Sono
anni fervidi per gli studi sulla caricatura romana detà barocca. Un importante
tassello lo aveva fissato nel 2001 Giancarlo
Rostirolla con una esemplare pubblicazione sul “mondo novo” musicale di
quel grande testimone dei (mal) costumi capitolini che fu il cavalier Pier Leone Ghezzi (Milano, Skira, 2001). Da quel momento i ritrattini comici dei più svariati personaggi
transitanti nellUrbe nel secolo dei Lumi hanno conquistato sempre maggiore
spazio nelleditoria scientifica. Per restare allultimo biennio, si segnalano
almeno, per Campisano, i contributi di Simonetta
Prosperi Valenti Rodinò su Carlo Marchionni
caricaturista. Tra Roma, Montefranco, Civitavecchia e Ancona (2015) e per la
mostra Larte del sorriso. La caricatura
a Roma dal Seicento al 1849 (2016), in collaborazione con Simonetta Tozzi e Angela Maria DAmelio.
Un
panorama ora arricchito dalla edizione delle caricature di Carlo Marchionni contenute nel manoscritto Rossiano 619 della
Biblioteca Apostolica Vaticana (già De Rossi), affidate alla cura specialistica
di Simonetta Ceccarelli e Elisa Debenedetti. Cento disegni satirici
in stile ghezziano, corredati da didascalie, eseguiti tra gli anni Trenta e
Settanta del Settecento da uno dei più versatili e prolifici artisti della Roma
papalina. Architetto, scultore, ingegnere, progettista di arredi e di oggetti
di oreficeria, inventore di ornamenti e apparati effimeri, paesaggista e scenografo,
Marchionni fu anche un pungente caricaturista. La sua arte umoristica fu tanto produttiva
da essere raccolta in sei ponderosi album di disegni: oltre a quello vaticano, si
contano tre tomi di caricature al Museo di Roma, uno alla Biblioteca Palatina
di Parma e un altro al Louvre.
Cat. 6. Il Conte Paradisi in platea al Teatro Alibert / Cat. 14. Il Conte Castiglioni che quando
«i Maestri di Cappella non indovinavano la Musica li Seppelliva»
Nel
Rossiano lo sguardo sferzante del caricaturista si affila su un viavai di
porporati, cavalieri, frati, antiquari, mendicanti, giocolieri, ebrei, artisti
sorpresi in viaggio o a passeggio in piazza di Spagna o intenti in qualche
occupazione nelle località portuali del territorio pontificio. Non sfuggono a
questa galleria gli amici, i famigliari, i colleghi e gli allievi, a conferma
del carattere privato, o comunque di élite,
riservato alla caricatura italiana nel Settecento (si pensi al coevo Album Cini di Marco Ricci e Anton Maria
Zanetti). Non può
mancare neppure il teatro: maschere, impresari dopera, musicisti dilettanti o
di professione completano la satira di quella società à la page che Marchionni conosceva a menadito per diretta
frequentazione. Una dettagliata analisi iconografica
e iconologica dellalbum è proposta da Elisa Debenedetti nel Saggio introduttivo (pp. 7-37), nel
quale si individuano parallelismi con gli altri tomi marchionneschi e con ulteriori
prove grafiche provenienti da molteplici collezioni (ma non sempre sono forniti
i riferimenti necessari a districare una materia per nulla scontata).
Cat. 22. Uomo con cembalo / Cat. 54. «Corso Sonatore di balli, che Sveglia li Sorci per la grandArmonia»
Simonetta
Ceccarelli ricostruisce e interpreta la vicenda biografica e professionale di
Marchionni (pp. 39-138) alla luce delle sapide riflessioni annotate nelle
didascalie in calce ai disegni. Commenti e immagini si legano in una sorta di
memoriale e insieme di racconto cronachistico che svelano, tra le altre cose, un
uomo di teatro. Si pensi al suo progetto di ingrandimento del Teatro Argentina nel
1763 o alle contemporanee scenografie realizzate per il Teatro Alibert o delle
Dame, da lui assiduamente frequentato per tutta la vita. Una passione, quella
per il palcoscenico, derivatagli in
primis dalla consuetudine con il priore Antonio Vaini e con il fratello monsignore
Filippo, suoi teatromani protettori, e che prese quota nella cerchia musicofila
dei cardinali Alessandro e Annibale Albani, della famiglia Ruspoli, del
cardinale Gioacchino Besozzi, del principe Agostino Chigi e dellaristocratico
Giovanni Battista Sampieri. Dal testamento, pubblicato in Appendice (pp. 139-142), si evince come
lerede universale dellalbum e di tutti i beni di Carlo fosse il figlio Filippo.
A Filippo Marchionni Debenedetti
dedica una cinquantina di pagine (troppo poco per assumerlo a coprotagonista del
volume: il titolo è fuorviante), ripercorrendone lattività di
architetto-ingegnere prima e dopo la morte dellingombrante padre: dal lavoro
svolto nel porto di Ancona tra gli anni Cinquanta e Novanta del Settecento alle
operazioni idrostatiche sul Tevere (1776), a Civitavecchia (1778) e a Terracina
(1790).
Cat. 55. «Ignazio Derossi di Casa Albani mascherato da Madama per andare al Festino in tutta Gala» / Cat. 98. «Bruttissimo Abbate dilettante di Musica a guisa di Pianella Turca / So chera Curiale non ne domandai il nome perché era troppo Brutto»
Ancora
Ceccarelli ricostruisce la vicenda collezionistica del manoscritto rossiano,
nonché presenta una descrizione dettagliata dellalbum, registrandone
rigorosamente le segnature dinventario, la coperta, le legature, limpaginazione,
le peculiarità della carta (pp. 189-228). Integra tale contributo una nota specialistica di Massimo Iovinella sulle filigrane (pp.
229-237). Segue il catalogo dei
disegni (pp. 239-571), efficacemente riprodotti (è eccellente la qualità delle illustrazioni),
catalogati scheda per scheda con essenziali annotazioni tecniche e
approfondimenti biografici sui personaggi raffigurati, lasciati in parte anonimi
dallautore e qui identificati mettendo a frutto le indicazioni nelle glosse. Completano
il volume una Bibliografia aggiornata
e gli Indici dei nomi.
di Gianluca Stefani
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