Il numero autunnale della rivista
milanese si conferma prezioso e aggiornato contenitore delle novità dello
spettacolo nazionale e internazionale.
In Vetrina
si legge il contributo di Irina Wolf
dedicato a Falk Richter. Attento e
critico osservatore dellimpatto delleconomia neoliberista nella vita
contemporanea, tematica questa frequente nei suoi spettacoli, il drammaturgo e
regista tedesco annovera importanti collaborazioni con la coreografa olandese Anouk Van Dijk in Nothing Hurst e Trust, e con
lisraeliano Nir de Volff presente
alle rappresentazioni di Never Forever
e Small Town Boy. Lapporto creativo
e la posizione del traduttore nella costruzione dello spettacolo costituiscono
le tematiche affrontate da Pino Tierno
con interessanti riflessioni intorno al cronico dilemma: si tratta di un ruolo
subalterno oppure di co-autore?
Si prosegue con il Teatro Povero di
Montichiello che, come racconta Laura
Caretti, da cinquantanni propone una rassegna estiva in cui la comunità recita
se stessa, come nel recente Notte di
attesa.
Di un altro piccolo teatro parla Alessandro Toppi. Si tratta del
napoletano Elicantropo guidato da ventanni da Carlo Cerciello e Imma Villa
e attivo sul fronte della nuova drammaturgia e impegnato nella formazione di
attori e pubblico.
In Vetrina
trova posto anche Christiane Jatahy,
che si è rivelata al recente festival della Biennale di Venezia con E se elas fossem para Moscou? Nellintervista
rilasciata a Roberto Canziani illustra
il suo percorso formativo, le caratteristiche delle sue regie e gli stretti
legami con il linguaggio cinematografico.
Francesca Serrazanetti si occupa di Farm Cultur Park, interessante progetto artistico attivo a
Favara (Agrigento) in cui trova ospitalità la Compagnia Zappalà Danza. Altra
piccola e feconda realtà, come argomenta Marco
Menini, è la compagnia laziale Teatropersona, fondata nel 1999 dal regista Alessandro Serra e dallattrice Valentina Salerno. Infine Claudia Cannella presenta Verso terra – A chi viene dal mare,
nuovo progetto di Mario Perrotta
realizzato in Salento.
Il viaggio di Teatromondo inizia dalla Scandinavia, dove, come racconta Francesca Serrazanetti, è incrementata
la costruzione di funzionali e pirotecnici edifici teatrali in armonia con il
tessuto urbano e culturale della città, come dimostrano a titolo
esemplificativo il City Theatre di Lappeenranta (Finlandia) e il Kilden
Performing Arts Center di Kristiansand in Norvegia.
Quasi duemilacinquecento artisti
provenienti da trentasei Paesi hanno partecipato allannuale e acclamato
Festival Internazionale di Edimburgo. I numeri citati sono offerti dallarticolo
di Maggie Rose, che illustra il
cartellone della manifestazione attenta ai classici (soprattutto Shakespeare) e aperta anche al teatro
italiano (Fabbrica del Vento con Petrol,
il collettivo bresciano Malcostume con Macchina).
Il Black Light Theatre di Praga è
gestito da Jirí Srnec, il padre
fondatore del cosiddetto Teatro Nero, nome derivato dal fondale nero posto alle
spalle dellattore che crea con il movimento degli oggetti scenici un gioco di
raffinato illusionismo, ora diventato banale e vuota attrazione turistica,
commenta Franco Ungaro, a
dimostrazione del declino della vivacità intellettuale cittadina.
LInternational Performing Arts
Festival Nan Luo Gu Xiang di Pechino permette a Nicola Pianzola di esporre la situazione del teatro cinese che, a
fronte di una censura molto incisiva, cerca di rendersi internazionale.
Claudia Cannella
e Sara Chiappori curano il Dossier: le lingue a teatro, ossia una
attenta e rigorosa ricognizione sul rapporto tra i dialetti regionali e il
teatro italiano. Il contributo di Gerardo
Guccini ricorda che ladozione del plurilinguismo verbale sul palcoscenico
risale ai personaggi della Commedia dellArte e poi individua in Teatro
Settimo, Annibale Ruccello, Enzo Moscato, Saverio La Ruina, Spiro
Scimone,
la continuità storica di questo approccio sperimentale della drammaturgia vernacolare.
Le contaminazioni dialettali diventano
terreno di manipolazioni e slittamenti semantici, onomatopee e assonanze, per
poi definirsi in opera originale e fortemente connotata dallattore/autore,
come dimostrano gli esempi di Dario Fo
e Alessandro Bergonzoni, citati da Stefano Bartezzaghi che, spostandosi
nellarea letteraria lombarda, ricorda Carlo
Emilio Gadda e Giovanni Testori.
Con larticolo scritto a tre mani da Sandro Avanzo, Laura Bevione e Laura Santini,
inizia il viaggio nelle regioni italiane. In Lombardia è la storica Compagnia
dei Legnanesi il contenitore dellevoluzione del dialetto in scena, che trova
altri significativi riscontri in alcune opere di Testori e nelle canzoni sketch di Enzo Jannacci, Cochi e
Renato, Teo Teocoli. Il Piemonte
si caratterizza per il mancato uso artistico della parlata popolare, ad
eccezione delle isolate esperienze di Marco
Gobetti, del Laboratorio Teatro Settimo e del cantastorie Claudio Zanotto Contino. In Liguria
sono le compagnie amatoriali le depositarie della tradizione dialettale, pur
non mancando rivisitazioni di alto livello, dal Teatro della Tosse alla
cosiddetta “Scuola dei comici genovesi” rappresentata da Broncoviz, Cavalli Marci,
ecc.
La zona del Triveneto presenta un
quadro assai variegato, come si legge nelle relazioni di Roberto Canziani e Massimo
Bertoldi. Il Veneto ha coniugato la propria identità con limpulso
economico e politico, trascurando il patrimonio culturale teatrale ora
vivacizzato da isolati artisti quali Marco
Paolini, Babilonia Teatri, Natalino
Balasso. In Alto Adige non esiste un dialetto autoctono, si parla un
veneto-lombardo imbevuto di termini tedeschi italianizzati, assunto dalla
drammaturgia contemporanea attenta alla ricostruzione delle vicende storiche
locali; il dialetto trentino, assai praticato dal teatro amatoriale, entra nel
tessuto narrativo dei testi di impegno civile di Andrea Castelli, Pino
Loperfido, Angela Demattè.
Bifronte è anche il Friuli Venezia Giulia con un Teatro Stabile per la comunità
slovena e il Rossetti per il pubblico di lingua italiana.
Giuseppe Liotta
porta il lettore della rivista milanese in Emilia Romagna e ritrova in Cesare Zavattini e Tonino Guerra gli scrittori che hanno garantito dignità nazionale
alla poesia dialettale, aprendo la strada seguita da Marco Martinelli (Teatro delle Albe di Ravenna) e Nevio Spadoni; mentre a Bologna, dopo
le commedie dialettali rappresentate dalla Compagnia di Arrigo Lucchini, il testimone è nelle mani di Alessandro Bergonzoni.
In Toscana, spiega Francesco Tei, alla vivacità della parlata corrisponde la vitalità
della drammaturgia, che spazia dal recupero delle memorie rurali (Ugo Chiti, Roberto Benigni, Carlo Monni)
alluso della lingua in chiave sperimentale da parte della scena emergente (I
Sacchi di Sabbia, Omini). È Filippo Timi
lautore più importante dellUmbria, come dimostra Diego Vincenti.
Il recupero della tradizione del
vernacolo romano spetta alla maestria creativa di Ascanio Celestini, preceduto da Luigi Magni. Inoltre, non trascurabili risultano Semo o nunsemo, spettacolo musicale di Nicola Piovani, e le commedie di Gianni Clementi.
La storia novecentesca del dialetto
napoletano è piuttosto lunga e complessa. Stefania
Maraucci la ripercorre a partire dai padri fondatori, Raffaele Viviani e Eduardo
de Filippo, per proseguire con le commedie antiborghesi di Giuseppe Patroni Griffi, con le
esperienze avanguardistiche di Roberto
De Simone, il visionario Enzo
Moscato, il tormentato mondo femminile di Annibale Ruccello, le visioni fosche di Ruggero Cappuccio, la freschezza linguistica di Mimmo Borrelli. Ulteriori
approfondimenti sulla drammaturgia campana contemporanea si leggono
nellintervento di Alessandro Toppi.
La restituzione del dialetto pugliese
alla scrittura teatrale, argomento questo che compete a Nicola Viesti, è un processo creativo avviato negli anni Sessanta
da Vito Maurogiovanni e poi
proseguito da Giuseppe Solfato fino
alle recenti esperienze di Perrotta,
Koreja, Fibre Parallele.
Paola Abenavoli
si occupa della Calabria, dove primeggia il lavoro di Teatro Studio Krypton che
ha spianato la strada alle ricerche successive di Teatri del Sud, Saverio La Ruina, Ernesto Orrico, Scenari Visibili.
Alla vitalità del teatro siciliano è
dedicato lultimo servizio di questo itinerario regionale. Secondo Dario Tomasello, Filippa Ilardo e Elisabetta
Reale, si tratta di “scuola siciliana”, tanto è radicata la tradizione
novecentesca che, a partire da Pirandello,
iscrive nellindice dei nomi una serie di drammaturghi di alto livello, quali Spiro Scimone, Nino Romeo, Sabrina Petyx,
Mimmo Cuticchio, Vincenzo Perrotta, Franco Scaldati. Questultimo è approfondito nellarticolo di Totò Rizzo che ne ripercorre lopera e
illustra il processo creativo. Altra punta di diamante della scena siciliana è Emma Dante, che Giuseppe Montemagno analizza con particolare attenzione,
individuando in Mpalermu il punto di
partenza di un lungo e proficuo viaggio drammaturgico di cui fanno parte la Trilogia della famiglia siciliana e Carnezzeria.
A completamento del Dossier Sara Chiappori raccoglie le dichiarazioni di sette autori in merito
al rapporto tra lingua italiana e dialetto e allutilizzo delle parlate
regionali nella drammaturgia contemporanea anche di tipo sperimentale. Le voci
autorevoli sono di Edoardo Erba, Renato Gabrielli, Stefano Massini, Fausto
Paravidino, Letizia Russo, Michele Santeramo, Spiro Scimone.
In I
protagonisti della giovane scena/99, nella rubrica Nati ieri, si legge il profilo artistico di Tindaro Granata, autore-attore emergente del quale Renato Palazzi ricostruisce le tappe
essenziali della carriera artistica e creativa, dalla trilogia Familiae al recente Geppetto e Geppetto.
Spetta a Mario Bianchi la sezione Teatro
Ragazzi, in cui trovano posto i resoconti dei principali festival italiani,
da Una Città per Gioco a Vimercate a Palla al Centro a Perugia e Colpi di Scena a Bagnacavallo.
La consueta e corposa sezione
delle Critiche ordina le tante
recensioni degli spettacoli secondo criteri regionali. Il testo pubblicato in questo numero di Hystrio è Crack Machine. Il denaro non esiste di Paolo Mazzarelli e Lino Musella, che ha debuttato nel 2011 al festival primavera dei Teatri. Nella Biblioteca Albarosa Camaldo raccoglie le schede relative alle novità editoriali italiane legate alla cultura dello spettacolo. Sono raccolte da Roberto Rizzente le tante e preziose informazioni ne La società teatrale.
di Massimo Bertoldi
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