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Hystrio, a. XXXI, 2018, n. 3


124 pp., euro 10,00

Il numero estivo della rivista milanese si apre con lo Speciale premio Hystrio 2018. Spetta a Renata Savo il resoconto dettagliato della manifestazione attiva dal 1989 che ha riconosciuto il talento di nove finalisti scelti tra quasi duecento candidati, poi ridotti a quaranta da una giuria formata da registi e direttori artistici. È doveroso segnalare un’interessante novità: la duplice collaborazione con il Premio Scenario e il progetto Forever Young della Corte Ospitale di Rubiera per dare visibilità a giovani compagnie come è successo in occasione della messinscena di Un eschimese in Amazzonia della compagnia The Baby Walk e Lea R. di Michele Ruol. Seguono le motivazioni della giuria che riguardano Massimiliano Speziani (Premio Hystrio all’interpretazione), Massimiliano Civica (Premio Hystrio alla regia), Davide Carnevali (Premio Hystrio alla drammaturgia), Zona K (Premio Hystrio-Altre Muse), Compagnia Òyes (Premio Hystrio-Iceberg), Fattoria Vittadini (Premio Hystrio-Corpo a corpo), lo spettacolo Il sindaco del Rione Sanità di Eduardo De Filippo per la regia di Mario Martone (Premio Hystrio-Twister). Al citato Ruol è stato attribuito il Premio Hystrio-Scritture di scena, mentre Federica Rosellini e Giuseppe Sartori si sono aggiudicati il Premio Hystrio Mariangela Melato.

Nella Vetrina Francesca Serrazanetti parla di nuovi teatri irlandesi che si caratterizzano per la polifunzionalità artistica e per un’integrazione armonica nel tessuto urbano. Roberto Canziani si occupa del Festival Flux di Roma dedicato al teatro lituano nell’attuale fase di crescita e di fermento come emerso dagli spettacoli proposti dalle compagnie Low Air e Operomaija. Con Laura Santini ci si sposta a Genova, dove l’Archivolto e il Teatro Stabile hanno recentemente ottenuto il riconoscimento di Teatro Nazionale.

Il viaggio di Teatromondo inizia con il resoconto della primavera londinese redatto da Sandro Avanzo che rileva una situazione generalmente poco creativa ad eccezione della messa in scena di The Grinning Man per la regia di Carl Grose al Trafagar Studio 1 e di Brief Encounter di Noël Coward curato da Emma Rice all’Empire Cinema Haymarke. A Parigi, racconta Giuseppe Montemagno, accanto alla rilettura dei classici (L’Ouiseauvert di Carlo Gozzi con la regia di Laurent Pelly, L’Avare di Molière con la regia di Ludovic Lagarde) si distinguono allestimenti firmati da autori-registi come Ondes magnetiques di David Lescot e Poussiére di Lars Norén.

Davide Carnevali si occupa della rassegna berlinese Theatertreffen riservata ai dieci spettacoli più interessanti prodotti in area tedesca. Emerge un quadro di pregevole sostanza artistica soprattutto per quanto riguarda l’estro degli attori tra i quali si segnalano Wiebke Puls, Benny Claessens, Nicola Mastroberardino, Nina Hoss. Tematiche legate alla guerra e ai fenomeni migratori, alla ricerca di nuove certezze e di stabilità, hanno animato i palcoscenici viennesi. Irina Wolf si sofferma su Mothersong dell’iracheno Mokhallad Rasem, su Homohalal e Heimwärts del siriano Ibrahim Amir, e su Gutmenschen di Yael Ronen. È in crescita la scena bulgara e in modo particolare quella di Sofia con la sua decina di teatri e spazi indipendenti, secondo Franco Ungaro. Lo stesso Ungaro poi si sposta a Timişoara con il Festival Fest-Fadr che ha visto la partecipazione di artisti e compagnie internazionali.

Teatromondo si conclude in India dove è in programma l’ottava edizione delle Olimpiadi del Teatro. Sottolineando la portata mondiale dell’evento, Nicola Pianzola segnala la presenza di Pippo Del Bono con La Gioia, di Eugenio Barba e l’Odin Theatret con The Great Cities Under the Moon, di Romeo Castellucci con Giulio Cesare e Pezzi staccati.

Pino Tierno e Laura Caretti curano il dossier Indipendentismi sui casi di Catalogna e Scozia. Tierno si occupa della regione catalana dove sono presenti scrittori di prestigio tradotti in varie lingue e noti anche in Italia quali Benet i Jornet e Sanchis Sinisterra cui si affiancano, tra gli altri, Guillem Clua, Pau Miró e Pere Riera. La luminosa carriera di Benet i Jornet è ricostruita da Simone Trecca a partire dal successo ottenuto nel 1963 con Una vella, coneguda olor che diventa il testo simbolo del nuovo teatro catalano d’autore. Altra figura di spicco è Sergi Belbel di madrelingua spagnola ma esponente della drammaturgia catalana, che nell’intervista rilasciata a Tierno parla dei difficili rapporti con il governo centrale e delle caratteristiche della sua produzione testuale.

Non meno importante è Guillem Clua, recente vincitore del prestigioso Premio Teatro Ciutat d’Alcoi nonché autore del testo gay di culto Smiley. Conversando con Tierno, Clua discute il problema del radicalismo politico, descrive la sua attività a Madrid e si sofferma sull’incidenza del proprio bilinguismo nella sfera creativa. Veronica Orazi si occupa di Jordi Casanovas, autore della Trilogia sobre la Identitat catalana in cui affronta la questione nazionale e il profilo identitario della Catalogna dal 1975 a oggi approfondendo annose questioni sociali, politiche e umane. Il processo di indipendenza catalano degli ultimi mesi è oggetto, come racconta la Orazi, di un progetto ideato da Lluís Pasqual (direttore del Teatre Lliure) che prevede la messinscena di testi scritti da undici autori locali.

Davide Carnevali dà conto della reazione del mondo teatrale alla repressione del potere centrale spagnolo attraverso la sospensione degli spettacoli, la diffusione di manifesti firmati da una sessantina di enti culturali e di organizzazioni di letture pubbliche drammatizzate legate al tema dell’autonomia. È Barcellona l’epicentro della rinascita teatrale i cui punti di riferimento sono Lluïsa Cunillé e i già citati Miró e Riera, dei quali David Campora ricostruisce essenziali profili biografici. Interessante è l’esperimento del teatro partecipativo avviato dall’artista e regista Roger Bernat che nell’intervista concessa a Carmen Pedullà parla della ricaduta nel teatro del referendum del primo ottobre scorso e del suo spettacolo Pendiente de voto. Altro esponente di grido è il drammaturgo e performer Ferran Dordal (attivo dal 2006) che spiega a Carnevali le ragioni della sua vocazione internazionalistica (nel 2015 ha vinto il Leone d’Argento alla Biennale di Venezia) e la sua posizione nei riguardi dell’indipendenza territoriale.

Con il contributo di Ira Rubini ci si sposta nella realtà scozzese. Di David Greig, drammaturgo, regista e direttore del Lyceum Theatre di Edimburgo, si legge un esauriente profilo artistico integrato dalle notizie del suo impegno al Fringe Festival e dalle sue riflessioni sul movimento indipendentista in rapporto al referendum del 2014 relativo alla richiesta di autonomia dal Regno Unito. Laura Caretti propone un’attenta ricognizione della drammaturgia contemporanea segnalando una grande vitalità e una rinnovata tensione interpretativa dei fatti salienti della storia; così in Mary Queen of Scots Got Her Head Chopped Off di Liz Lochhead, Caledonia di Alistair Beaton e Uncon di Tim Barrow in cui si rievocano gli avvenimenti relativi alla perdita dell’indipendenza. Margherita Laera e Maggie Rose raccontano il National Theatre of Scotland fondato nel 2006 per iniziativa del governo al fine di produrre e distribuire spettacoli in tutto il territorio. Alla guida della compagnia nazionale si è distinta la regista inglese Vicky Featherstone cui è subentrata nell’aprile 2017 la scozzese Jackie Wylie. Contro i pericoli dell’egocentrismo e di una visione nostalgica del passato perché «allontanano i giovani, dirottano chi è pieno di vita, e portano direttamente nelle paludi provinciali dell’esistenza» (p. 54), si schiera il critico teatrale Joyce McMillan nell’articolo firmato ancora da Caretti. Non è trascurabile l’uso del dialetto locale, ossia lo scots delle Lowlands, nei nuovi testi contemporanei e nelle riscritture dei classici da Shakespeare a Moliére, come bene illustra Irene Browm. Per sostenere e diffondere la nuova drammaturgia è attivo dal 2004 il Playrights’ Studio Scotland con base a Glasgow operativo su tutto il territorio nazionale. Fondato sull’esempio del Centre des Auteurs Dramatique di Montréal, ora è diretto da Fiona Sturgeon-Shea che nell’intervista concessa a Maggie Rose spiega gli effetti della Brexit e la produzione teatrale a essa collegata. La medesima Rose ricostruisce la storia del prestigioso Festival di Edimburgo nella sua diramazione in International e Fringe. Infine Ira Rubini si sofferma sulla presenza di tanti artisti italiani tra cui Renato Gabrielli, Silvia Gallerano, Antonello Taurino, il gruppo Nina’s Drag Queens e Laura Pasetti.

In Teatro Ragazzi Mario Bianchi presenta le principali novità emerse dalle rassegne Teatro fra le Generazioni di Castelfiorentino, Giocateatro di Torino, Segnali di Milano e Maggio all’Infanzia di Bari.

La consueta e corposa sezione delle Critiche ordina le tante recensioni degli spettacoli secondo criteri regionali. Seguono le pagine dedicate alla danza e alla lirica.

Il testo pubblicato è Per il tuo bene di Pier Lorenzo Pisano, vincitore del premio Riccione "Pier Vittorio Tondelli" 2017.

Nella ricca Biblioteca Ilaria Angelone e Albarosa Camaldo raccolgono le schede relative alle novità editoriali italiane legate alla cultura dello spettacolo.

Le tante e utili informazioni de La società teatrale sono offerte da Roberto Rizzente.


di Massimo Bertoldi


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