Angelo Marinò intende fornire una «ricostruzione cronologica degli eventi spettacolari (comprese le varie occasioni pubbliche celebrative, civili e religiose, gli oratori e le accademie) prodotti a Pisa nel Seicento Barocco e nel Settecento illuminista» (p. 11). Un progetto ambizioso, sia per la varietà delle forme di spettacolo prese in considerazione sia per le ampie quinte cronologiche fissate (1588-1798), ma solo in parte realizzato. Innegabile lutilità della ampia Cronologia degli spettacoli (pp. 65-244). Un repertorio di trecentododici schede che, prendendo a modello illustri precedenti quali Sartori, Verti (e le raccolte drammatiche di Braidense, Casanatese e Burcardo), mette a disposizione degli studiosi la trascrizione semi-diplomatica dei frontespizi di altrettanti documenti. Le informazioni variano da scheda a scheda. Generalmente sono registrati titolo dellopera, luogo teatrale o teatro, stagione, dedicatario, autori del testo e della musica, stamperia e anno di edizione. Viene poi indicata la sede di conservazione del documento e, quando ritenuto opportuno, si propongono sinossi o estratti della Dedica e dellArgomento dei libretti. Seguono: personaggi e interpreti, mutazioni di scene, balli entracte, coreografo, ballerini e altre maestranze, nonché una sintetica notizia sulle fonti e sullo spettacolo. Precede il repertorio una Introduzione (pp. 13-63) in cui Marinò indaga specialmente i luoghi teatrali pisani omettendo tuttavia referenze bibliografiche fondamentali sulla spettacolarità di età medicea e lorenese. Concludono il volume unAppendice documentaria (pp. 245-267) con la riproduzione fotografica di alcuni documenti settecenteschi inerenti la gestione del Teatro pubblico pisano; gli indispensabili e ben congegnati Indici (pp. 269-282: Compagnie teatrali, Spettacoli in musica e in prosa, Librettisti, Compositori, Cantanti, Coreografi, Maestranze, Microschede biografiche, Stampatori dei libretti teatrali); un elenco essenziale di Fonti (p. 282), Bibliografia (pp. 283-284) e Principali fonti iconografiche (p. 285). Arricchisce il testo una suite di immagini dedicata agli spazi, ai personaggi storici evocati, nonché ai frontespizi dei libretti. Da segnalare in particolare lelaborazione grafica della incisione delineata da Lorenzo Lorenzi (1777): una pianta della città in cui sono stati evidenziati i principali luoghi dello spettacolo (pp. 62-63). In sintesi, un utile strumento di lavoro a condizione che non lo si consideri una cronologia esaustiva delle forme spettacolari di quei due secoli. Non solo. Le notizie in alcuni casi devono essere verificate di prima mano, non tutti i libretti sono stati rintracciati o consultati direttamente. Talvolta lautore ha utilizzato «fonti sostitutive» (p. 11) quali lOPAC (On-line Public Access Catalogue), il SBN-ICCU (Servizio Biblioteche Nazionali-Istituto Centrale per il Catalogo Unico), i cataloghi delle Biblioteche Nazionali di Roma e Firenze e dei conservatori di musica, oppure ha rintracciato referenze e notizie in studi precedenti o nei giornali dellepoca.
di Lorena Vallieri
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