Lo studio di Mauro Petruzziello che qui si presenta indaga le pratiche e le estetiche della vocalità di alcuni artisti del secondo Novecento: Jerzy Grotowski, Living Theatre e Peter Brook. Un territorio, quello della cosiddetta drammaturgia sonora, ancora inesplorato e in cerca di adeguati strumenti metodologici. Anche a causa di quel radicato pregiudizio testocentrico per cui la voce in scena è stata a lungo considerata uno strumento al servizio della letteratura teatrale. Gli stessi scritti teorici dei maestri del Novecento hanno posto scarsa attenzione al problema: raramente si trovano riferimenti al lavoro sulla voce e sui metodi di addestramento degli attori. Inoltre, manca una adeguata documentazione audio che si avvalga anche degli strumenti delle discipline musicologiche.
Petruzziello suggerisce così di tornare alla visione e allascolto dello spettacolo, osservare con spirito critico la pratica vocale e il suo ruolo drammaturgico tenendo presente anche il più ampio contesto estetico. In particolare, sottolinea limportanza di incrociare lanalisi degli spettacoli con le dichiarazioni poetiche dei drammaturghi, con le pratiche attoriali e con tutte quelle fonti che permettono di ricostruire le prove degli spettacoli, gli esercizi individuali e i procedimenti di lavoro collettivo.
Utili le pagine dedicate allo Stato degli studi sul suono nel teatro (pp. 20-32) e alle Questioni di metodo (pp. 32-34).
di Lorena Vallieri
Trascriviamo di seguito l'Indice del volume:
Introduzione La voce: questa grande assente di Valentina Valentini
Capitolo 1. Mettersi allascolto 1. Stato degli studi 2. Questioni di metodo
Capitolo 2. Anatomia vocale dello spettacolo 1. Jerzy Grotowski. Alla ricerca di unaltra voce per il teatro 1.1 “Akropolis”: un (im)possibile atto di testimonianza 1.2 “Il principe costante”: la disciplina del canto 1.3 Apocalypsis cum figuris: cantare la fine del teatro come spettacolo 2. Living Theatre: la formazione di un nuovo mondo sonoro 2.1 “Mysteries and smaller pieces”: riformulare la voce nel rito del teatro 2.2 “Frankenstein”: una creatura dal suono comunitario 2.3 “Antigone”: la voce dellesilio 3. Peter Brook: polifonie dattore 3.1 “Marat/Sade”:il potere della voce e la voce del potere 3.2 “A midsummer nights dream”: la logica del conflitto vocale 3.3 “Le Mahabharata”: un mosaico vocale
Capitolo 3. Allenamenti e prove: il laboratorio delle tecniche della vocalità 1. Jerzy Grotowski: lavorare come se il corpo cantasse 2. Living Theatre: la verità è (contro) la tecnica 3. Peter Brook: impulso, parola, lingua, canto 4. Questioni di prospettiva: metodi, maestri, tecniche, scuole
Capitolo 4. Sotto il segno di un teatro che canta 1. Una questione di spettri: il fantasma di Artaud 1.1 Grotowski, Artaud e il profeta Isaia a teatro 1.2 Living Theatre: leco infinita della voce di Artaud 1.3 Peter Brook: Artaud come “trampolino” 2. Logiche del figurale 3. Vibrazione: la presenza dellassente 4. Le infinite voci dellinterculturalismo 5. Per un corpo sonoro: il timbro
Postfazione Dal fisico al metafisico: voci fra corpo e linguaggio di Helga Finter
Riferimenti bibliografici Sitografia Indice dei nomi
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