Questo nuovo numero si
apre con una Vetrina ricca di oggetti
preziosi: Claudia Cannella
intervista Antonio Latella,
direttore artistico della quarantacinquesima edizione della Biennale di Teatro,
che illustra le caratteristiche della manifestazione veneziana il cui piatto
forte è la presenza di prestigiose registe europee. Percorsi interdisciplinari,
attività laboratoriali, novanta eventi distribuiti nel territorio regionale a
prezzi accessibili costituiscono la nuova identità culturale della decima
edizione di Napoli Teatro Festival, come bene illustra Alessandro Toppi.
Si rimane nella città
partenopea per dare notizia della riapertura del Teatro dei Piccoli con i suoi
quattrocentocinquanta posti occupati da giovani spettatori sempre presenti agli
spettacoli proposti dalla programmazione di Le Nuvole, I Teatrini e Progetto
Sonoro. Nel quartiere Piscinola, racconta Giusi
Zippo, funziona il Tan (Teatro Area Nord), interessante residenza
multidisciplinare promossa da Libera Scena Ensemble e Interno 5. Con il
contributo di Francesca Serrazanetti
ci si sposta in Portogallo e si legge una mappatura dei teatri edificati a
Lisbona e in altre città lusitane negli ultimi quarantanni. Il connubio
artistico tra il coreografo fiorentino Virgilio
Sieni e il puparo palermitano Mimo
Cuticchio ha prodotto, come spiega Zippo, un pregevole progetto triennale
nel quartiere Kalsa di Palermo basato sulle pratiche del linguaggio del corpo.
È tempo di bilanci per Alessandra De Santis e Attilio Nicoli Cristiani, fondatori del
ventennale Festival Danae a Milano che, come dichiarano nellintervista a Diego Vincenti, si mantiene fedele alla
sua originaria dimensione underground.
La ricorrenza di quarantanni di attività di Emilia Romagna Teatro coincide con
linsediamento del nuovo direttore Claudio
Longhi che presenta a Giuseppe
Liotta le linee artistiche e programmatiche del suo mandato. Ultimo oggetto
esposto in Vetrina è il progetto
culturale Dello Scompiglio diretto da Cecilia
Bartoni e calato in una amena tenuta agricola del lucchese.
Lo sguardo sulla scena
internazionale di Teatromondo è
indirizzato in primo luogo alla scena viennese dove primeggiano tematiche
legate al rapporto tra Occidente, Islam e estremismo. Irina Wolf prende in considerazione una serie di spettacoli
cruciali tra cui Disgraced di Ayad Akhtar rappresentato al
Burgtheater per la regia di Tina Lanik;
Die Verdammten, adattamento teatrale
de La caduta degli dei di Luchino Visconti a opera di Elmar Goerden, in scena al Theater in
der Wien; e, sempre da Visconti, la riduzione di
Ludwig per mano di Bastian Kraft che
firma la regia nella produzione dellAkademietheater.
Si mobilita anche la
scena off con la rappresentazione di Kein
Stück über Syrien (Nessun dramma
sulla Siria) dellAktionstheater ensemble per la regia di Martin Gruber ospite del teatro WerkX
dove si è tenuta anche la messinscena di Psychiatrie!
(Psichiatria!) del gruppo Einmaliges
Gastspiel.
Giuseppe Montemagno segnala alcune produzioni sperimentali viste
nei teatri parigini. Alla Comédie-Française la
giovane regista brasiliana Christiane
Jatahy ricava dal film Le regole del
gioco di Jean Renoir (1939) uno
spettacolo suggestivo e segnato dalla contaminazione dei linguaggi con
abbondante ricorso a immagini filmate e alla formula del teatro nel teatro. Un
mix di variegate citazioni musicali dialoga con segmenti di arte contemporanea
nel tessuto narrativo di Providence,
adattamento dellomonima opera di Oliver
Cadiot da parte di Ludovic Lagarde
proposto al pubblico del Bouffes du Nord.
Fausto Malcovati si occupa di Pëtr Naumovič (1932-2012),
figura di primo piano del teatro moscovita nonché fondatore e direttore
dellacclamato Masterskaja, teatro-laboratorio dove si sono formate generazioni
di attori, registi e spettatori. Sulla passione teatrale degli israeliani riflette
Pino Tierno proponendo una esaustiva
rassegna dei teatri e degli artisti. Muestra Nacional de Teatro è il nome del
festival più importante del Messico con i suoi dieci spettacoli allestiti nella
sede di San Luis Potosi: Davide
Carnevale presenta la manifestazione ricordando alcune prelibatezze
artistiche tra cui Antigone di David Gaitán, il monologo Cachorro de León di Conchi León, La arquitectura del silencio di Augustin Meza.
Teatromondo termina con il festival internazionale Fitich a Chiloé
nellarcipelago del Cile secondo il resoconto offerto da Nicola Pianzola.
È dedicato alla nuova
scena romena, che si è animata dopo il crollo del regime comunista, il Dossier a cura di Irina Wolf in collaborazione
con Aict.Ro (Associazione Internazionale dei Critici Teatrali – Romania).
Lintervista di Danila Şilindean al
poeta e drammaturgo Matei Vişniec, dissidente
espatriato in Francia ai tempi del regime di Ceauşescu, focalizza lattenzione sui grandi cambiamenti del teatro
romeno. La libertà di espressione ha prodotto la crescita di festival e spazi
alternativi che hanno affiancato i cinquantasette teatri di Stato. Questa
situazione è approfondita da Oltiţa
Cîntec attenta a inquadrare la realtà, in bilico tra inerzia e tensione
verso il cambiamento. Cristina Modreanu
presenta un breve profilo artistico dei registi post regime quali Mihai Măniuţiu, Alexander Tocilescu, Tompa
Gàbor, Alexander Hausvater e Silviu Purcărete e segnala gli
esponenti della nuova generazione. Tra essi emerge il talento di Gianina Cărbunariu. La stessa regista e
scrittrice è ricordata anche da Irina Wolf come componente del gruppo dramAcum
attivo dal 2002 al quale appartengono anche Nicoleta Esinencu e Ioana
Păun.
Tematiche di carattere
civile e sociale, in particolare la denuncia della drammatica esperienza
comunista, informano di sé la drammaturgia contemporanea. Ne parlano Daniela Şilindean, Matei Vişniec (Come spiegare
il comunismo ai malati di mente) e Alina
Nelega (Leffetto Genovese).
Dalle parole di Ion Caramitru, direttore generale del
Teatro Nazionale di Bucarest, emergono il percorso e gli obiettivi culturali in
un certo senso paradigmatici e sintetizzabili nella formula “Teatro Nuovo –
nuovo pubblico”, come detto da Oltiţa
Cîntec.
La riforma necessaria
consiste nella trasformazione dei Teatri Nazionali in organismi al servizio
della comunità: è quanto sostiene Constantin
Chiriac direttore del Teatro Nazionale di Sibiu. La fondazione della rete
IndipendNET, racconta Oana
Cristea-Grigorescu, coordina e promuove i festival e le compagnie
indipendenti, incrementate nellultimo decennio e portatrici di linguaggi
sperimentali. Limportanza dei festival nella cultura dello spettacolo romeno e
la loro diversità nelle proposte culturali è dimostrata dalle numerose
manifestazioni indicate da Irina Wolf che ricorda tra le tante il Festival
Internazionale di Bucarest, il Festival Nazionale del Teatro per i Giovani Ideo
Ideas di Alexandria. Grazie al riconoscimento statale del 2005 anche la danza
contemporanea vive un notevole impulso divulgativo e creativo. Al riguardo Oana Stoica ricorda lattività di Alexandra Pirici.
Teatro di prosa e teatro
musicale sono i generi coltivati dalla minoranza etnica ungherese presente in
Romania. Cristina Rusiecki illustra le
principali esperienze di tradizione e di avanguardia. Il cambiamento di rotta
dopo lera Ceauşescu è evidente anche nel mercato del lavoro in grado di
impiegare annualmente circa duecento attori e venticinque registi, nonché di
occupare studiosi e laureati nelle discipline teatrali. Sono questi i dati
offerti dallintervento di Anca Măniuţiu.
Nella multietnica Repubblica di Moldovia domina una situazione di incertezza e
di confusione dellidentità anche nelle produzioni teatrali e nei connessi
indirizzi espressivi, come dimostra Larisa
Turea che propone unaggiornata rassegna degli artisti più significativi. Infine,
Laura Bevione parla del rapporto del
teatro romeno con lItalia e individua in Vişniec lautore più rappresentato
nel nostro paese, come dimostra la recente
messinscena di Troppi (ormai) su questa
vecchia chiatta per la regia di Beppe
Rosso (produzione Actiteatri indipendenti di Torino).
Sono dedicate a
Carrozzeria Orfeo le pagine intitolate I protagonisti
della giovane scena/50 di Nati ieri.
Il gruppo fondato da Gabriele Di Luca,
Massimiliano Setti e Luisa Supino debutta nel 2007 con Nuvole Barocche e prosegue lattività
con spettacoli di successo come Sul
confine (2009) e il gettonato e pluripremiato Thanks for Vaselina. Nellarticolo di Roberto Canziani la ricostruzione del percorso artistico della
compagnia è arricchita da importanti testimonianze offerta dai suoi componenti.
Mario Bianchi si occupa di Teatro
Ragazzi e nello specifico approfondisce importanti rassegne organizzate in
Puglia, Calabria e Sardegna.
La consueta e corposa sezione
delle Critiche ordina le tante
recensioni degli spettacoli secondo criteri regionali. Il
testo pubblicato in questo numero di «Hystrio» è Essere bugiardo di Carlo
Guasconi, Premio Riccione “Pier Vittorio Tondelli”, undicesima edizione. Nella
Biblioteca Ilaria Angelone e Albarosa Camaldo raccolgono le
schede relative alle novità editoriali italiane legate alla cultura dello
spettacolo. Le
tante informazioni de La società teatrale sono offerte da Roberto
Rizzente.
di Massimo Bertoldi
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