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Theaterheute, 2018, n. 3, März


72 pp. 15,00 euro
ISSN 0040 5507

Ricca e piuttosto interessante è la documentazione raccolta in Aufführungen, lo spazio riservato alle recensioni delle principali produzioni teatrali dei paesi di lingua tedesca con cui si apre questo numero di «Theaterheute».   

Si inizia con Hotel Strindberg, collage di testi dell’omonimo scrittore norvegese confezionato da Simon Stone il quale anima sull’imponente impianto scenografico montato al Burgtheater di Vienna un’accattivante girandola di scene di vita coniugale interpretate con grande credibilità nei rimandi alla nostra contemporaneità da Roland Koch, Martin Wuttke, Aenne Schwarz, Simon Zagermann e Caroline Peters.   

Allo Schauspiel di Francoforte il nome di Franz Kafka è presente in quattro produzioni stagionali, ultima delle quali Das Schloss. Il celebre romanzo del 1922 è stato adattato da Robert Borgmann attraverso il mantenimento della trama nei suoi tratti essenziali con un taglio realistico contaminato da effetti grotteschi. Tra gli attori hanno primeggiato Isaak Dentler, Heiko Raulin, Max Mayer e Altine Emini. Nello stesso teatro è stato allestito Am Königsweg di Elfriede Jelinek per la regia di Miloš Lolić, abile a muovere un gruppo di bravi attori come Nils Kreutinger, Sarah Grunert, Heidi Ecks e Wolfgang Vogler.   

Ci si sposta al Deutsches Theater di Berlino dove Sebastian Hartmann ha presentato uno spettacolo sontuoso e magistrale tratto da Ulysses di James Joyce. Domina il linguaggio della coralità nel sistema di gesti di raffinato minimalismo esibito da Bernd Moss, Benjamin Lillie, Cordelia Wege, Judith Hofmann e Manuel Harder.   

Spettacoli di rilievo caratterizzano anche la scena di Amburgo. Al Thalia Theater Antú Romero Nunes ha firmato la regia di Michael Kohlhaas di Heinrich von Kleist appoggiandosi a un’ambientazione contemporanea sostenuta da atmosfere crude movimentate da citazioni pantomimiche. Nei panni dei protagonisti sono stati applauditi Paul Schröder e Thomas Niehaus. Lo Schauspielhaus per la messinscena dello shakespeariano Kaufmann von Venedig (The Merchant of Venice) si è avvalso dell’interpretazione di Karin Beier, con Joachim Meyerhoff nei panni di Shylock spregiudicato e folle affiancato da Jan-Peter Kampwirth e da Gala Othero Winter.   

Al pubblico dello Schauspielhaus di Stoccarda è stato proposto Das 1. Evangelium, libero adattamento del Vangelo secondo Matteo da parte di Kay Voges che legge la passione di Cristo in chiave postmoderna trasformando il paradiso in un pub e affidando la parte di Gesù a Julischka Eichel.   

Aufführungen prosegue con König Ubu / Ubus Prozess di scena allo Schauspiel di Lipsia per la regia di Claudia Bauer. Quest’ultima rivisita il dramma di Alfred Jarry con una cifra stilistica fedele alla comicità surreale del testo sostenuta da una bella prova corale degli attori. La stessa regista ha allestito allo Schauspiel di Graz Faust:: Mein Brustkorb: Mein Helm di Werner Schwab, dissacrante riscrittura del Faust goethiano consegnata alle abilità espressive di Benedikt Greiner, Henriette Blumenau, Fredrik Jan Hofmann, Julia Gräfner e Raphael Muff.   

Nelle pagine di Neue Stücke si parla di messinscene di testi inediti contemporanei a partire dalle problematiche famigliari di tipo religioso e sentimentale vissute dal protagonista di Der Tag, als ich nicht mehr war di Roland Schimmelpfennig, allestimento del Deutsches Theater di Berlino per la regia di Anne Lenk e l’interpretazione di Camill Jammal, Franziska Machens e Elias Arens. Segue Der letzte Bürger di Thomas Melle che affronta il tema del declino della famiglia patriarcale come segno di decadimento della morale borghese al tempo della DDR. Il testo ha debuttato allo Schauspiel di Bonn per la cura scenica di Alice Buddeberg che ha affidato i ruoli principali a Sören Wunderlich, Sophie Basse, Wolfgang Rüter, Lena Geyer. Infine c’è Ein Korper für jetzt und heute di Mehdi Moradpour proposto allo Schauspielhaus di Vienna secondo la versione firmata da Zino Wey, abile e attento a valorizzare sul palcoscenico le abilità espressive di Vera von Gunten, Steffen Link, Simon Bauer e Martina Spitzer.   

La sezione International alza il sipario sulla scena dell’Europa dell’Est assumendo come osservatorio il festival di Minsk Belarus Open. Giunta alla terza edizione la manifestazione si caratterizza per la molteplicità e la modernità dei linguaggi orientati alla ricerca e alla sperimentazione. In merito si segnalano Anti[gone] di Alexander Marchenko con Marina Shtrakhova protagonista; la performance penAtra(C)tion di Viktor Petrov animata da Konstantin Muzhev; e la messinscena di Opium di Vitaly Korolev.   

I rapporti tra Germania e Ucraina, drammaticamente segnati dall’invasione nazista, sono migliorati nel tempo. Oggi, come segno di disgelo, c’è l’Istituto Teatrale Internazionale fondato nel 2013 con sede a Colonia, Kiev e Mosca. Lo scopo è la produzione di documentazione storica attraverso il teatro, come dimostrano importanti produzioni di recente realizzazione quali Das Kind und der Krieg con attori delle due nazioni e Smolenzina del moscovita Teatro.doc.   

Le pagine di Akteure sono dedicate al profilo di Thomas Köck, giovane ed emergente drammaturgo austriaco autore di testi legati a tematiche contemporanee come paradies fluten in cui si parla di questioni climatiche connesse all’industrializzazione planetaria. Il dramma apre una trilogia che si chiude con il recente paradies spielen, che ha debuttato al Nationaltheater di Mannheim (regia di Marie Bues) e poi è stato allestito all’Akademie Theater di Vienna (regia di Robert Borgmann). 


di Massimo Bertoldi


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