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Theaterheute, Nr. 3, März 2017


72 pp., euro 15,00
ISSN 0040 5507

Questo numero della rivista berlinese si apre con una lunga e articolata intervista a Ayad Akhtar, romanziere e drammaturgo nato a New York di origini pakistane, che parla delle prospettive politiche e culturali degli Stati Uniti post Trump e soprattutto dei rapporti tra mondo islamico e Occidente. 

Dal suo ricco repertorio teatrale la regista Karin Beier ha recentemente messo in scena The Who and the What (produzione Deutsches Schauspielhaus di Amburgo), commedia del 2014 ricca di tensioni etiche e religiose interpretate da Lina Beckmann, Ernst Stötzner e Josefine Israel

Con Onkel Wanja si apre la sezione Aufführungen che raccoglie le recensioni delle produzioni più importanti realizzate in area tedesca. Il dramma cechoviano Onkel Wanja, in scena allo Schauspielhaus di Zurigo per la regia di Karin Henkel, è letto in chiave contemporanea con effetti comici ottenuti con delicatezza espressiva da Siggi Schwientek nella parte del titolo e affiancato da Lena Schwarz, Carolin Conrad, Alexander Maria Schmidt e Markus Scheumann

Čechov ritorna nella programmazione dei Kammerspiele di Monaco, dove Nicolas Stemann ha allestito Kirschgarten prestando particolare attenzione alle problematiche sociali del testo. Da segnalare la resa finemente artistica dei suoi attori, impegnati anche in balli corali (Ilse Ritter, Peter Brombacher, Julia Riedler, Anette Paulmann, Brigitte Hobmeier, Gundars Abolins). 

Dal cartellone del Residenztheater spiccano le riletture di due classici: Andreas Kriegenburg ha affrontato Macbeth con una regia carica di pathos e di forte impatto visivo e gestuale, grazie anche all’interpretazione di Thomas Loibl, Sophie von Kessel, Jeff Wilbusch, Thomas Lettow, René Dumont. Christopher Rüping legge Hamlet in modo originale: scompone il ruolo del titolo in tre parti e le affida a Walter Hess, Nils Kahnwald e Katja Bürkle

Si rimane nel repertorio shakespeariano con Othello curato da Florian Fiedler per lo Schauspiel di Hannover in versione horror cabarettistico con Janko Kahle, Carolin Haupt e Sebastian Weiss impegnati nei ruoli principali. Nello stesso teatro è stato applaudito Amerika di Kafka nella versione drammaturgica di Soeren Voima per la regia di Claudia Bauer con personaggi elegantemente mascherati interpretati da Klara Deutschmann, Rainer Frank, Günther Harder e Katja Gaudard

Le pagine di Neue Stücke segnalano i debutti di testi inediti contemporanei. Si inizia con 10 Gebote in scena al Deutsches Theater di Berlino. Si tratta di dieci drammi allestiti da Jette Steckel che spaziano dalla politica alla cultura europea firmati da Maxim Drüner, Juri Sternburg, Sherko Fatah, Nino Haratischwill, Navid Kermani, Bernadette Knoller, Anja Läufer, Claudia Trost, Dea Loher, Clemens Meyer, Rocko Schamoni, Jochen Schmidt, Jan Soldat, Mark Terkessidis e Felicia Zeller

La stessa formula di assemblaggio ritorna in Ein europäisches Abendmahl in scena all’Akademie Theater di Vienna. Firmano i testi Terézia Mora, Nino Haratischwili, Jenny Erpenbeck. Allo Schauspielhaus della capitale austriaca è stato rappresentato Diese Mauer fasst sich selbst zusammen und der Stern hat gesprochen, der Stern hat auch was gesagt di Miroslava Svolikova, amara riflessione sull’Europa contemporanea con cui si sono confrontati Dolores Winkler, Steffen Link, Katharina Farnleitner e Simon Bauer

Wasser di Katerina Cerna, interpretato da Heinz Weixelbraun e Florentin Groll sul palco del Theater in der Drachengasse per la regia di Karin Koller, è un dialogo sull’amicizia dal sapore beckettiano. 

È una cupa riflessione sulla moda intesa come negazione dell’individualità Das Licht im Kasten, novità di Elfriede Jelinek in scena allo Schauspielhaus di Düsseldorf per la regia di Jan-Philipp Gloger, che si avvale di pregevoli attori quali Karin Pfammatter, Lou Strenger, Claudia Hübbecker e Manuela Alphons. Il testo è pubblicato in versione integrale in questo numero di «Theaterheute». 

Roland Schimmelpfennig è l’autore della commedia Das große Feuer allestita da Burkhard C. Kominski per il Nationaltheater di Mannheim. 

Le pagine di International sono dedicate alla scena di Atene e di Budapest. Nella capitale greca falcidiata dalla crisi economica la creatività è più che mai viva. Lo dimostrano, tra i tanti, gli spettacoli realizzati al Teatro Nazionale come Der Meister und Margarita di Michail Bulgakow per la regia sperimentale di Maria Panourgia e le eccellenti prove di Konstantinos Avarikiotis e Iro Bezou; Sleep, Stella di Yannis Economides; e lo shakespeariano Was Ihr wollt curato con taglio contemporaneo dall’illuminato Dimitris Karantzas

Il Kortárs Drámafesztivál di Budapest è prezioso testimone della condizione artistica del teatro ungherese, che rivela le proprie potenzialità attraverso una serie di spettacoli di sicuro valore come Da ist nicht die Zeit meines Lebens allestito dal regista televisivo Szabolcs Hajdu con gli attori della Lápòkép-Ensemble; e Tag de Wut per la regia di Arpad Schilling

In Nachruf si legge il profilo di Inge Keller, prestigiosa attrice recentemente scomparsa che ha legato la sua lunga carriera al Deutsches Theater di Berlino al fianco di registi del calibro di Wolfgang Heinz, Benno Besson, Thomas Langhoff.



di Massimo Bertoldi


La copertina

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