sue performances in Mein Kampf (1987) e in Endspiel
(Finale di partita) di Samuel Beckett
(1998), entrambi andati in scena allAkademie Theater di Vienna per la regia di
George Tabori. Lultimo applaudito ruolo è stato quello di Diafoirus in Der eingebildete Kranke (Il malato immaginario) di Molière sul
palco del viennese Burgtheater.
di Massimo Bertoldi
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