La
lettura di questo libro, per essere completa, richiede lo schermo di un computer.
Connesso al web il lettore potrà sfogliare su bia.medici.org – la
piattaforma varata nel 2013 dal team di The
Medici Archive Project – i documenti citati nei sedici saggi pubblicati.
Dopo essersi registrato, lutente avrà a disposizione le lettere, i registri,
gli avvisi, le note e gli inventari dei granduchi di Toscana raccolti
nellArchivio Mediceo del Principato, resi accessibili grazie a un complesso
lavoro di catalogazione e digitalizzazione avviato nel 1990. Le ricerche
presentate dagli autori del volume sono il risultato degli sforzi di una
comunità di ricercatori che ha elaborato nuovi modi per consultare il ricco
fondo mediceo, aprendo nuove piste di ricerca. Nelle note ai testi la sigla MAP
Doc ID# seguita dal numero di archiviazione invita ad accedere direttamente alle
fonti su BIA, interrogandole secondo i propri interessi di ricerca.
La
varietà dei temi affrontati è direttamente proporzionale alla mole dei
documenti presenti nellArchivio Mediceo del Principato. Una lettera di Pier Filippo
Pandolfi del 26 febbraio 1537 apre lo studio di Stefano DallAglio, che ricerca tra le missive degli informatori di
Cosimo I de Medici gli indizi per risolvere lo strano caso dellassassinio di
Lorenzino de Medici a Venezia.
Alessio Assonitis mette a confronto
linventario dei libri del primo granduca di Toscana compilato nel novembre
1553 con le corrispondenze relative ai suoi interessi letterari, mettendo in
luce il ruolo di consigliere di Pier Francesco Riccio nellacquisto di libri,
la curiosità di Cosimo per le opere dei riformatori protestanti, il patrocinio
ducale alledizione degli scritti dintellettuali medicei e una discreta
confidenza del principe con le moderne tecniche di stampa.
Sulle
spoglie invisibili di Giorgio Vasari
si sofferma Francesca Funis, che raccoglie
sedici testimonianze intorno alla prassi del riuso di materiali costruttivi
ottenuti demolendo vecchi edifici per fare largo ai progetti della Firenze
granducale: gli Uffizi, il Corridoio Vasariano, il Salone dei Cinquecento.
Anatole Tchikine pubblica tre
lettere di una indignata Vittoria Colonna. Indignata per il rifiuto della
porpora cardinalizia da parte del fratello di Eleonora di Toledo. Ospite della
corte della sorella, costui si era distinto sia come organizzatore di feste e
sfilate nei carnevali del 1551 e del 1552 sia come diplomatico scaltro,
trattando con Filippo II
a Bruxelles su incarico dei Medici
il futuro di Siena dopo la capitolazione del 17 aprile 1555. Se il motto di don
Luigi fu Anxia vita nihil, quello del
più spregiudicato Jacobiglio Hebreo ritratto da Piergabriele Mancuso potrebbe essere Business is business. Il mercante intrattenne con Cosimo I una
cospicua corrispondenza, in cui agiva dapprima come fornitore di collezioni di
monete antiche e oggetti darte, poi come informatore delle faccende del
Levante, infine quale consulente per nuovi fruttuosi traffici in oriente.
Elena Brizio si concentra sulla
storia di Siena successiva al trattato
di Cateau-Cambrésis – quando la città fu affidata ai Medici come feudo di
Filippo II – intercettando gli scambi epistolari che tra il 1555 e il 1559 le
donne senesi ebbero con i loro parenti esiliati a Montalcino riguardo alla
gestione dei beni patrimoniali e al rapporto con la nuova amministrazione della
giustizia. Sheila Barker propone
unanalisi degli interessi per la medicina e la farmacologia emersi dalle lettere
di Eleonora di Toledo, Cristina di Lorena e Caterina de Medici. Questultima,
sposa del duca di Mantova nel 1617, ebbe tra i beni dotali uno «studioletto
pieno di vasetti dargento et altre cosettine attenente il tutto a spezieria et
chirurgia» (p. 116, n. 79).
Stranezze
di casa Medici. Come le maschere tribali, i fossili, le scimmie e i pappagalli
giunti dalle Americhe per leclettico Francesco I e per suo fratello Ferdinando
I secondo le missive passate in rassegna da Lia Markey; o come gli oggetti appartenuti a Livia Vernazza, la discussa amante di don
Giovanni de Medici, che il figlio naturale di Cosimo I volle ricoprire di
gioielli e abiti pregiati. Una volta morto il galante marito, la famiglia tentò
di strappare quei beni a Livia, i cui inventari e lettere, studiati da Brendan Dooley, mostrano come la donna cercò
di mantenerne la proprietà.
LArchivio
del Principato conserva cinque filze di Relazioni
con Stati Esteri. Savoia, dalle quali Roberta
Piccinelli ha attinto avvisi e missive contenenti informazioni sulle
committenze artistiche della corte sabauda nel Seicento insieme a preziosi resoconti di feste e
spettacoli. Si pensi allo «zappato» del Natale 1623, con lofferta di preziosi,
insoliti regali a Maria Cristina di
Borbone. La cultura dei festeggiamenti quale instrumentum regni rientra tra le problematiche affrontate da Brian Sandberg nello spoglio dei
documenti inerenti alle reggenze a confronto di Maria de Medici regina di
Francia (1610-1630) e della granduchessa di Toscana Cristina di Lorena
(1621-1628). Unincursione tra i dispacci da Londra dellambasciatore Ottaviano Lotti è proposta da Lisa Kaborycha che ne coglie le
puntuali osservazioni sulla vita della corte di Giacomo Stuart, le simpatie cattoliche del monarca e le tensioni
con il parlamento in materia di politica economica.
In
breve, una varietà considerevole di ricerche, che illustra le infinite possibilità
permesse dalla digitalizzazione dellarchivio mediceo. Un progetto che mira ad
estendersi anche ai fondi della Miscellanea medicea, della Guardaroba medicea e
del Mediceo avanti il Principato. Tra gli orizzonti aperti dalle digital humanities quello dellaccesso
ai tesori archivistici costituisce uno degli obiettivi più affascinanti; specie
se, come in questo caso, la messa in rete del patrimonio diventa occasione dincontro
tra ricercatori di materie e competenze diverse.
di Claudio Passera
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