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Theaterheute, Nr. 12, Dezember 2016


64 pp., euro 14,00
ISSN 0040 5507

Questo nuovo numero si apre con la consueta sezione di Aufführungen in cui sono raccolte le recensioni dei principali spettacoli di recente produzione in area tedesca. Inizia la serie Schlachten!, testo di Tom Lanoye ispirato alla guerra delle Rose secondo la ricostruzione shakespeariana di König Richard II. Allestito al Theater di Friburgo con la regia di Christoph Frick, è interpretato da un gruppo di bravi artisti quali Martin Weigel, Marie Bonnet, Jürgen Herold, André Benndorff e Lena Drieschner. Olga Bach e Ersan Mondtag sono gli autori di Vernichtung, in cui si raccontano i giovani d’oggi e soprattutto la loro ricerca di evasione anche “artificiale”, come hanno interpretato sul palcoscenico del Konzert Theater di Berna Jonas Grundner-Culemann, Sebastian Schneider, Deleila Piasko, Lukas Hupfeld.

Allo Schauspiel di Lipsia primeggiano due interessanti progetti: Kruso dal romanzo di Lutz Seiler, che sviluppa una riflessione storica sulla DDR e sulla BRD con risvolti narrativi convergenti nell’utopia, come bene ha espresso la regia di Armin Petras. Tra gli interpreti si sono distinti Andreas Keller, Dirk Lange, Ellen Hellwig, Markus Lerch e Anja Schneider. È proiettato nel futuro Der Minusmensch del berlinese Till Müller-Klug, in cui l’autore intreccia le vite immaginarie di una donna desiderosa di figli, un’esperta di questioni finanziarie e un medico, interpretati da Sophie Hottinger, Brian Völkner, Michael Pempelforth.

Anche le produzioni dello Schauspiel di Francoforte si caratterizzano per qualità artistica a partire dalla messinscena di One for the road / Der stumme Diener di Harold Pinter, affidata alla regia di Jürgen Kruse con la partecipazione di Isaak Dentler, Alexandra Finder e Oliver Kraushaar. In Safe Places di Falk Richter spicca il richiamo ai movimenti danzanti in stile Agitprop assunti con eleganza stilistica da Shay Partush, Yen-Fang Yu, Luca Cacitti, Marc Oliver Schulze, Joel Bray.

Aufführungen si conclude allo Schauspielhaus di Amburgo dove Karin Henkel ha curato la messinscena di Reise ans Ende der Nacht restituendo al testo di Eugene O’Neill la sua dimensione cupa e tesa nelle relazioni tra i vari personaggi assunti da Charly Hübner, Christoph Luser, Felix Knopp. Segue Pension zur wandernden Nase di Gogol’ secondo la cura scenica di Viktor Bodo, abile nel confezionare uno spettacolo dall’andamento corale in grado di valorizzare le abilità espressive degli attori (Karoline Bär, Samuel Weiss, Aljoscha Stadelmann, Ute Hannig).

Nella ricca sezione di Neue Stücke si leggono le recensioni di allestimenti ricavati da testi inediti di autori contemporanei. Europa verteidigen di Konstantin Küspert in scena al Bamber Theater di Berlino è un’amara riflessione sulla condizione e le prospettive dei giovani europei d’oggi. Il testo è pubblicato in versione integrale in Das Stück di questo numero.

Si rimane nei confini continentali con Fahrrad Frau di Stefan Wipplinger in visione al Volkstheater di Vienna per la regia di Holle Münster, che affronta con adeguati mezzi artistici una commedia molto critica verso il consumismo affidato ad un gruppo di qualificati attori quali Gudrun Tielsch, Carolin Knab, Lennart Lemster, Enrique Fiß. L’avventura di Frau Schmitz raccontata da Lukas Barfüss parafrasa tra dramma e ironia i fenomeni migratori odierni, come emerge dalla rappresentazione allo Schauspielhaus di Zurigo che ha impegnato Friederike Wagner, Markus Scheumann, Susanne-Marie Wrage, Dominik Maringer e Carolin Conrad. Ha ottenuto grandi consensi di pubblico e di critica Point of No Return per la regia di Yael Ronen (produzione Kammerspiele di Monaco), in cui gli attori raccontano frammenti delle loro esistenze. Lo spettacolo apre la rassegna Neue Stücke con la quale la rivista berlinese segnala le rappresentazioni di testi inediti di recente stesura.

Si prosegue con Zwischen den Dingen sind wir sicher di Laura Naumann allestito al Landestheater di Memmingen con Regina Vogel, Rudy Orlovius, Jan-Arne Looss e Claudia Frost impegnati in un testo apocalittico. Il palco dei Kammerspiele del Theater di Bonn ha ospitato il debutto di Love you, dragonfly di Fritz Kater, dal quale emergono le utopie comuniste come le vive la gioventù contemporanea. La regia compete a Alice Buddeberg; partecipano a questa briosa messinscena Holger Kraft, Lena Geyer, Birte Schrein e Mareike Hein. Merita il giusto approfondimento critico la messinscena di Das Prinzip Jago, novità di Volker Lösch, Oliver Schmaering e Ulf Schmidt, ispirata al celebre personaggio shakespeariano letto come figura paradigmatica di manifestazioni della violenza odierna riscontrabile soprattutto nell’informazione massmediale. Il pubblico del Grillo Theater di Essen ha applaudito la prova dinamica e coinvolgente di Stefan Diekmann, Thomas Büchel, Jaëla Carlina Probst, Ines Krug, Thomas Meczele, Silvia Weiskopf, Jan Pröhl, Alexey Ekimov.

In Akteure si legge una delle ultime interviste rilasciate da Andrzej Waida, che parla della nuova situazione polacca maturata in rapporto all’eredità lasciata da Solidarnosc, dell’arte giapponese e della morte. Il profilo artistico è invece dedicato a Franz Rogowski, attore emergente impegnato nel cinema e di recente anche nel teatro dove ha ottenuto lusinghieri risultati artistici ai Kammerspiele di Monaco con la partecipazione a Wut di Elfriede Jelinek per la regia di Nicolas Stemann.

Bücher raccoglie le recensioni di libri piuttosto interessanti pubblicati nel 2016 a partire da Alfred Kerr. Die Biografie (Hamburg, Rowohlt, 720 pp.), che Deborah Vietor-Engländer dedica al grande poeta e critico teatrale della scena berlinese dei primi trent’anni del Novecento. Fuck Yes di Daniel Josefsohn (Berlin, Distanz, 128 pp.) è una raccolta di fotografie dell’artista prematuramente scomparso. Arricchisce la conoscenza di Werner Schwab, drammaturgo austriaco dissacrante e maledetto, la pubblicazione di interviste e saggi contenuti in Der Mensch, der Schreibmuskel, der Suchtfetzen (Wien, Literatur Verlag Droschl, 312 pp.). Autrice di pregevoli romanzi e applaudite opere teatrali, Sibylle Berg nel volume Wunderbare Jahre. Als wir noch die Welt bereisten (München, Carl Hanser, 185 pp.) racconta i suoi viaggi degli ultimi vent’anni, nel Kosovo martoriato dalla guerra, in Africa, in Italia. Das Freie Theater im Europa der Gegenwart. Strukturen – Ästhetik – Kulturpolitik è il titolo del libro curato da Manfred Brauneck (Bielefeld, transcript, 646 pp.), che assembla una serie di saggi relativi al percorso storico e artistico delle avanguardie teatrali nel Novecento.


di Massimo Bertoldi


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