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Quaderni di Teatro in Carcere, n. 3, 2015
Gerusalemme liberata in carcere: dossier 2014-2015, a cura di Cristina Valenti

101 pp.
ISSN 2283-3471

Il terzo numero della rivista diretta da Paolo Billi e Cristina Valenti è dedicato al progetto Gerusalemme Liberata in carcere realizzato nel quadro del progetto biennale Stanze di Teatro in Carcere e promosso dal Coordinamento Teatro Carcere dell’Emilia Romagna. In un periodo compreso tra il 2014 e il 2015, sei compagnie della regione hanno dato vita, sia fuori che dentro il carcere, a otto prove aperte e sei spettacoli.

Nell’editoriale (Gerusalemme: tra mediazione e metafora) si delinea un parallelo tra il carcere e l’opera del Tasso, autore emblematico. Si pensi ai sette anni da lui trascorsi in una cella dell’Ospedale Sant’Anna di Ferrara.

La sezione Argomenti registra tre interventi della tavola rotonda Crocevie di teatro e carcere, tenutasi il 19 febbraio 2015 a Bologna nell’ambito della programmazione del Centro di Promozione Teatrale La Soffitta. I testi sono stati trascritti da Giulia Bongi e rivisti dagli stessi autori. Nel primo intervento Massimo Mezzetti, assessore alla Cultura della Regione Emilia Romagna, dichiara di voler rafforzare e ampliare l’operatività del protocollo d’intesa stipulato nel 2011 tra la Regione, il Provveditorato per l’amministrazione penitenziaria e il Coordinamento regionale di Teatro in carcere; nonché di ampliare il protocollo all’assessorato regionale alla formazione e al lavoro. L’obiettivo è quello di un rafforzamento della dimensione post detentiva, soprattutto in termini di possibilità occupazionali per gli ex detenuti in situazione di fine pena o di «messa alla prova» grazie all’articolo 21.

Il provveditore dell’Amministrazione penitenziaria per l’Emilia Romagna Pietro Buffa illustra i cambiamenti del sistema penitenziario negli ultimi tre anni a seguito della sentenza di condanna emanata dall’Unione Europea nei confronti dello Stato italiano. Buffa illustra i tre gruppi di diritti basilari violati dall’Italia: i diritti di tipo strutturale (i metri quadri a disposizione per ogni carcerato, il tipo di locale che ospita i detenuti, ecc.); il diritto alla conservazione della dignità personale; il diritto ad avere una relazione umana.

Claudia Clementi, direttrice della Casa Circondariale “La Dozza” di Bologna, traccia un bilancio positivo delle attività teatrali dell’istituto dal 2006 (con il lavoro di Paolo Billi) al 2015 (quando Armando Punzo e Aniello Arena della Compagnia della Fortezza incontrarono i detenuti portando la loro esperienza).

La rubrica Un caso di studio registra i risultati di una ricerca svolta da Salim Megherbi, Rachel Brahy e Frédéric Shoenaers dell’Università di Liège, nell’ambito di un partenariato educativo che dal 2011 al 2013 ha riunito cinque organizzazioni intorno al tema del teatro in carcere. L’articolo (Faire du théâtre en prison: étude de cas d’un programme européen) illustra il progetto Veniamo da Lontano, sostenuto dalla Comunità Europea con il programma Grundvig e che ha coinvolto le seguenti compagnie: Teatro Nucleo (Italia), Alarm Theatre (Germania), Ures Ter (Ungheria), Teatro del Norte (Spagna). In un’ottica comparativa, i tre ricercatori osservano la situazione del Teatro Carcere non solo negli stati d’appartenenza delle compagnie prese in esame, ma anche in Francia e in Belgio. Questo contributo, corredato da un solido apparato statistico e bibliografico, è un esaustivo “punto” sulla situazione europea del Teatro in Carcere.

Con il dossier Gerusalemme Liberata in Carcere si apre la parte monografica della rivista. Cristina Valenti (Il cantiere Gerusalemme. Mappa del progetto biennale) traccia sinteticamente i risultati del progetto Stanze di Teatro in Carcere, puntando l’attenzione soprattutto sulle repliche realizzate fuori dagli Istituti di Pena nel centro sociale Bruco Magico di Reggio Emilia, al Teatro delle Passioni di Modena e al Teatro Herberia di Rubiera. La Valenti ricorda inoltre l’importante coinvolgimento delle scuole della regione. In tale contesto, alcuni studenti hanno avuto la possibilità di svolgere i loro programmi extra scolastici partecipando alle attività nelle carceri, vivendo così un’esperienza tanto formativa quanto umana.

Massimo Marino (Gerusalemme in carcere. Il cielo in una stanza) traccia un resoconto del lavoro delle compagnie teatrali che hanno lavorato sulla Gerusalemme Liberata con i detenuti delle carceri dell’Emilia Romagna. Marino scrive il suo intervento come una cronaca avendo egli stesso partecipato al percorso laboratoriale e produttivo. Le compagnie coinvolte sono la Cooperativa Giolli (carcere di Reggio Emilia); l’Associazione Con…tatto (Casa circondariale di Forlì); il Teatro del Pratello (Casa circondariale di Bologna); il Teatro dei Venti (Casa di Reclusione di Castelfranco Emilia, Casa circondariale di Modena); Le Mani Parlanti (Istituti penitenziari di Parma); il Teatro Nucleo (Casa circondariale di Ferrara).

Il dossier è arricchito da una galleria di ventisei scatti fotografici realizzati da Veronica Billi, Chiara Ferrin, Luca Gavagna, Stefano Orro (Percorso per immagini) e dalla sezione Documenti, che comprende sei Interviste di Giulia Bongi ai registi promotori del percorso artistico negli istituti penali dell’Emilia Romagna: Paolo Billi (Teatro del Pratello), Horacio Czertok (Teatro Nucleo), Robero Mazzini (Cooperativa Giolli), Sabina Spazzoli (Associazione Con…tatto), Stefano Tè (Teatro dei Venti), Corrado Vecchi (burattinaio della Cooperativa Le Mani Parlanti). Le interviste fanno conoscere al lettore le specificità poetiche e metodologiche dei sei artisti, evidenziando analogie e differenze.

Seguono i Diari di Bordo, un ulteriore focus dell’officina artistica, umana e didattica delle compagnie citate. Tale sezione, a cura di Cristina Valenti, registra il racconto di osservatori esterni che, non avendo partecipato attivamente alle attività laboratoriali, riflettono con maggiore oggettività sulla realizzazione dello spettacolo a Reggio Emilia (Diario di Elisa Godani), Forlì (Diario di Davide Bosi), Bologna (Diario di Susanna Accornero), Castelfranco Emilia e Modena (Diario di Marzia D’Angeli), Parma (Diario di Veronica Pastorino), Ferrara (Diario di Francesca Tamascelli).

La parte della rivista dedicata alla documentazione dei risultati ottenuti con il progetto Gerusalemme Liberata in carcere, si chiude con i copioni e le partiture originali degli allestimenti. I Testi raccolgono gli adattamenti drammaturgici del capolavoro del Tasso e si nutrono in fase di stesura, all’interno dei percorsi di scrittura creativa, del portato umano ed esperienziale dei detenuti-attori protagonisti degli spettacoli Anche qui dentro ci sono dei buoni (Casa circondariale di Reggio Emilia), Hotel Gerusalemme (Casa circondariale di Forlì), Confiteor – 12 mq di Gerusalemme in carcere (Casa circondariale di Bologna), Angeli e Demoni (Casa circondariale di Modena), Storie di relazioni im…possibili (Istituti penitenziari di Parma). Non figura il testo presentato a Ferrara (Me che libero nacqui al carcere danno) esemplato sulle ottave del poema.

Il numero si chiude con l’elenco dei soci del Coordinamento Teatro Carcere dell’Emilia Romagna.


di Claudio Suzzi


La Copertina

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