Talvolta poco valorizzato dalla critica teatrale e dimenticato dal pubblico, il lavoro del traduttore ritrova il suo giusto riconoscimento con la costruzione dellallestimento spettacolare nel momento in cui è documentato da fonti dirette. Oltre alla testimonianza dello stesso traduttore, concorrono allanalisi della funzionalità del suo operato le dichiarazioni del regista e degli attori dello spettacolo. Il libro di Caterina Barone è esemplare al riguardo. Lautrice pubblica la sua traduzione del testo euripideo realizzata per la messa in scena delle Troiane del regista Marco Bernardi (produzione Teatro Stabile di Bolzano, debutto al Teatro Comunale locale l8 novembre 2012). La struttura del volume segue i vari passaggi di questa esperienza. NellIntroduzione si inquadra limpianto narrativo del testo definito «immagine devastante dellolocausto di un popolo, annientato con spietata determinazione dai vincitori» (p. 8). Poi si illustrano i criteri della traduzione concordati con lo stesso Bernardi: non si tratta di «forzare il dettato della tragedia, di piegarlo a idee pregiudiziali, bensì di vivisezionarlo alla ricerca delle profonde valenze semantiche, per penetrarlo nel profondo e per trasmetterlo allo spettatore nella sua complessità e nel significato originario impresso dallautore» (p. 13). Ne consegue la preferenza per la paratassi, leliminazione di epiteti esornativi e di citazioni mitologiche o geografiche poco note. Loperazione di ammodernamento sviluppa una nuova interpretazione del testo solitamente considerato statico nella sua sequenza di litanie e lamenti. Secondo la Barone Euripide ha modulato Troiane ricorrendo a «registri linguistici diversi creando una serie di colpi di scena e anche di repentine variazioni di ritmo che nella traduzione si è cercato di rispettare» (p. 14). Nelle pagine dedicate a Lo spettacolo la traduzione diventa elemento drammaturgico, intrecciandosi con linterpretazione registica tesa «a mettere in luce la contemporaneità dei contenuti del pensiero euripideo e di veicolarli in modo efficace e moderno agli spettatori» (p. 15). Lanello di congiunzione tra passato e presente è costituito dal supporto visivo che diventa chiaro codice semantico. Si tratta di cinque video di materiale storico autentico: la cattura di Gheddafi, il campo profughi di Nahr al-Bared, un bambino africano segnato dalla guerra, il crollo delle Torri Gemelle, la bomba di Hiroshima. A questi si affiancano i costumi confezionati da Roberto Banci appartenenti a diverse epoche. Il corpo centrale del prezioso volume è, appunto, la pubblicazione della traduzione di Troiane con testo greco a fronte delledizione critica di James Diggle (Euripidis Fabulae, Oxford, Clarendon Press, 1981, vol. II). Le interviste raccolte in Appendice da Andrea Brandalise, giovane assistente alla regia, permettono alla traduttrice e al regista di approfondire i campi di loro competenza e di introdurre il discorso sullattore che nello specifico è esposto da Patrizia Milani. Impegnata nella parte di Ecuba, lattrice entra nelle viscere del personaggio, se ne impossessa e lo definisce portavoce del pensiero euripideo attraverso «sprazzi di lucidità nel dolore» di essere madre e regina (p. 111). Le ventiquattro immagini dello spettacolo raccolte nellApparato fotografico hanno un impianto di tipo narrativo e completano questo pregevole e raffinato progetto editoriale arricchito da una selezione ragionata di Recensioni e da una Bibliografia aggiornata.
di Massimo Bertoldi
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