Questo numero della rivista berlinese si apre con una
lunga e articolata intervista a Ayad
Akhtar, romanziere e drammaturgo nato a New York di origini pakistane, che
parla delle prospettive politiche e culturali degli Stati Uniti post Trump e soprattutto dei rapporti tra
mondo islamico e Occidente.
Dal suo ricco repertorio teatrale la regista Karin Beier ha recentemente messo in
scena The Who and the What (produzione
Deutsches Schauspielhaus di Amburgo),
commedia del 2014 ricca di tensioni etiche e religiose interpretate da Lina Beckmann, Ernst Stötzner e Josefine
Israel.
Con Onkel Wanja
si apre la sezione Aufführungen che
raccoglie le recensioni delle produzioni più importanti realizzate in area
tedesca. Il dramma cechoviano Onkel Wanja,
in scena allo Schauspielhaus di Zurigo per la regia di Karin Henkel, è letto in chiave contemporanea con effetti comici ottenuti
con delicatezza espressiva da Siggi
Schwientek nella parte del titolo e affiancato da Lena Schwarz, Carolin Conrad,
Alexander Maria Schmidt e Markus Scheumann.
Čechov ritorna
nella programmazione dei Kammerspiele di Monaco, dove Nicolas Stemann ha allestito Kirschgarten
prestando particolare attenzione alle problematiche sociali del testo. Da
segnalare la resa finemente artistica dei suoi attori, impegnati anche in balli
corali (Ilse Ritter, Peter Brombacher, Julia Riedler, Anette
Paulmann, Brigitte Hobmeier, Gundars Abolins).
Dal cartellone del Residenztheater spiccano le riletture
di due classici: Andreas Kriegenburg
ha affrontato Macbeth con una regia
carica di pathos e di forte impatto
visivo e gestuale, grazie anche allinterpretazione di Thomas Loibl, Sophie von
Kessel, Jeff Wilbusch, Thomas Lettow, René Dumont. Christopher
Rüping legge Hamlet in modo originale:
scompone il ruolo del titolo in tre parti e le affida a Walter Hess, Nils Kahnwald
e Katja Bürkle.
Si rimane nel repertorio shakespeariano con Othello curato da Florian Fiedler per lo Schauspiel di Hannover in versione horror
cabarettistico con Janko Kahle, Carolin Haupt e Sebastian Weiss impegnati nei ruoli principali. Nello stesso teatro
è stato applaudito Amerika di Kafka nella versione drammaturgica di Soeren Voima per la regia di Claudia Bauer con personaggi
elegantemente mascherati interpretati da Klara
Deutschmann, Rainer Frank, Günther Harder e Katja Gaudard.
Le pagine di Neue
Stücke segnalano i debutti di testi inediti contemporanei. Si inizia con 10 Gebote in scena al Deutsches Theater
di Berlino. Si tratta di dieci drammi allestiti da Jette Steckel che spaziano dalla politica alla cultura europea
firmati da Maxim Drüner, Juri Sternburg, Sherko Fatah, Nino
Haratischwill, Navid Kermani, Bernadette Knoller, Anja Läufer, Claudia Trost, Dea Loher,
Clemens Meyer, Rocko Schamoni, Jochen
Schmidt, Jan Soldat, Mark Terkessidis e Felicia Zeller.
La stessa formula di assemblaggio ritorna in Ein europäisches Abendmahl in scena
allAkademie Theater di Vienna. Firmano i testi Terézia Mora, Nino
Haratischwili, Jenny Erpenbeck.
Allo Schauspielhaus della capitale austriaca è stato rappresentato Diese Mauer fasst sich selbst zusammen und
der Stern hat gesprochen, der Stern hat auch was gesagt di Miroslava Svolikova, amara riflessione
sullEuropa contemporanea con cui si sono confrontati Dolores Winkler, Steffen
Link, Katharina Farnleitner e Simon Bauer.
Wasser di
Katerina Cerna, interpretato da Heinz Weixelbraun e Florentin Groll sul palco del Theater
in der Drachengasse per la regia di Karin
Koller, è un dialogo sullamicizia dal sapore beckettiano.
È una cupa riflessione sulla moda intesa come negazione
dellindividualità Das Licht im Kasten,
novità di Elfriede Jelinek in scena
allo Schauspielhaus di Düsseldorf per la regia di Jan-Philipp Gloger, che
si avvale di pregevoli attori quali Karin
Pfammatter, Lou Strenger, Claudia Hübbecker e Manuela Alphons. Il testo è pubblicato
in versione integrale in questo numero di «Theaterheute».
Roland Schimmelpfennig è lautore della commedia Das große Feuer allestita da Burkhard C. Kominski per il
Nationaltheater di Mannheim.
Le pagine di International
sono dedicate alla scena di Atene e di Budapest. Nella capitale greca
falcidiata dalla crisi economica la creatività è più che mai viva. Lo
dimostrano, tra i tanti, gli spettacoli realizzati al Teatro Nazionale come Der Meister und Margarita di Michail Bulgakow per la regia sperimentale
di Maria Panourgia e le eccellenti
prove di Konstantinos Avarikiotis e Iro Bezou; Sleep, Stella di Yannis
Economides; e lo shakespeariano Was
Ihr wollt curato con taglio contemporaneo dallilluminato Dimitris Karantzas.
Il Kortárs Drámafesztivál di Budapest è prezioso
testimone della condizione artistica del teatro ungherese, che rivela le
proprie potenzialità attraverso una serie di spettacoli di sicuro valore come Da ist nicht die Zeit meines Lebens
allestito dal regista televisivo Szabolcs
Hajdu con gli attori della Lápòkép-Ensemble; e Tag de Wut per la regia di Arpad
Schilling.
In Nachruf si
legge il profilo di Inge Keller,
prestigiosa attrice recentemente scomparsa che ha legato la sua lunga carriera
al Deutsches Theater di Berlino al fianco di registi del calibro di Wolfgang Heinz, Benno Besson, Thomas
Langhoff.
di Massimo Bertoldi
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