Il
nuovo numero della rivista, Intorno a
Shakespeare. Dialoghi contemporanei, parte dal noto studio del polacco Jan Kott Shakespeare nostro contemporaneo (1961, ed. it. 1964) per
dimostrare come nellarco di quasi settantanni i rapporti tra Shakespeare e la contemporaneità si
siano trasformati, ma non allentati. Come esplicitato da Gerardo Guccini nellEditoriale,
il veicolo principale di comunicazione non è più il teatro, ma «un composito
complesso di elementi, che, accanto agli allestimenti drammatici, include
quanto le opere del Bardo hanno disseminato e raccolto sia confrontandosi con
limmaginario collettivo che incuneandosi nel vissuto culturale attraverso
diversificate pratiche di lettura […] agli occhi delluomo contemporaneo
Shakespeare non è solo un drammaturgo, ma anche – e, per molti, “soprattutto” –
unimpersonale e plurale presenza sedimentata da miriadi di “evocazioni in
forma deco”» (p. 3).
La
prima parte del fascicolo è costituita da tre dossier. Il primo, curato da Cristina Valenti, è dedicato al
repertorio della Compagnia della Fortezza diretta da Armando Punzo, che si serve dellimmaginario legato a Shakespeare
per ribaltare limmaginario legato al carcere. Il secondo, curato da Franco Nasi, ripercorre il viaggio che
ha portato alcuni giovani palestinesi guidati da Gabriele Vacis e Marco
Paolini a realizzare lo spettacolo Amleto
a Gerusalemme, sperimentale interazione tra la drammaturgia shakespeariana,
la poesia araba e il teatro di narrazione. Il terzo, curato da Giovanni Covelli Meek, indaga il
rapporto di vicinanza tra la testualità dirompente e satura di quotidianità e
violenza di Sarah Kane con il teatro
elisabettiano e giacobita.
A
seguire, nella sezione Oscillazioni,
si va a caccia di «riscritture, variazioni, manomissioni» (p. 38) nella danza (Elena Cervellati), nel teatro (Silvia Mei) e nelle performance pop (Fabio Acca). Il Taccuino
shakespeariano raccoglie lomaggio di Daniele
Seragnoli a Mariangela Tempera,
rimpianta specialista di letteratura inglese che allo studio del Bardo ha
dedicato unintera vita; alcune considerazioni di Patrizia Cavalli sul suo
volume di traduzioni Shakespeare in scena
(2016); i ricordi di Giuseppe Liotta
che ripercorre con «lo sguardo della memoria» (p. 60) ventanni di recensioni.
Una parabola che, dal Sogno di una notte
di mezza estate presentato da Peter
Brook al Festival di Venezia del 1972, si conclude con due spettacoli di Ingmar Bergman della fine degli anni
Ottanta: «il punto simbolicamente più significativo di unidea di Regia che,
pur nella sua istanza più estrema e totalizzante
si metteva “a servizio” del testo prima che si imponessero sulle scene
italiane, intorno alla metà degli anni Novanta e fino ai nostri giorni, registi
con un forte imprinting autoriale,
fino a trasformare il dramma in qualcosa daltro dal punto di vista storico,
geografico, concettuale» (pp. 65-66), vincolando, di
conseguenza, la lettura dello spettacolo a una diversa modalità di scrittura
critica.
La
parola passa poi ai drammaturghi Giuliano
Scabia, Spiro Scimone e Stefano Massini che, nella sezione Artigiani di parole e corpi, riaffermano
la contemporaneità dei testi e il legame tra la parola e la scena. La chiusura
del numero è affidata a Raimondo Guarino
il quale, attraverso unanalisi del dramma Cardenio,
ripercorre il dibattito sullautenticità, loblio e il riscatto di un testo
«sospeso» (p. 80).
Lorena Vallieri
Ne riportiamo di seguito l'Indice:
INTORNO
A SHAKESPEARE
Dialoghi contemporanei
A
cura di Gerardo Guccini
Editoriale
Ripartire da Kott
Tre Dossier: Punzo, Vacis/Paolini, Kane
Shakespeare per la
Compagnia della Fortezza, a cura di Cristina Valenti
Cristina Valenti, Liberarsi da Shakespeare, ovvero gli Shakespeare della Fortezza
Gerardo Guccini, Una fortezza piena di teatro. Su “Shakespeare Know Well” e la
drammaturgia di Punzo
“Amleto a Gerusalemme”
di Gabriele Vacis e Marco Paolini, a cura di Franco Nasi
Franco Nasi, Storie di radici moltiplicate
Estratti dall“Amleto a Gerusalemme”
Sara Kane e Shakespeare, a cura di Giovanni
Covelli Meek
Giovanni Covelli Meek, Attreverso “Macbeth” e “Re Lear”: Sara Kane
regista e drammaturga
Il
primo teatro di Sara Kane: quattro immagini
OSCILLAZIONI
Elena Cervellati, Rifare in danza: il caso di “Romeo e Giulietta”
Silvia Mei, Shakespeare Now Redux.
Storie di fantasmi dal terzo millennio italiano
Fabio Acca, Shakespeare a pezzi. Schegge shakespeariane e performance pop
TACCUINO SHAKESPEARIANO
Daniele
Seragnoli, Dal catalogo shakespeariano di Mariangela Tempera. Un saggio
introduttivo
Mariangela
Tempera, Catalogo shakespeariano
Patrizia
Cavalli, Tradurre Shakespeare (con una Nota
introduttiva di Nicoletta Lupia)
Giuseppe
Liotta, Con lo sguardo della memoria: recensioni shakespeariane
(1972-1992)
ARTIGIANI DI PAROLE E CORPI
Giuliano
Scabia, “Siamo corpi che incarnano un linguaggio”
Spiro Scimone, “Un
cavallo che galoppa continuamente” (con una Nota
introduttiva di Sara Torrenzieri)
Stefano Massini, Con
la lente del Bardo, uninchiesta fra linguaggi e metalinguaggi (con
una Nota introduttiva di Nicoletta Lupia)
IL FALSO O IL VERO SHAKESPEARE
Raimondo
Guarino, “Cardenio”, o il resto del teatro
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