Leditoriale di Felice Laudadio introduce il numero 590
di «Bianco e nero» dedicato alla figura di Andrea
Camilleri. Il fascicolo contiene, per la prima volta nella storia della
rivista, anche un dvd con una lunga intervista allo scrittore siciliano nella
sua casa di Roma a cura dello stesso Laudadio.
In apertura Carlo Lucarelli esalta la felicità
del narratore Camilleri capace di costruire un universo familiare e “accogliente”
per mezzo di parole, personaggi e situazioni ricorrenti.
Nella densa intervista a Laudadio
Camilleri racconta la sua multiforme attività culturale: dalla formazione allAccademia
Accademia Nazionale dArte Drammatica allinsegnamento presso il Centro
Sperimentale di Cinematografia, dalla collaborazione con Orazio Costa e con Roberto
Rossellini alla esperienza in Rai e allimpegno nella letteratura. Il resoconto
del colloquio è intervallato dalle testimonianze dei suoi allievi al Centro
Sperimentale. Silvano Agosti ne elogia
lumanità, la sincerità e lintensità. Paolo
Graziosi ne ricorda lautorevolezza e la dedizione. Nella conversazione di Luca Pallanch con Luigi Perelli, il regista ripercorre le tappe del suo percorso al
Centro rammentandone lironia e lapertura intellettuale.
I due contributi successivi sono
dedicati allimpegno di Camilleri in radio e in televisione. Enrico Menduni individua ne Il commissario Montalbano meccanismi di successo analoghi a quelli delle Inchieste del commissario Maigret (si
pensi alla “logica dellassenza” come strumento per costruire il mito). Cesare Biarese ripercorre lesperienza
in Rai del professore a partire dalla fine degli anni Cinquanta soffermandosi
sui rapporti lavorativi e personali con Eduardo De Filippo nonché sul suo
impegno come produttore televisivo e regista (dalla prosa fino ad altri settori
della comunicazione).
Passando al Camilleri romanziere,
Giovanni Capecchi ricostruisce il
profilo e l“evoluzione” del personaggio Montalbano evidenziando la capacità
dellautore di offrire un carattere verosimilmente mutevole in un contesto di serialità.
Lo stesso Capecchi riflette sulle altre produzioni letterarie dello scrittore e
sulle sue efficaci sperimentazioni linguistiche.
Antonio Sellerio analizza il successo della produzione letteraria
di Camilleri a partire dal primo romanzo pubblicato dalla nota casa editrice palermitana:
La stagione della caccia (1992). Leditore
sottolinea come la critica si sia a lungo soffermata sul vigatese evidenziando
limportanza del dialetto nella definizione dei suoi personaggi e la capacità dinventare
una vera e propria lingua e insegnarla al lettore.
Lo psicoterapeuta Giuseppe Fabiano prende in esame i contenuti
psicologici delle opere narrative di Camilleri e lintimo legame tra chi scrive
e la sua elaborazione letteraria proponendo la definizione di «ventriloquo
narrativo» (p. 63) (con particolare riferimento alla profonda connessione tra lautore
e il personaggio Montalbano). Nunzio La
Fauci definisce lo scrittore un «radicale innovatore» (p. 75) alla luce del
suo lavoro sul dialetto.
Nella conversazione con Alberto Crespi gli sceneggiatori di
Montalbano, Francesco Bruni e Salvatore De Mola, raccontano il loro rapporto
creativo con lautore dei romanzi, svelano aneddoti sulla produzione della
serie tv e spiegano la genesi dello spin-off
Il giovane Montalbano. Nel dialogo di Luca
Pallanch con Sergio Silva, già a
capo della fiction Rai, si delineano i processi che hanno portato alla
creazione della fiction e alla scelta
dellattore protagonista Luca Zingaretti. Carlo
Degli Esposti ripercorre «lavventura di Montalbano» (p. 76) dal punto di
vista del produttore: sottolinea i punti di forza, gli ostacoli e la linea
editoriale della sua Palomar. Il regista Alberto
Sironi descrive i dettagli del lavoro sul set e della sua preparazione.
Giuseppe Marci indaga ancora la sperimentazione sulla lingua, esplorando
i concetti di “partitura” e “invenzione”, nonché mettendo in relazione il
linguaggio di Camilleri con quello di Pirandello. Marco Trainito sviscera le acute intuizioni dello scrittore in
merito alle connessioni tra mafia e religione, tra le pratiche della
criminalità organizzata e il potere del mondo cattolico. Alberto Anile confronta la figura di Camilleri con quelle di tre
grandi nomi della letteratura siciliana: il già citato Pirandello, Sciascia e Giuseppe Tomasi di Lampedusa.
Concludono la sezione le
testimonianze degli attori Zingaretti e Michele
Riondino (interprete di Montalbano giovane) sul rapporto personale e
lavorativo con lo scrittore.
La sezione successiva è riservata
ai traduttori e ai problemi della resa di un idioma così peculiare nelle
diverse lingue. Dallinglese «eccentrico» (p. 104) scelto da Stephen Sartarelli come strumento per
ridare dignità agli italoamericani al tortuoso percorso di ricerca di Carlos Mayor per decifrare i testi e restituirli
in spagnolo. Se il catalano Paul Vidal sottolinea
il valore identitario della lingua, lungherese Ádám András Kürthy affronta le difficoltà della traduzione cercando
di «trasmettere il buon testo come buon testo» (p. 106). Infine Fotini Zervou fa leva sulle connessioni
tra Grecia e Sicilia alla luce dellorigine etimologica greca di alcune parole
siciliane.
Nella sezione Variazioni su Camilleri, Salvatore Silvano Nigro evidenzia
ancora una volta come la lingua sia «lanima della sua portentosa ingegneria
narrativa» (p. 111). Masolino dAmico
esamina i rapporti dello scrittore con il teatro, non solo ripercorrendone lattività
scenica, ma sottolineando «lispirazione teatrale di tutta la sua narrativa»
(p. 118). Domenico Monetti individua nel campo della recitazione lurgenza da
parte di Camilleri di mettere al centro della scena la phoné. Cristina Bragaglia pone
lattenzione sul tema del cibo nella sua letteratura: i rimandi al citato
Maigret, il solido legame con la Sicilia, il valore sentimentale della passione
culinaria.
Negli Extra troviamo la presentazione di Alfredo Baldi al carteggio di Camilleri con il Centro Sperimentale
di Cinematografia. Infine, Alberto Anile
introduce il cineracconto ispirato a Luomo
delle stelle di Tornatore realizzato da Camilleri per «Tv Sorrisi e Canzoni»
nel 1995.
di Stella Scabelli
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